Un portinaio
a Beverly Hills
"Se con una mela al giorno tolgo un medico di torno, che frutta devo mangiare per sbarazzarmi di un portinaio programmatore, di un paio di direttori tangentari rompiballe e di una analista dai facili costumi?"
G.Dar '95
E' la triste storia (o meglio, la storia trista) di un arrampicatore sociale, un portinaio che con una breve e fulminea carriera assurge a capo della sezione informatica del S.Eustorgio. Grazie a questa promozione, tutti vivono felici e contenti e soprattutto senza più usare i computer.
Questo accadde parecchi anni fa. Ora che finalmente la situazione è tornata alla normalità, abbiamo riscoperto degli appunti che giacevano nascosti e abbandonati nei meandri del sistema informativo dell'ospedale, nei piani soprastanti il piano terra. Infatti il portinaio, per sentirsi più a suo agio, aveva disposto che tutti i computer venissero spostati al piano terra, dove si trovava la portineria in cui aveva lavorato tanto a lungo. I terminali che non avevano potuto essere spostati erano stati terminati dal portinaio-terminator.
Una direttiva emanata nel secondo anno della sua reggenza stabiliva che le password dei calcolatori potessero essere scelte solo tra le seguenti parole: "Custode", "Portinaio", "Portiere", "Autista", "Posteggiatore", "Ambrogio", "Firmino". In questo modo egli si sarebbe sempre garantito l'accesso ai sistemi.
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Vi proponiamo ora la testimonianza di un dottore che visse l'esperienza del portinaio senza piegarsi ai suoi dettami, e per questo venne condannato a fare i grafici con il pallottoliere e il righello:
"Ricordo che per parecchi anni avevamo lavorato in collaborazione con un puffo elettronico, un tipo piccolo e sportivo che sapeva far di tutto. Egli aveva sviluppato parecchi programmi e supervisionava il funzionamento di una rete piuttosto vasta, in grado di coordinare diversi reparti e di archiviare tutti i dati dell'ospedale.
Poi venne il portinaio. Possedeva delle rudimentali conoscenze di informatica: sapeva che cos'è una spina, un tasto, un dischetto. Lavorava ormai nella portineria dell'ospedale da parecchi anni, e non brillava per nessuna qualità particolare, se si eccettua l'omosessualità.
Ma fu grazie alle sue capacità informatiche che ottenne la promozione: inserì un virus nella macchina da scrivere dell'ufficio personale, la quale cominciò a sfornare lettere di promozione per lui ed i suoi accoliti. Per aiutare i suoi amici ad ottenere un posto migliore, stampò anche dei numeri della Gazzetta Ufficiale contenenti dei decreti ad hoc: in questo modo, buona parte del personale paramedico venne trasferito ai piani alti degli uffici centrali. Questo fu l'unico lato positivo della vicenda: infatti, a quei tempi, gli uffici amministrativi dell'ospedale erano abitati da gente che era molto più ignorante di qualunque donna delle pulizie e ci fu quindi un netto miglioramento gestionale.
Dopo l'avvenuto trasferimento, la checca... pardon, il portinaio cominciò a dedicarsi ai computer. Fregandosene del lavoro esistente, egli si mise a fare cose completamente casuali: programmi inutili, telefonate sprecate, lettere insensate.
Brutto, bruno e dice sempre sì
Egli divenne il fulcro del settore EDP, al quale tutti facevano riferimento quando avevano qualche problema o qualche nuova esigenza. In base ad ogni richiesta che riceveva, egli scriveva una lettera a chi di competenza (o a chi capitava). Le relative risposte, tuttavia, non le rispediva mai a chi aveva fatto la richiesta, in quanto lui non poteva prendere nessuna iniziativa. In poche settimane il suo ufficio fu pieno di materiale che nessuno si ricordava più da chi era stato ordinato.
Ci volle un po' di tempo perché si insediassero anche il nuovo direttore ed il nuovo vicedirettore, dopodiché il nuovo staff fu al completo.
Le persone destinate agli incarichi maggiori dell'ospedale furono scelte da influenti organi politici in una rosa comprendente saltimbanchi, attori da strada e cantanti folk. Questo retaggio rimase per parecchio tempo nell'intimo del vicedirettore, che spesso fu sorpreso a canticchiare "Non potrò mai diventare / direttore generale / del S.Eustorgio o del Mauriziano". Naturalmente in cambio della nomina a direttore le parti politiche richiesero dei favori. Si dovettero acquistare computer dalla "Pere Cotte SPA", per favorire un voto di scambio.
Dopo qualche tempo il direttore chiese al portinaio di fare il punto sulla situazione della rete informatica dell'ospedale. Voleva sapere che computer c'erano, com'erano collegati, con quali software lavoravano: insomma, voleva un rapporto completo. A queste parole, il portinaio colse l'occasione e gli presentò la sua cugina scosciata, la quale era di professione analista programmatrice ma al momento disoccupata dopo uno stage a Pigalle, a Parigi.
Lo staff informatico in breve tempo messo su dal portinaio e dal direttore divenne presto un gruppo molto affiatato. Quote sempre maggiori del bilancio del settore EDP vennero spostate dalla società esterna che gestiva i computer in precedenza ai consulenti interni ed esterni. Il portinaio e i suoi accoliti incominciarono a spendere quei soldi nei casinò della riviera, convinti che le slot-machine girassero sotto Windows 95 e che l'anagrafica clienti del casinò di Montecarlo fosse perfetta per essere utilizzata nell'ospedale come gestione pazienti. "Basta tradurla: assumeremo un paio di miei amici che gestiscono una autorimessa a Cannes e conoscono benissimo la lingua. Me ne occupo io."
La cugina scosciata era un'esperta di reti e di calze a rete, di interfacce uomo-macchina e uomo-donna. Il grosso progetto che le era stato sottoposto non la spaventava: aveva presentato dopo pochi giorni una prima bozza, realizzata in una maniera meno fine di come si erano abituati i miei colleghi negli ultimi anni, ma ugualmente valida. L'unico problema era dovuto al fatto che, siccome lei non sapeva scrivere a mano ma solo col computer, le scritte di questa prima bozza erano state sostituite con delle croci ed i lucidi con kleenex.
"L'architettura del sistema dev'essere client-server" ripeteva spesso, con un chiaro riferimento al metodo client-magnacc, da lei già sperimentato durante il suo lavoro notturno.
L'unico risultato pratico che i due cuginetti riuscirono ad ottenere in tempi brevi fu la creazione di un fitto calendario di riunioni, che iniziavano al mattino dopo la colazione e si ripetevano subito dopo pranzo e prima di cena. In queste riunioni il nuovo staff informatico incontrava casualmente primari, medici, ostetriche, ditte esterne, al solo scopo di rendere pubblica la sua presenza. A dimostrazione dell'inutilità di queste riunioni resta il fatto che non furono mai trovati verbali né appunti: le uniche testimonianze che ci restano le dobbiamo a persone che, passando per caso davanti alle sale riunioni, udirono distintamente delle persone urlare "evviva! anche per questo mese verremo pagati per non fare nulla!".
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Dopo circa un anno il potere del portinaio divenne enorme. Decise che la rete esistente non andava bene e che bisognava farne una nuova. "Ma con che tempi?" domandammo io ed i miei colleghi. "In tempi brevi", ci rassicurò lui, "la mia collega sta già lavorando al progetto".
Era vero: la cugina scosciata aveva incominciato il nuovo progetto strappando i cavi della rete esistente per farsi fare una poltrona di cavi intrecciati: "Trovo che la pelle nera abbia un fascino particolare", diceva a tutti quelli che entravano nel suo ufficio e notavano la poltrona.
Il disassemblamento della rete esistente fece sì che i due terzi del personale venissero adibiti a portatori di dischetti, sostituendo i nodi di rete con uomini e donne muniti di supporti magnetici. Questo stato di cose durò per cinque anni, in quanto tre ne servirono all'analista prima che il progetto fosse pronto (la signorina fu spesso assente per maternità), e altri due per svolgere le gare e assegnare gli appalti. Il vicedirettore era irritato per i lunghi tempi necessari alla partenza dei lavori: "la burocrazia mi fa impazzire", diceva, "e poi le ditte sono poco precise: quando facciamo le gare io sono sempre l'unico che si presenta allo stadio all'ora giusta". Il direttore non poteva fare molto in quanto la presenza della nuova analista lo assorbiva parecchio.
Pian piano il lavoro del gay... cioè del portinaio divenne meno manuale e più di supervisione. Egli divenne il vero capo del settore EDP: era quello che decideva ogni mossa del sistema informatico, e se qualcuno si lamentava che i lavori erano in ritardo o non andavano bene, lui rispondeva "quello che conta è che tu l'abbia segnalato. Ora hai la coscienza a posto. Non conta quello che produciamo, ma è importante che nessuno sia colpevole per quello che non produciamo".
Le addette agli uffici della statistica vennero pian piano trasferite al bar. Si trattava infatti di un lavoro inutile nella nuova gestione: non c'era più bisogno di elaborare grosse moli di dati per conoscere l'andamento dei reparti. Bastava che tutti i portatori umani di dischetti facessero delle pile di dischetti divise per reparto o per diagnosi, e poi era sufficiente misurare l'altezza delle pile. Come dimostrò fiero il frocio... voglio dire, il portinaio, in questo modo era anche molto facile ottenere dei grafici colorati: bastava usare dischetti con colori differenti e scattare una foto alle pile di dischetti.
Fatti non foste a viver come raccomandati...
Ma un brutto giorno (brutto per lui, ma bellissimo per i contribuenti), le cose incominciarono a cambiare. Nuovi scenari politici e alcuni errori di proporzioni galattiche minarono il centro di potere del portinaio.
"Sono stanco... sento che ho finito le sinergie...", fu la frase che il cupio ripetè più spesso nell'ultimo anno, prendendo il posto di "Software per tutti... offro io!". Quest'ultima era stata coniata nel momento in cui per procacciarsi un appalto milionario, una ditta esterna aveva offerto una serie di programmi insieme ai macchinari. I programmi erano ovviamente del tutto inutili per il 90% degli utilizzatori, ma il Nostro aveva abboccato alla grande e si vantò in giro di aver regolarizzato una volta per tutte i programmi dell'ospedale. Per alcuni giorni si videro le subentrate donne delle pulizie intente a imparare i logaritmi con Excel.
Tra gli errori principali della gestione-portierato, notiamo l'aver acquistato dei mouse con l'attacco rotondo quando tutti in ospedale usavano quelli con l'attacco seriale (rettangolare), e soprattutto l'aver fatto riparare una stampante laser per una cifra superiore a quella necessaria per acquistare, nuovo, l'ultimo modello. Questo macroscopico svarione fu spiegato con problemi burocratici, ma la verità venne scoperta solo molto più tardi: si venne infatti a sapere che il tamburo e l'unità riscaldante della stampante, sostituiti dal tecnico dell'assistenza, non erano stati restituiti alla Casa Madre per avere una detrazione sulla spesa. Il portinaio ed i suoi amichetti avevano bisogno di una stufetta riscaldante per poter girare seminudi in body nei loro uffici, durante i loro incontri "equivoci", e avevano deciso quindi di utilizzare quella parte di ricambio per non dare nell'occhio.
Anche per il direttore sanitario furono tempi duri. Coinvolto nello scandalo della stampante, cercò di scaricare tutto sulla vicina filiale dell'Arci-Gay, tentando di incolpare loro per l'assunzione del portinaio e dei suoi compari. Purtroppo, però, quest'ultimo trovò un valido alleato nel mega-gran-farabutt-figliodiputt-direttore generale, ed entrambi fecero fuori il pover'uomo.
Alla fine, comunque, anche il direttore generale dovette abbandonare la sua stramaledetta poltrona. Mentre lo portavano via, fu preso dai raptus e continuò a ripetere: "Per colpa mia abbiamo buttato via dei miliardi, ma per colpa di Greggio avete sprecato addirittura centinaia di milioni". La sua mente era annebbiata, anche se meno di quando aveva accettato quella poltrona.
Citazioni:
Abbiamo bisogno di una stampante molto veloce, perchè il programma che abbiamo non ci consente di scegliere quale parte di archivio si vuole stampare: così dobbiamo per forza stamparlo tutto, e poi buttare via le parti che non ci servono.
Si, ho sentito il messaggio della segreteria telefonica, ma io aspettavo che facesse il bip per parlare. Siccome il messaggio è finito e il bip non l'ha fatto, io non sapevo come comportarmi.
Part 2: Il segreto di Yogi
- D’accordo, mi collego subito con il computer del tuo reparto e ti mando la piantina relativa al ristorante. Ci sentiamo verso le diciotto…
- Sì, va bene, Greggio…
Erano passati ormai molti anni da quando l’Ospedale Sant’Eustorgio aveva assunto l’aspetto di un posto civile e soprattutto efficiente. E non era stato tutto merito loro.
Dopo un breve processo, infatti, il megadirettore generale era tornato alla carica, supportato da due nuovi personaggi: una tizia alta un-metro-e-poco-più e un presunto capo-settore-EDP. Puntando sulle loro facce nuove (e insulse) egli era riuscito a riprendere in mano l’ospedale…
Nel mentre i due avevano raggiunto il ristorante, insieme alle rispettive mogli.
- …eh, se non fossero arrivati gli extraterrestri l’ospedale sarebbe ancora un cesso ricoperto di burocrazia come lo era nel ’95… - disse Claudio sollevando il bicchiere.
- Già! – rispose Greggio, sollevando un bicchiere - Alla nostra, eh! Ma ti ricordi quelle due, la bionda e la rossa? Le avevano assunte come esperte informatiche e non sapevano assolutamente nulla.
- Be’, perlomeno lo ammettevano…
- Già! E tu com’è che le avevi salutate, la prima volta? "Siete laureate in informatica?" "No, io in lettere…" "E io in legge." "Allora avete fatto dei corsi?" "No, no…" "Ma scusate, allora vi hanno assunto perché siete belle?"
- Eravamo davvero alla frutta…
- No, beh, alla frutta ci arrivammo quando la tappetta annunciò di essere diventata procuratore…
Claudio scoppiò a ridere.
- Ah… bellissimo! Superò ogni primato di permanenza in carica: da procuratore-legale a responsabile-illegale in poche ore. E tutto perché Yogi aveva firmato la bolla di consegna del materiale, facendo così venire a galla l’inciucio con i computer della "Figli di Andros".
"Bravi, anche quelli…"
La "Figli di Andros" aveva vinto una gara battendo altre ditte, tra cui quella di Greggio, per la fornitura di alcuni computer e parti di computer. Il materiale era stato consegnato dopo qualche tempo e tutto sembrava a posto, salvo il fatto che quando si andarono ad installare le schede di rete, si scoprì che erano state fornite quelle di un modello più economico, mentre quelle fornite da Greggio erano migliori e soprattutto corrispondenti alla richiesta fatta nella gara.
Qualcuno, quindi, aveva firmato una bolla di consegna fasulla. E la tappetta era finita nei guai.
- Certo che uno come Yogi supera persino il culattone… cioè, il portinaio… te lo ricordi, vero? – riprese Greggio.
- Pazzesco. Una vera ameba. Quante volte sono uscito dal suo ufficio e ho avuto la tentazione di chiedergli se sapeva che sulla sua porta c’era scritto "U.O.A. sistemi informatici"…
- Com’è che ti rispondeva? "Mi chiedono di configurare i computer, di collegare le stampanti… ma mica posso fare tutto io: lo sai a che ora mi sono alzato stamattina?" Ci mancava soltanto che aggiungesse "alle sette-meno-un-quarto"…
- Come alla televisione… davvero! Per fortuna che poi sono arrivati gli altri… senza di loro a quest’ora le impiegate dell’ospedale passerebbero le giornate attaccate a Internet, come facevano prima col telefono, invece… Tra l’altro, quanti Gigabyte abbiamo, adesso, sul server?
- 256GB di RAM e 20480 di dischi solidi. Diciamo che la loro tecnologia ci ha consentito di fare un "piccolo" passo avanti…
- Si, ma soprattutto etico. Da quando ci sono loro a gestire i dati del comune non succedono più i casini di prima… con quei bischeri, com’è che si chiamavano, già? CCCP? No…
- Qualcosa di simile, sì…
L’ultimo direttore, succeduto al mega-intrallazzatore, si era consegnato direttamente agli alieni, ammettendo le sue colpe e quelle dei suoi predecessori. Essi, molto magnanimamente, gli avevano dato l’opportunità di riorganizzare la struttura informatica dell’intera zona, di cui, in precedenza, il Sant’Eustorgio e gli ospedali collegati erano il simbolo più negativo.
Greggio ricominciò a parlare.
- Incapaci, infarciti di lentezze e disorganizzazione… Più o meno come da voi quando la gente chiamava me oppure te per il mouse rotto, perché tanto l’ufficio informatico non era in grado di risolvere nessun problema. Alcuni non sapevano nemmeno che esistesse!
- E quello lì che ti chiese "un po’ di password"? Ma gliele avevi date, poi?
- Certo! Loro erano dei miei superiori, sulla carta… Chiaramente dopo due ore le avevo ricambiate: se avessi lasciato a loro la possibilità di accedere al server, avremmo perso tutti i dati in pochi giorni.
- E non ti ha più cercato?
- No… l’avranno trasferito… Era stato anche il periodo in cui Yogi mi aveva cercato per le portinerie…
A quella parola Greggio era sobbalzato. Ma non si trattava di una cosa troppo grave: i portinai rimasti non erano né omosessuali né arrampicatori. Gli venne installato il programma delle degenti e riuscirono a usarlo senza troppi problemi.
- "Ti devo parlare urgentemente, Greggio", mi aveva detto Yogi al bar. Poi: "il direttore generale vuole che installiate i computer in portineria, in fretta…"
- E i computer non c’erano…
- Mah, io so solo che qualche giorno prima qualcuno mi aveva detto "bisogna mettere i computer nella portineria dell’ospedale, ma non c’è fretta: portate i fili ma per ora manca il computer". Poi tu mi avevi detto che le portinerie da collegare erano due. Per quando arrivai da Yogi erano già diventate quattro.
Greggio e Claudio risero. Poi egli continuò.
"Potrebbe dirmi dove sono esattamente queste portinerie, per poter passare i fili?" "Ah, questo non lo so…" "Be’, allora io comincio ad organizzarmi", gli risposi io con gentilezza, "e appena siamo pronti lei ci dà le ultime direttive"
- Al che lui ti rispose che non gli sembrava il caso di andare dal direttore ad informarsi…
- Già! Non gli "sembrava il caso" di andare dal direttore a dimostrare che non sapeva niente del posto in cui lavorava.
- E io, che da un giorno all’altro mi sono vista arrivare una tizia che voleva collegare le accettazioni con i reparti e le portinerie, su mandato del direttore generale, "perché a … non so più dove, ce l’avevano ed era molto bello". Per poco non la prendevo a pugni: non si era nemmeno degnata di vedere se c’era già qualche programma installato.
Nel mentre erano arrivati i primi piatti.
- Eh, Yogi era veramente un mago… - riprese Greggio.
- Aveva comprato i computer dai Figli di Andros richiedendo in tutti la scheda di rete e la scheda SCSI-2, che nessuno usò mai… Ci deve ancora essere un magazzino pieno di schede SCSI eliminate perché non servivano a nessuno e rallentavano le macchine. Poi, qualche tempo dopo, aveva comprato tanti computer IBM e Zenith, tutti senza nemmeno la scheda di rete, così che si persero ore ed ore di lavoro per acquistare le schede, innestarle, configurarle…
- Per non parlare dell’incauto acquisto di un programma DOS in pieno 1996 che, nell’epoca di internet, non era in grado nemmeno di andare in rete.
- Già, sì! E tutti i notebook e i palmari acquistati per qualunque pazzoide gli saltasse in mente lo sfizio?
- Mah, d’altronde basta dire che i migliori se n’erano andati appena avevano potuto, solo lui era rimasto lì perché… chi vuoi che lo prendesse, in un altro posto… Ci siamo sempre domandati tutti chi lo proteggesse!
- Ma ti ricordi quella volta che mi prese a parole?
- Forse quel giorno non era riuscito a trovare il cestino della merenda! – rispose Claudio, ridendo. – Com’è che era andata, già?
- Bah… io avevo scritto l’ennesima lettera al direttore generale, ripetendo che l’ufficio informatico non serviva a nulla ed era solo una fricassea di burocrazie insensate… poi ero passato nel suo ufficio per una banale scheda di rete, al che lui mi aveva accennato qualcosa tipo "quella lettera è da diffamazione…" Io gli avevo risposto che, più che altro, era la verità… e allora il "diffamato" mi aveva risposto "per la tua scheda di rete, fai come ca**o vuoi, tanto di quello che pensi non me ne frega un ca**o". Poveraccio, era veramente nervoso… Più che Yellowstone ricordava Jurassic Park!
Cose dell’altro mondo…
Citazioni:
All’ingresso del posteggio.
"Dove deve andare?"
"Assistenza computer in ospedale e clinica."
"Veramente non possiamo far entrare macchine non autorizzate… il posteggio è già saturo… ci sono delle disposizioni…"
"Sì, però, è un emergenza (non è vero)… è urgente e non si trova posto (è vero)… dobbiamo scaricare del materiale (non è vero)…"
"Va bene, ma potete stare al massimo mezz’ora. Dovete compilarmi il foglio con i vostri dati e l’ora di ingresso."
"D’accordo…"
"Mi raccomando, al massimo mezz’ora se no ve la portano via!"
Dopo qualche settimana…
"Dove andate?"
"Assistenza computer… le firmo il foglio?"
"Ah… no, andate pure…"
"Ma è sicuro?"
"Sì… sì: vedete, i fogli sono finiti e quindi non c’è problema…"
Oppure:
"Dove andate?"
"Assistenza computer… le firmo il foglio o possiamo andare?"
"Mah, non sarebbe necessario, ma visto che oggi di
fogli ne abbiamo fatti proprio pochi, è meglio che almeno lei me
lo firmi: sa, così non dà nell’occhio…"
Citazioni:
“Come mai non avete comprato i computer minitower? Sulle scrivanie c’è
sempre poco spazio... le impiegate si lamentano...”
“Ah, sono ca**i loro! Io mi sono rotto di pulire i pavimenti con i miei
pantaloni (magari non sei vestito bene, però...) ogni volta che si fa
un’assistenza: guardiamo prima alla comodità dei tecnici che non agli
utenti!”
Squilla il telefono.
"Sono il portinaio... lei ha la macchina posteggiata nel cortile
dell'ospedale?"
"Sì..."
"Deve spostarla subito: è sul passaggio, c'è un'ambulanza che deve
passare..."
"Ah, allora vengo subito, sono al primo piano"
Uscito fuori, vedo che un'enorme betoniera deve passare dove è
posteggiata la mia macchina...
Chissà chi è che aveva bisogno di un'iniezione di cemento... io avrei
un suggerimento!
Un piccolo pamphlet
by G.Dar (C) luglio-agosto 1995
Part 2: ottobre 1997