Una continuazione del sogno americano?

La crisi del sogno americano negli anni 60 e i suoi riflessi nelle serie televisive contemporanee

 

(LA TRADUZIONE NON E’ ANCORA COMPLETA!)

 

vorgelegt von:

Peter Müller

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Tradotto da Dario Greggio (su autorizzazione dell'autore)

via Don Prinotti 9

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Torino, 05/05/97

 

Indice

Introduzione 1

1 Il sogno americano

1.1 Aspetti mitologici: La visione dell' "America"

1.2 Aspetti religiosi: "A Citty Upon A Hill"

1.2.1 Il ruolo del puritanesimo

1.2.2 The Reformation

1.2.3 Il puritanesimo in Inghilterra

1.2.4 Il puritanesimo in America

1.2.4.1 The Massachusetts Bay Colony

1.2.4.2 Predestination and Theocracy

1.2.4.3 Secolarizzazione

1.2.4.4 The Way to Wealth

1.3 Aspetti politici: "Un'utopia democratica"

1.3.1 La democrazia e il crogiolo di razze

1.3.2 Manifest Destiny and Frontier

1.4 Gli elementi principali del sogno americano

1.5 Sogni americani, incubi americani

1.5.1 The Quest for National Purpose

1.5.2 La crisi del sogno americano

1.5.3 La natura della crisi

2 Un introduzione a Star Trek

2.1 Riflessioni sulla metodologia

2.1.1 La formula

2.1.2 Artist, Artifact and Audience

2.2 La realizzazione di Star Trek

2.2.1 Il produttore

2.2.2 Il formato

2.2.3 Condizioni per la produzione televisiva

2.2.4 I pilot

2.3 La serie

2.3.1 L'equipaggio

2.3.2 La nave

2.3.3 Gli alieni

2.3.3.1 Vulcaniani

2.3.3.2 Klingon e Romulani

2.4 Il pubblico

2.4.1 Livelli di ascolto

2.4.2 Syndication

2.4.3 Revival

2.4.4 I fan

2.4.5 Un manufatto culturale

3 Il sogno americano in Star Trek

3.1 Fantascienza o mito americano?

3.1.1 "Una favola quintessentialmente americana…"

3.1.2 "…camuffata da fantascienza"

3.1.3 "Le parole sacre (The Omega Glory)"

3.1.4 Riflessi degli anni Sessanta

3.2 La nuova frontiera

3.2.1 "Domani è ieri (Tomorrow Is Yesterday)"

3.2.2 "Missione: Terra (Assignment: Earth)"

3.3 Il progresso

3.3.1 Il paradiso

3.3.1.1 "Dominati da Apollo (Who Mourns For Adonais?)"

3.3.1.2 "Il ritorno degli arconti (The Return of the Archons)"

3.3.1.3 "Al di qua del paradiso (This Side of Paradise)"

3.3.2 Il progresso tecnologico

3.3.2.1 "Il computer che uccide (The Ultimate Computer)"

3.4 Libertà, uguaglianza e il crogiolo di razze

3.4.1 La liberazione delle donne

3.4.2 Eguaglianza sociale

3.4.3 Eguaglianza razziale

3.4.3.1 "Sia questa l'ultima battaglia (Let That Be Your Last Battlefield)"

3.5 Fato manifesto

3.5.1 La prima direttiva

3.5.1.1 "La mela (The Apple)"

3.5.2 L'incidente della Pueblo

3.5.3 Il Vietnam

3.5.3.1 "Una guerra incredibile (A Taste of Armageddon)"

3.5.3.2 "Guerra privata (A Private Little War)"

4 Conclusione

5 Appendice

5.1 Bibliografia

5.1.1 Monographs

5.1.2 Saggi, dissertazioni ecc.

5.2 Elenco degli episodi della Serie Classica

5.3 Acronimi

Introduzione

Questa tesi viene scritta nel campo degli studi sulla cultura americana. La ricerca accademica dell’esperienza americana prese il via nel 1927 con il libro di Vernon L. Parrington sulle Principali correnti del pensiero americano (Main Currents in American Thought), che diede inizio a un’intera serie di investigazioni che alla fine formarono il movimento degli studi americani. All’inizio questo movimento ebbe "un sostanziale consenso sulla natura dell’esperienza americana, ed un consenso metodologico sui modi di studiare quell’esperienza ". Il suo scopo principale fu "identificare il significato fondamentale di America".

La "sintesi intellettuale della storia", come Wise chiemò questo approccio, dominò le discipline americaniste dall’inizio fino alla metà degli anni sessanta. Gli studiosi di quella discplina erano certamente critici sulle istituzioni americane, ma non sull’esperienza americana in sé.

Durante gli anni sessanta, il movimento degli studi americani, come l’intera società, perse il suo consenso. La ricerca della felicità si era trasformata nella "ricerca della solitudine" ed il movimento non sapeva dare alcuna spiegazione. La pretesa del movimento di spiegare l’America si era perso ed era stato in parte trasferito ai giornalisti, ai critici culturali non accademici – e alla televisione. Sia all’interno che al di fuori del movimento, il consenso fu sostituito dal conflitto e dalla diversità:

"Noi siamo ora meno inclini ad avere lezioni solo da una posizione di forza sull’esperienza americana; guardiamo invece all’America con una varietà di diverse posizioni, a volte contrastanti…"

Una di queste nuove prospettive era quella della cultura popolare. Secondo M. Thomas Inge "la cultura popolare è ciò che noi scegliamo di fare per impegnare le nostre menti ed i nostri corpi quando non stiamo né lavorando né dormendo" e la sua funzione è di dare valore alle esperienze comuni della maggior parte della popolazione".

Il sogno americano, essenzialmente, è l’espressione di questa "esperienza comuna di una larga parte della popolazione". Quindi io ritengo che sia un’impresa remunerativa, negli studi americani, esaminare esempi di cultura popolare americana e verificare come elementi del sogno americano si riflettono in essi: la natura stessa della cultura popolare implica che essa compendia il sistema di valori della società che la produce; d’altro canto, la cultura popolare dà anche forma alla società e quindi possibili cambiamenti negli ideali della società possono benissimo essere colti in anticipo in essa.

Questa tesi cerca di tenere in conto le precedenti considerazioni. Il suo scopo è analizzare come la crisi del sogno americano negli anni sessanta si riflette nella cultura popolare contemporanea, utilizzando la prima serie di Star Trek come caso di studio.

La prima parte incomincia con l’esame delle radici storiche del sogno americano. Il "sogno americano" è più del semplice sogno di successo dell’immigrante: esso denota un insieme unico di ideali sociali e morali specificamente americani. Questi valori furono per secoli estremamente potenti e persuasivi. Fu solo nel vortice degli anni sessanta che per la prima volta essi vennero messi in discussione dalle fondamenta da una parte significativa della popolazione.

La seconda parte inizia con una breve discussione sulla metodologia e continua con un "Introduzione a Star Trek" basata su quella discussione. Esamina la creazione dello show, il suo formato di base, le condizioni della produzione televisiva, i principali personaggi, l’ambientazione, ed il suo impatto sul pubblico e viceversa.

La terza parte traccia i principali elementi del "sogno americano in Star Trek". E’ dedicato ad un’analisi di come il sogno e la sua crisi degli anni sessanta si riflettono nella serie originale di Star Trek.

Tirando le somme si può dire che questa tesi (a) esamina le radici storiche del sogno americano e la sua crisi negli anni sessanta, e (b) investiga su come questa crisi si riflette nella serie televisiva originale di Star Trek.

I. Il sogno americano

Il termine "sogno americano" fu coniato dallo storico James Truslow Adams nel 1931. At the height of the Great Depression he described "that American dream of a better, richer, and happier life for all our citizens of every rank which is the greatest contribution we have as yet made to the thought and welfare of the world" in the preface to his book The Epic of America. Since Adams introduced the term it has been used by a vast variety of writers, scholars, politicians, advertising agents, journalists and others in almost every conceivable context.

At the very beginning of the introduction to his influential work "American Literature and the Dream" Carpenter tried to define the subject of his study. Like many others he came to the conclusion that "the American Dream has never been defined exactly, and probably it never will be." Vague as it may be he nevertheless called it "one of the motivating forces of American civilization", and certainly there is a set of values specifically and uniquely American. These values define what is American and they are so strongly felt and widely accepted that after World War II a House Committee was able to identify un-American activities without ever defining what un-American was.

Hence the American Dream determined patterns of thought and the fate of a nation for centuries and yet at the same time remained vague and resisted definition. Carpenter offered a solution to this quandary by saying that

"I shall partially define the American dream by recalling some of its most famous and explicit expressions in history, and examining the ideas which these have held in common."

Accordingly I will begin this paper with an attempt to outline the "American Dream" by referring to its historical roots and some of its most important elements. Simplifying a complex matter it can be said that it was a combination of three main aspects that laid the ground for the American Dream:

· a mythical aspect referring to the vision of "America" that existed before Europeans actually settled in America,

· a religious aspect referring to the Puritan effort to build a "Citty Upon a Hill" and the subsequent secularization of Puritan work ethics, and

· a political aspect referring to the promises Declaration of Independence and the Constitution, and to the influence of Frontier and Manifest Destiny.

The focus in this examination will be on the religious aspects and the role of Puritanism because many of the main elements of the American Dream can be traced back to Puritan origins.

After the exploration of its historical roots and a brief summary of the American Dream's main components, I will conclude this chapter with an analysis of "American Dreams, American Nightmares" in the Sixties.

Since historical developments can seldom be forced into a decimal system the term "Sixties" will be used according to Edward Purcell's suggestion that

"the cultural decade of the Sixties began sometime between 1957 and 1962, became self-conscious about 1965, peaked between 1968 and 1972, and expired rapidly after 1974."

 

A. Aspetti mitologici: la visione dell’"America"

Le radici del sogno americano affondano nei tempi antichi:

"Molto tempo prima che l’'America' diventasse una nazione, era un continente, e molto tempo prima che si sapesse della sua esistenza come continente, era una visione e un sogno."

La visione di una comunità ideale è probabilmente vecchia come l’umanità stessa. I Greci conoscevano già racconti sulla perduta età dell’Oro e situavano quel paradiso terrestre molto ad occidente, al di là dell’oceano atlantico fuori portata per i comuni mortali. Basandosi sull’antico mito di Atlantide, Platone nella sua Politeía costruì un’ipotetica città eterna in cui regnavano la giustizia e la saggezza. Pochi secoli dopo, Virgilio reagiva al caos intorno a lui immaginando un armonioso paesaggio chiamato Arcadia. Queste utopie avevano una cosa in comune: erano situate in luoghi mitici, irreali che non si trovavano su nessuna carta geografica.

Il sogno dell’utopia non sparì mai e raggiunse un punto di svolta nel rinascimento, un’epoca che segnò la transizione dal mondo medievale a quello moderno. La parola francese renaissance significa "rinascita" e si riferisce al rivivere dell’antichità in molte aree della vita, compreso il mito dell’Età dell’Oro e l’esistenza di un paradiso terrestre al di là dell’Atlantico.

Fino al Medio Evo Up, si riteneva che l’oceano Atlantico fosse ai confini del e l’attraversamento di questo confine dischiudeva nuovi orizzonti dia fisici che mentali. Improvvisamente fu possibile andare oltre l’Atlantico ed era lì che si pensava fosse il paradiso. Il mondo era in subbuglio. Le restrizioni politiche, economiche e sociali della società feudale si ammorbidirono e di aprirono nuove possibilità per il popolo non aristocratico, ma la possibilità di mettere in pratica un potenziale economico e politico, istituita dai cambiamenti fondamentali del quindicesimo e sedicesimo secolo conteneva anche l’eventualità di fallire, di sentirsi persi e confusi. Così l’Utopia di Tommaso Moro (1516) può essere interpretata come una reazione al marasma dei suoi tempi simile all’Arcadia di Virgilio, ma i contemporanei di Moro situarono la sua utopia nel regno reale dell’America scoperta ventiquattro anni prima.

Un’antica tradizione europea vedeva il sorgere della civiltà seguire il corso del sole, da est a ovest. Questo concetto si basava sul fatto che il progresso si era sviluppato in un modello tendente a occidente attraverso i successivi imperi dell’Estremo Oriente, il Medio Oriente, l’Egitto e la Persia, Roma, le città-stato italiane, la Spagna, la Francia e l’Inghilterra. Ciscuna di queste civiltà sembrava aver apportato qualche elemento importante al progresso dell’umanità prima di fare spazio alla successiva. L’America era la nazione più a ovest, e quindi sembrava essere destinata a completare quel grande circolo che era iniziato migliaia di anni prima.

Per gli europei divenne il posto dove realizzare i loro sogni sia idealistici che materiali. In quel tempo esisteva un profondo credo nella realtà dell’Eden. Dopo la loro espulsione, agli umani non era più consentito vivere in paradiso, ma ciononostante esso esisteva e non era vietato cercarlo. Tuttavia, non era solo il "paradiso perduto" ad occupare le menti dei cristiani contemporanei, ma essi credevano anche nel "paradiso futuro": il chiliasmo, la dottrina dell’attesa del ritorno di Cristo per regnare sulla Terra per mille anni, era ritornato ed era stato modificato nel rinascimento. Mentre il cattolicesimo medievale aveva posto il Millennio nel passato, il protestantesimo del sedicesimo secolo lo poneva nel futuro. Si credeva che il secondo paradiso sarebbe stato un paradiso terrestre e che si sarebbe realizzato alla fine dei giorni.

Durante il sedicesimo secolo l’America veniva dipinta come una terra innocente e pastorale in contrasto con la vecchia, immorale e urbanistica Europa. L’America era il paradiso e l’Europe era l’inferno. Tanto i pensatori europei quanto gli artigiani proiettavano i loro desideri sul Nuovo Mondo e questo processo plasmò con decisione lo sviluppo della società americano sin dall’inizio. Serpeggiava la sensazione che "quello era il momento" e che lAmerica era il posto adatto per creare consciamente un nuovo ordine basato sugli ideali filosofici, religiosi, politici ed economici, non deteriorati dalla storia.

Dunque il sogno americano è essenzialmente d’origine europea:

"La colonizzazione e lo sviluppo del continente nordamericnao fu ispirata e condotta secondo le linee guida del mito, tipico dell’Europa centrale, della creazione di un Nuovo Mondo e dell’emergere di un Uomo Nuovo che avrebbe portato una nuova Età dell’Oro."

Il primo ingrediente nella creazione del sogno americano fu l’immagine di un’America dell’Eden che molti europei avevano in mente. In altre parole, gli europei credevano in una

"mitica proiezione dell’America come una terra di latte e miele, un Eldorado nel quale la fontana della giovinezza zampillava per sempre in un paesaggio pastorale."

A. Aspetti religiosi: "A Citty Upon A Hill"

1. Il ruolo del Puritanesimo

Alla fine del sedicesimo secolo sembrava che l’America del nord – come quelle centrale e meridionale – sarebbe diventata parte dell’impero spagnolo, ma le cose andarono diversamente. L’oppressione spagnola si limitò alle aree meridionali mentre la Francia pretese la parte a nord. La Gran Bretagna si assicurò l’accesso alle regioni centrali della costa orientale del nord America. Di tutte queste, solo le piantagioni inglesi avevano il carattere di insediamenti permanenti.

The settlers coming to America on the same ship hardly knew each other before their journey. About the only thing they had in common was that they started a new life in a new continent. The reasons for their decision to emigrate varied, and for some it was voluntary while for others it was out of necessity.

During the first few years the Puritan settlement set up at Plymouth in 1620 had experimented with a community of goods, but in 1623, after having had several bad crops, William Bradford, governor of Plymouth Plantation, came to the conclusion that

"The experience that was had in this common course and condition ... may well evince the vanity of that conceit of Plato's and other ancients ... that the taking away of propertie, and bringing in communitie into a comone wealth, would make them happy and florishing; as if they were wiser then God."

Instead, Bradford continued, "God in his wisdom saw another course fiter for them." This course, which according to Bradford was more apt to the ways of man, was based on the economic principle of private property.

In the beginning the often harsh reality in America forced the settlers to share their scarce resources and organize them collectively, but in the long run this would not have sufficed as a foundation for a lasting social structure. The settlers needed a common identity, something that gave their life a meaning beyond their limited earthly existence. In other words, they needed a consensual ideology, which would justify the use of force as an instrument of political and social integration. Otherwise the centrifugal dynamic inherent to private property as the basic economical principle would have endangered a successful settlement by consistently threatening to break the existing social order from inside. This danger was increased by the abundance of free land in the new continent. In America, Puritanism ideally played the role of the required consensual ideology which created the needed common identity.

The importance of Puritanism for the development of America has long been established. Vernon Parrington took it for granted when he said:

"Common report has long made out Puritan New England to have been the native seat and germinal source of such ideals and institutions as have come to be regarded as traditionally American."

Ralph Barton Perry in his examination of Puritanism and Democracy tried to be a little more exact and presented astonishing figures: in 1776 nearly half of the 2,5 million people living in the Colonies were Puritans. His conclusion was that the influence of Puritanism has been the single most important contribution to the making of the American mind, and the American Dream is an expression of that mind.

L’influenza del Puritanesimo fu così forte che ancora oggi il ritratto del "vero " americano è dominato dalla metafora del WASP: bianco (White), anglosassone (Anglo-Saxon), protestante (Protestant); e naturalmente maschio.

1. La Riforma

A partire dal tardo medioevo c’era stata una vasta richiesta per un rinnovamento interiore della chiesa Cattolica Romana. All’inizio del sedicesimo secolo il teologo tedesco Lutero propose alcune misure di riforma interna ed il loro brutale rifiuto da parte delle autorità ecclesiastiche portarono infine ad un movimento di riforma da cui scaturì la nascita di chiese Protestanti separate.

La diffusione della Riforma fu amplificata dal sottostante conflitto tra un rigido ordine politico e un’economia in fase di cambiamento. La Riforma trovò i suoi alleati nelle classi non aristocratiche, i cui aumentati interessi commericali richiedevano un maggior grado di libertà di quello che la monarchia tradizionale voleva accordare loro. La risposta del Protestantesimo al decadimento sociale del vecchio ordine fu il trasferimento dell’autorità e della responsabilità nella coscienza dell’individuo. In ultima analisi questo significava liberare l’indivisuo dalla stagnazione sociale e mettere in pericolo l’ordine preesistente. L’individuo era direttamente responsabile nei confronti di Dio e la sola istanza di mediazione era la sua stessa coscienza.

However, awareness of individual independence also contained a potential hazard: if an individual set his own particular interest above that of society and gave in to his innate sybaritic impulses, the existing social order would be endangered. While supporting the drive toward freedom from feudalistic dependencies, Protestantism had to invent a new dependence. The solution to this dilemma was Protestantism's negative anthropology: on its own the individual was bad, sinful and prone to damnation; only subordination to God's will offered redemption. This not only demanded a literally "puritanical" way of life, but also a consistent examination of one's soul, which could ultimately only be achieved by a rigid social discipline. Protestantism on the one hand granted a greater degree of personal freedom and on the other required discipline and asceticism, a combination most welcome by the rising capitalistic economy with its emphasis on production for profit instead of consumption.

The importance of the Reformation for intellectual history is that for the first time the unity of medieval belief and thought was split up into a hesitant plurality. Hence the Reformation was an indispensable prelude for modern secularized thought. It quickly spread across Germany and many parts of Europe. Of special importance was the Swiss branch represented by Calvin. Calvinism was of a more militant kind and soon outweighed Lutheranism in some parts of Europe. The Reformed Church, as the Calvin-oriented churches became known, emphasized the doctrine of predestination and was Presbyterian in character.

Both Luther and Calvin accepted the adequacy of the Scriptures for all worldly needs, but other than that their systems were quite different. Luther derived his inspiration mainly from the New Testament and tended towards tolerance of different opinions between believers. He held that

"Neither pope nor bishop nor any other man has the right to impose a single syllable of law upon a Christian man without his consent; and if he does, it is done in the spirit of tyranny."

Thus, according to Luther, Calvinism might be considered to dwell "in the spirit of tyranny" as Calvin abandoned the absolute authority of pope or bishop only to replace it with that of the eldership. Calvin put righteousness above love and received his inspiration mainly from the Old Testament and its emphasis on monarchy and law: where Lutheranism is individualistic, Calvinism is hierarchical; and where Luther believed in implicitly equalitarian ideas, Calvin remained explicitly aristocratic. This caused Vernon Parrington to remark:

"That the immigrant Puritans brought in their intellectual luggage the system of Calvin rather than that of Luther must be reckoned a misfortune, out of which flowed … much of the intolerance that left a stain on the pages of early New England history."

1. Puritanism in England

Prima di dare uno sguardo più ravvicinato agli inizi del Puritanesimo in America desidero fare un breve riassunto delle lotte che ci furono in Europa prima dell'emigrazione dei Puritani.

Nel 1521, King Henry VIII published a paper against Luther's Reformation and the Pope awarded him the title "Defender of the Faith". Ten years later, King Henry was the dissident and he declared himself head of church and state. The founding of the Anglican church was a reaction to the Pope's refusal to divorce him from Catherine of Aragonia. The Church of England, as the Anglican church became known, strictly upheld the absolutist principle in church and state, remaining catholic in character and more or less unspoiled by the ideas of the Reformation. Dominated by the feudal spirit of corporate unity it did not allow for vertical social mobility. Every citizen was born into his place and owed allegiance to spiritual and temporal authorities. Firmly believing in unity of church and state, authority was believed to be of divine origin. Politically, the Anglicans led up to Toryism.

Puritanism is a result of the historical peculiarities of the Reformation in England. The first occurrence of the word "Puritan" was documented in 1564, when it was used mockingly to describe a group of Protestants demanding reforms in doctrine and worship and greater strictness in religious discipline. Puritanism was a Protestant reform movement within the Anglican church, which wanted to purify it from Catholic remnants, and was based on the doctrines of Calvinism. Not a small percentage of Puritans also had a political motivation. As Parrington put it:

"But though English Puritanism was wholly theological in its immediate origins, it gathered about ... all the forces of unrest fermenting in England."

Puritanism was divided into two main fractions: Presbyterianism and Separatism.

In modern terms, Presbyterianism represented a compromise between aristocracy and democracy. In contrast to the traditional Episcopal church it consisted of congregations. Two or more of these congregations made up a presbytery. Two presbyteries again were combined to a synod. The divine right was substituted by an elective stewardship, but nevertheless Presbyterianism was prone to becoming an oligarchy. Rejecting absolutist hierarchies it relied on Calvinism, which upheld the principle of a state-church, but saw the church controlled by an eldership elected by the members of the congregation. The eldership had final authority in doctrine and discipline. Presbyterianism drew its main support from the middle classes. In comparison to the Church of England it had been influenced by what finally would become known as the doctrine of natural rights, but on the whole it restricted natural rights to property rights. Its parliamentary equivalent was to be found in the Whigs, its political in capitalistic imperialism.

Separatism is a collective term for Puritans that were more or less consciously democratic in spirit. They wanted to separate from the Church of England and set up independent congregations on a local and self-governing basis. In contrast to Presbyterianism every congregation was to be regarded as a self-sufficient, independent unit. They were not combined to form a presbytery and consequently there was no ecclesiastical hierarchy at all. Separatist ideas sparked off fierce antagonism from Presbyterians and Anglicans alike. If Presbyterians found their basic ideas in Calvin's strict doctrines, Separatists tended towards the more tolerant system of Luther. His idea of the "priesthood of all believers" implicitly contained an individualism that proved to be a great disrupting force to the idea of rigid corporate unity. Separatism represented the left wing of the Puritan movement and politically led up to the Democrats.

In 1603, King James I. succeeded Queen Elizabeth and proclaimed himself the first King of Great Britain. Only one year later a conference of Anglican bishops at Hampton Court condemned Catholics and Puritans alike. This was an attempt to control the growing opposition against absolutism and marked the beginning of religious persecution. The Puritan dream of a reformed Anglican fighting Rome and its Spanish allies had to be abandoned in the presence of James' harsh regime. The reality was "that bitter war ... about ceremonies and service book, and other popish and antichristian stuff, the plague of England to this day."

The Separatists of the Scrooby congregation decided to emigrate and found refuge in the city of Leyden in the Netherlands. In 1610, John Robinson, their theological leader, published his influential "Justification of Separation from the Church of England", in which he developed his idea of Congregationalism that ten years later would serve as a base for the democratic church model adopted by the Pilgrim Fathers. Approximately twelve years after their arrival in the Netherlands, rising unemployment, fear of secularization and the threat of Arminianism caused part of the Leyden Puritans to join a group of London merchants in order to emigrate to America.

In the beginning mainly Separatists emigrated, but this changed after King Charles' accession to the throne in 1625. The pressure on dissenters and particularly on the Puritans increased and after the dissolution of parliament in 1629 many moderate Puritans decided to emigrate.

Having said this it must be added that religious persecution was not the only reason for emigration. Numerous grievances caused by the revolutionary economic changes of the time contributed to the stream of emigrants. The increased demand for wool in the mid-sixteenth century had made sheep-breeding very profitable. The necessary expansion of pastures left many small farmers and farmworkers without means of subsistence. Poverty had been declared to be internal enemy number one by Queen Elisabeth. Nevertheless unemployment reached the cities and combined with a general inflation this caused many members of the lower classes and the gentry to leave the country and project their hopes to the New World. In the third and fourth decade of the seventeenth century the stream of emigrants reached a preliminary climax. Until 1640, approximately 70 000 people had left Britain for the New World, 18 000 of which went to New England. The others headed towards Virginia, the Bermudas and the West Indies.

1. Il Puritanesimo in America

The colonial ventures were usually organized as joint-stock companies with all stockholders sharing profit and loss. Royal charters described their rights and authorized them to establish an administration and to enact laws in their new surroundings. In spring 1606 the London Company of Virginia received a charter from King James to set up a settlement in Virginia and one year later Jamestown was founded. The main motivation of these adventurers was to find gold or other riches. The royal charter was renewed and extended several times, but in 1624 the company was dissolved and Virginia became Crown Colony.

About the same time the Protestant Reformation gave a different twist to the development in America. The above mentioned Scrooby Separatists had obtained a patent from the London Company of Virginia granting them the right to settle near the northern boundary of the Company's territory and entitling them to self-government. Unlike the Virginians they were not hopeful adventurers trying to gain worldly riches but Separatists who ultimately fled from persecution looking for a place to live according to their religious convictions. The "Mayflower" landed north of Virginia in Cape Cod and because their charter was not valid in that area they decided to supplement their democratic church government with an informal democratic civil government. The result was the "Mayflower Compact", which has often been called the substratum of democracy in America.

a) The Massachusetts Bay Colony

Plymouth always remained a small settlement and the "Great Migration" of Puritans from England started a few years later. In 1629 a group of Puritan merchants had founded the Massachusetts Bay Company and received a charter from King Charles. John Winthrop, a country gentlemen from Suffolk, was unanimously voted governor of the company. In 1630, he brought hundreds of colonists to America. His passengers came from all walks of life and their geographical origin was just as varied as their social roots.

Hence Winthrop knew that it would not be an easy task to model them into a community. What they needed was a common cause that would forge them together and to further that process Winthrop contrived a sermon entitled "Christian Charitie", which according to a historian writing in 1966 "is almost as relevant to an understanding of America today as it is to an understanding of the Puritans of 1630."

Winthrop began his sermon with the words

"God Almightie in his most holy and wise providence hath soe disposed of the Condicion of mankinde, as in all times some must be rich some poore, some highe and eminent in power and dignitie; others meane and in subjeccion"

and continued a few paragraphs further that

"All men being thus (by divine providence) rancked into two sortes, riche and poore."

The sermon was an appeal to every single person among the emigrants not to forget that despite all differences "wee must be knitt together in this worke as one man." In contrast to the Separatists of the Mayflower, Winthrop and his men were Presbyterians. They did not want to separate from the Anglican Church. They wanted to prove to the people of England and the rest of the world what the Reformation could be if completed:

"… men shall say of succeeding plantacions: the lord make it like that of New England: for wee must Consider that wee shall be as a Citty upon a Hill, the eies of all people are uppon us;"

The building of a "Citty upon a Hill" was the magic metaphor and everything had to be subordinated to that goal. The metaphor is taken from Matthew 5:14, a verse beginning with the words "Thou art the light of the world."

To fully understand the importance of these words we have to appreciate the Puritans' typological perception of reality. "Typology" is "the doctrine or study of types or prefigurative symbols especially in scriptural literature" and is not easy to comprehend in terms of secularized modern thought. Occurrences of the Old Testament were thought to be a prefiguration of later and present events. Between the various stages of this development a progression toward fulfillment was assumed, which meant that later events were more perfect versions of earlier ones. Adam, for instance, was considered to be an imperfect prefiguration of Jesus: He did not resist temptation and was responsible for men's fall; Jesus on the other hand did resist temptation and became the antitype of prophecy, a culmination in a historical as well as in a spiritual sense. The resulting belief in steady progress toward perfection became an important part of the American Dream.

When Winthrop closed his sermon with a reference to Moses as leader of the chosen people, he typologically implied that Moses was but an incomplete version of himself, and to his audience this did not sound impudent. In Winthrop's biography Cotton Mather later said that "… This Eminent Person was by the Covenant of all, Chosen for the Moses …." Winthrop was Moses just as New England was Israel. The prophecy that the Lord would lead the people of Israel to the Promised Land was a prefiguration of their own enterprise. Medieval history was but a prelude to the New England settlements. America was the Promised Land and God guided their way to build "a citty upon a hill."

Winthrop and his men had a sense of mission. They were "the light of the world" and the world was not only watching their plantation, the world was going to be refashioned according to their "Model of Christian Charitie". To the Puritans their emigration was part of God's Wonder-Working Providence:

"Know this is the place where the Lord will create a new heaven and a new earth ...."

If the first ingredient to the American Dream was a mythic vision of America as paradise on earth, the second was the religious concept of America as a "Citty upon a Hill".

a) Predestination and Theocracy

Another key to the understanding of Puritan thinking is the doctrine of predestination. To Puritans the world was made according to God's will and everything happened because God wanted it to happen. This concept permeated their whole culture and thus, for instance, a historian's task was not to faithfully record reality but to discover God's plan in every detail of the world. History was the manifestation of God's will and historiography its revelation.

This view of reality makes it seem logical that, as Perry remarked, "Puritanism tended towards Theocracy." If the world is a manifestation of God's will, no one would be better suited to govern it. In the words of John Cotton, the colony's most influential thinker in theological matters:

"Theocracy, or to make the Lord God our Governour is the best Form of Government in a Christian Commonwealth, and which men that are free to choose (as in new Plantations they are) ought to establish."

The Lord God is the supreme civil ruler and his laws are being interpreted by the ecclesiastical authorities, namely John Cotton. The Massachusetts Bay theocracy peaked between 1648 and 1690. Combined with Puritan zeal and righteousness this form of government led to a rigorous approach toward dissenters like Anne Hutchinson and Roger Williams. The latter founded Rhode Island, which according to Parrington produced "a theory of commonwealth that must be reckoned the richest contribution of Puritanism to American political thought." Among the greatest achievements of the Rhode Island settlement was the separation of church and state.

Thus the Puritan beginnings were twofold: in the Plymouth Plantation and for example in Rhode Island a democratic seed was planted, which would later begin to grow and blossom, but around Massachusetts Bay theocracy was the political system of choice. And theocracy did not support any tendency toward democracy:

"... a Democratie is, among most Civill nations, accounted the meanest and worst of all formes of Government, ... it hath been allwayes of least continuance and fullest of troubles."

The doctrine of predestination had another important consequence. Individuals were either chosen for salvation or doomed to eternal condemnation. The decision had been made by God long before the beginning of time and could not be understood or changed by man. Also, individuals had no possibility of finding out whether they were saved or doomed. This led to an existential insecurity and Puritans took refuge in the reassuring assumption that God's permission to become successful was a sign for being chosen. Hence they devoted all their energy to success. Success was not the reason for salvation but became proof thereof. To be successful was to be close to God. The inversion of this formula also worked well: Those who were not successful were not meant to be. If, for instance, the Indians were eradicated by war or disease they were dispensable in God's universal plan.

To prevent indifference and fatalism as a consequence of the doctrine of predestination, Calvin established so-called secondary reasons. These causae secundae made the individual responsible for voluntary actions. It was, for example, Adam's free decision to sin and give in to temptation. Nevertheless it remained a somewhat paradoxical endeavor to combine free will with predestination.

The will to work hard, combined with dedication to success and the simultaneous call to asceticism, seemed ideally suited for the rising capitalistic economy. However, there is nothing in John Winthrop's "Model of Christian Charitie" that would support such view. Winthrop was aware of the huge social differences between the emigrants and had no intentions to change them, but nevertheless the sermon is saturated by the spirit of charity and the emphasis is on "love" as "the bond of perfection" rather than on material wealth. He stated that the rich must share their riches with the poor and to emphasize the validity of his statement he quoted Matthew 5:42: "From him that would borrow of thee turne not away."

Another example for the colony's uneconomic spirit is the case of the merchant Robert Keaynes, who in 1639 was accused of having made a profit of six or eight pence out of a shilling. He was sentenced to pay a penalty of £200.

Summing up, it can be said that about this time the Puritan work ethic was motivated by idealism and not materialism. At the middle of the seventeenth century it still seemed possible to the Massachusetts Bay Puritans to build their "Citty upon a hill". The capitalistic spirit of "getting the most out of it" had not yet infected the colonial community, but its seeds were already sown.

a) Secularization

From the very beginning secularization was one of the main perils to the Puritan system. Only church members were allowed to acquire the status of "freeman", and only freemen were entitled to franchise. This was the political foundation for theocracy.

Around 1640 the political scene in England began to change rapidly. Parliament was summoned again by King Charles and dominated by moderate Puritans like John Pym. In 1642, the English Civil War began and ended six years later with the Puritan Revolution, when Oliver Cromwell, an Independent Puritan, seized power. In 1649 Charles was executed and monarchy abolished.

What at first must have seemed like a dream come true to most Puritans had a most unwelcome effect on the New England settlements. The stream of immigrants had kept the colony's fragile economic balance. One consequence of the drying up of this stream was a near collapse of the domestic market, which forced the settlers to intensify export trading. Trade with the West-Indies became the foundation of a flourishing economy. New England grew to be the trade center of the New World, but its rigid social order did not change accordingly.

The overwhelming economic influence of the merchants was contrasted by their absolute political impotence. In 1646, Dr. Robert Child had tried to loosen the tight regulations for church membership and franchise, but his proposals were sharply rejected by the General Court.

Nevertheless Puritan leaders were in an increasingly intricate position: To voluntarily abandon the original religious objectives was out of question, but to keep ignoring fundamental economic developments and necessities was just as impossible. The synod of 1679 was almost exclusively dedicated to the moral degeneration of the settlement. Its results were summarized in Increase Mather's The Necessity of Reformation (Boston, 1679), which listed and denounced all kinds of sinful behavior like preference of worldly goods to the welfare of the soul, excessive drinking, sexual permissiveness, usury and many more, but the community had become what Parrington called "sermon-proof".

Soon Increase Mather's laments were to be overshadowed by other events. In 1684, King Charles II. withdrew the colony's charter. Two years later the New England colonies were combined to form the "Dominion of New England" and all institutions for self-government were abolished. Although this remained a short intermezzo ended by the Glorious Revolution and the enthronement of William of Orange in 1688, the old charter was not restored. The governor was to be appointed by the king and not voted by the community any more and the right to vote - hitherto limited to church members - was now granted to every male adult possessing at least 40 shillings.

With these measures the political foundation of theocracy had been removed. In essence they were but an overdue adjustment of the political system to the economic and social reality. Theocracy had ceased to be the predominant force in the colony. Merchants and traders could now begin to translate their economic position into political power.

a) The Way to Wealth

Cotton Mather characterized traditional Puritan virtues when he said that "There never was an eminent man that was not an industrious man." Mather explicitly said "eminent" and not "wealthy". Discipline, industriousness and frugality were Puritan virtues indeed and derived of their theological content they proved helpful in the propagation of a new way of production that thrived on strict self-control. To the early Puritans these virtues had been an end in itself whereas to the new generation they were only means to an end, and that end was not idealistic in nature but materialistic.

The Puritan theocracy tried to stem the tide of profanation until the very last and it was only through the process of secularization that these virtues became the means to achieve "worldly success". The prototype of this new generation of rationalists was Benjamin Franklin: "While paying lip service to God and virtue, Franklin clearly had his eye on material success: nothing is so likely to make a man's fortune as virtue. Virtue is a means, worldly fortune the end."

One of Franklin's greatest successes as a printer was the annual publication of an almanac called Poor Richard. Published between 1733 and 1758 it contained a series of proverbs, maxims and popular aphorisms dealing with all kinds of matters from personal conduct to the relations between man and society. The last edition of the almanac in 1758 included a preface called "Father Abraham's Speech". This was reprinted several times and as "The Way to Wealth" it became a key document to the understanding of the new American ideal. Aphorisms like "Early to Bed, and early to rise, makes a Man healthy, wealthy and wise" epitomize Franklin's secularized approach towards Puritan virtues:

"In short, the Way to Wealth, if you desire it, is as plain as the Way to Market. It depends chiefly on two words, industry and frugality."

Franklin surely did not mind being an eminent man and the popularity that came with it, but he emphasized the virtue of being industrious for a different reason: it smoothened "The Way to Wealth". An important consequence of this shift in emphasis is that success or failure was not exclusively determined by predestination anymore. The responsibility for success or failure now firmly rested within the individual: "God helps them that help themselves."

America had abandoned the old Puritan goal of an idealistic paradise and began to turn into a materialistic "land of unlimited opportunities." The Puritan religious idealism had been transformed to sustain a profane materialism. Therefore the attainability of personal success as a result of the secularization of the Puritan work ethic is the next ingredient to the American Dream.

A. Aspetti politici: "A Democratic Utopia"

In the first half of the eighteenth century the English colonies were surrounded by Spanish Florida in the South and French Canada in the North. I Francesi rivendicavano anche i territori ad ovest dei Monti Appalachi. Questo avrebbe ristretto le colonie inglesi ad un’area piuttosto piccola, in confronto, tra la costa Atlantica ed i Monti Appalachi. If England would have accepted the French claim, the colonies could not have expanded any further. A result of this latent conflict was the "French and Indian War" (1754-1763), which was caused by English settlers advancing into the Ohio valley. Britain won the war and in 1763 the Paris Peace Treaty was negotiated by Benjamin Franklin. England gained access to the territory west of the Mississippi and thus dominated the continent from the Mississippi to the Atlantic and from Hudson Bay to the Gulf of Mexico. The door to westward expansion was flung wide open and this gave a new emphasis to the frontier as part of the American experience.

The conflict between the colonies and their mother country leading up to the foundation of the United States of America was sparked off by two major problems. The first one was westward expansion. The English government did not allow private land purchases in the former French territories west of the Appalachian Mountains. To the settlers it seemed that the government wanted to prevent them from taking their spoils of the war. However, westward expansion was not seriously inhibited by English legislation.

The second problem proved to be more disruptive. In England many people believed that the colonies should pay a contribution to the just finished war and therefore taxes were both introduced and increased. The colonies reaction to this measure was stronger than expected and can be summarized in the slogan "No taxation without representation." The "Stamp Act Crisis" of 1765 had suddenly brought the colonies to the brink of rebellion. Remarkable about this process were two things: first the determined will of resistance by the colonies, which was grossly underestimated by the English government, and secondly the unity with which this resistance was demonstrated by the American people.

1. Democrazia ed il crogiolo delle razze

L’indipendenza non fu il motivo principale per lo scoppio della "Guerra d’Indipendenza". In principio tutto ciò che le colonie volevano era giustizia. La lotta per i loro diritti solo gradualmente si trasformò in una lotta per l’indipendenza. Fu soltanto nel giugno 1776 – esasperato dalla durezza della guerra, dall’incapacità di Re Giorgio e dai pamphlet politici come Common Sense di Thomas Paine – che il Congresso Continentale istituì un comitato per mettere a punto una dichiarazione di indipendenza. Il comitato chiese a Thomas Jefferson di abbozzare la dichiarazione. Oggigiorno non è la lunga lista dei torti ad attrarre maggiormente l’attenzione, ma il preambolo con la sua affermazione di filosofia politica:

"Noi crediamo che queste verità siano implicite nell’essere, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi vengono dotati dal loro creatore di certi diritti inalienabili, che tra questi ci siano la vita, la libertà e la ricerca della felicità."

Gli stesori della Dichiarazione di Indipendenza fissarono molte delle assunzioni politiche del sogno americano. I punti principali sono i seguenti:

(1) Che tutti gli uomini sono uguali e che essi vengono dotati di diritti inalienabili tra i quali vita, libertà e la ricerca della felicità.

(2) Che i governi vengono istituiti per assicurare questi diritti e che essi derivano il loro just potere dal consenso dei governati.

(3) Che è nel diritto del popolo modificarlo o abolirlo, e istituire un nuovo governo, nel caso che esso divenga contrario a quelle finalità.

Naturalmente questi principi non erano né nuovi né di origine Americana, ma fu sicuramente la prima volta nella storia che la filosofia dei diritti naturali di Locke venne traslata in termini politici come fondamento di un governo. Questo aggiunse una dimensione politica al sogno americano.

Il passo successivo fu l'approvazione della Costituzione nel 1787. Una delle parti più frequentemente quotate della Costituzione è il suo preambolo:

Noi popolo degli Stati Uniti, allo scopo di formare un'unione migliore, assicurare establish la giustizia, assicurare la tranquillità in patria, organizzare la difesa comune, promuovere il generale benessere, e assicurare la benedizione della libertà a noi stessi e i nostri posteri, ordiniamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Uniti d'America.

Questa frase definisce la fonte dell’autorità per i seguenti articoli costituzionali. Il "popoloe" a quel tempo signifivava l’elettorato responsabile, e quindi in senso letterale l’autorità che presiedeva la costituzione era un gruppo limitato piuttosto che "tutto il popolo". La definizione di "ppopolo" è stata da allora estesa da misure come l’abbandono dei requisiti di proprietà necessari ad esprimere il voto, il Quattordicesimo Emendamento, l’affrancamento delle donne, e ultima ma non meno importante la legislazione dei Diritti Civili del 1964-65.

Nel 1791, la Carta dei Diritti del Cittadino fissò le libertà individuali di base, come la libertà di religione, stampa, parola e assemblea. Anche se la realtà in America era, ed è, piuttosto diversa rispetto alle promesse della Dichiarazione di Indipendenza, la Costituzione, e la Carta dei Diritti, essi rappresentanno una svolta nello sviluppo degli ideali democratici. Per molti Europei che soffrivano il regno di monarchie assolute parole come queste devono essere sembrate l’avverarsi di un sogno, come "il paradiso in terra ".

Il fine dell'America era "nient'altro che stabilire un'utopia democratica di libertà, prosperità e virtue pubblica", e quest'utopia sarebbe stata aperta all'intera umanità. L’idea dell’America come un crogiolo di razze is è vecchia come gli Stati Uniti stessi. Venne formulata per la prima volta nel 1782 da un francese che abitava a New York, de Crèvecoeur, nelle sue Lettere da un agricoltore American, pubblicato a Londra: "Qui, individui di tutte le nazioni sono amalgamati in una nuova razza di uomini, le cui fatiche ed eredità porteranno, un giorno, grossi cambiamenti nel mondo." Questo concetto diventò popolare quando l’opera di Israel ? Zangwill The Melting Pot, andata in scena per la prima volta il 5 ottobre 1908, fu un immediato successo in tutta la nazione. L’opera colpì un tasto molto sensibile e presto la metafora del crogiolo di razze rappresentò un aspetto importante del sogno americano.

1. Il fato manifesto e la Frontiera

The secularization of the "citty upon a hill" had changed its political foundation from theocracy to democracy, but Winthrop's vision that "men shall say of succeeding plantacions: the lord make it like that of New England" was shared by Americans of generations to come. The idea to serve as a model for the world survived secularization, and democracy was now part of it. The Puritan awareness of being a chosen people was firmly implanted into the political dimension of the American Dream.

In 1802 Thomas Jefferson wrote in a letter to J. Priestley: "It is impossible not to be sensible that we are acting for all mankind." One year later, he agreed to the Louisiana Purchase, which included the larger part of the lands between Mississippi, Missouri and the Rocky Mountains and laid the foundation for the conquest of the west. The Louisiana Purchase was to the Mississippi boundary what the Paris Peace Treaty of 1763 had been to the Appalachian Mountains.

In 1837 President Andrew Jackson claimed in his "Farewell Address to the People of the United States" that "Providence has showered on this favored land blessings without number and has chosen you as the guardians of freedom to preserve it for the benefit of the human race."

In 1845 westward expansion received an attractive and powerful label. Defending the annexation of Texas the journalist John O'Sullivan wrote an article in which he argued that the exploitation and the occupation of the North American continent were the Manifest Destiny of the United States.

In 1890 the Superintendent of the Census declared that "the unsettled area has been so broken into by isolated bodies of settlement that there can hardly be said to be a frontier line." Three years later, in a speech to the American Historical Association, the young historian Frederick Jackson Turner came to the conclusion that

"The existence of an area of free land, its continuous recession, and the advance of American settlement westward, explain the American development."

This statement became known as the frontier thesis and influenced generations of scholars in their attempt to explain the American experience. Turner underlined the uniqueness of American development and concluded that "these free lands promoted individualism, economic equality, freedom to rise, and democracy." An important aspect of the frontier was its function as a safety valve. Due to the existence of free land beyond the frontier, Americans never had to solve their conflicts "in loco" and instead could simply move on for a new beginning.

After the continent was conquered America extended its Manifest Destiny to areas beyond the West:

"For nearly three hundred years the dominant fact in American life has been expansion. […] That these energies of expansion will no longer operate would be a rash prediction."

And this observation was correct: around the turn of the century the USA intervened on numerous occasions in Middle and South America, declared war on Spain, occupied the Philippines, annexed Hawaii and demanded an Open Door into Asia. At the beginning of the twentieth century more interventions followed: in the Dominican Republic (1905, 1916), Cuba (1906, 1912), Nicaragua (1912), Mexico (1914) and Haiti (1915).

These interferences were manifestations of the missionary spirit President Wilson described in his official declaration of war in 1917: "The world must be made safe for democracy." Despite strong currents of isolationism this attitude remained a dominant quality in American foreign politics and can be observed until today.

Anche dopo la chiusura della frontiera, lo spostamento verso ovest continuò. Si credeva ancora che il paradise si trovasse da qualche parte nel west. La California, essendo lo stato più ad ovest era il nuovo Eliseo ed i rifugiati dal Dust Bowl non volevano rimanere "a est dell’Eden." Tra il 1940 e il 1960, la California più che raddoppiò la sua popolazione e nel 1963 surpassò New York come stao più popolato. L’annessione dell’ Alaska e delle Hawaii nell’Unione nel 1959 simbolizza il persistente muoversi verso ovest della popolazione.

Vorrei chiudere questo capitolo con una citazione di Ronald Reagan, che nel 1980 aveva "proclamato il sogno di un America che sarebbe diventata ‘una splendente città sulla collina’." Più di tre secoli e mezzo dopo il memorabile sermone di Winthrop, l’America credeva ancora nel sogno della "citty upon a hill".

A. I principali elementi del sogno americano

Avendo discusso le radici mitologiche, religiose e politiche del sogno americano, vorrei ora elencare brevemente i suoi elementi principali. Strictly speaking it is an impossible task to reduce such complex phenomenon to its main components and yet keep its puzzling complexity. An abstraction of main elements will inevitably omit important aspects and distort the picture of the whole. Therefore I do not claim to give a universally valid classification of the American Dream. Such venture would like any effort to achieve something even remotely resembling a definition necessarily be bound to fail.

In their booklet on "The American Dream" Fossum and Roth stated that

"… we could not begin to mention, let alone analyze, every feature of the Dream. Nor could we expect to point out all the ways in which they are interwoven; the warp and woof of the Dream are much too intricate for that. We can only hold the fabric up to the light, identify its major strands […]."

The most important "major strands" in the fabric of the American Dream are

· a belief in steady progress towards a perfect society and personal success

· a belief in democracy as government of the people, by the people and for the people as the exclusive sponsor of liberty and equality,

· the idea of the melting pot that in America people of various nationalities, religious beliefs and ethnic origins are forged into something new and specifically American,

· the notion of the continuous challenge of the frontier, both as geographical reality and as symbol,

· the belief in the manifest destiny that America has been chosen by God to free the rest of the world from despotism and darkness.

A. American Dreams, American Nightmares

"Sogni americani, incubi americani" ("American Dreams, American Nightmares") è il titolo di una collezione di saggi raccolti da David Madden e pubblicati dall’Università dell’Illinois del Sud nel 1970. Nel prossimo capitolo spiegherò molto brevemente come il sogno americano si trasformò in un incubo.

1. The Quest for National Purpose

The post-war period in America generally is portrayed as an idyll, a time of consensus. Historians like Hofstadter, Hartz and Boorstin described the American past "as a homogenized culture without significant class, ethnic, or racial conflict" and among social scientists such terms as "disharmony, disequilibrium, maladjustment, disorganization" were considered "bad things".

However, the seeds for disharmony were already sown. As the 1950s drew toward their close, a mood of dissatisfaction began to spread and during the 1960s took hold of almost every aspect of the American Dream. The Dream had suffered a major setback during the Great Depression. Since then the economy appeared to have recovered, but despite the prosperous fifties poverty had persisted throughout the United States. Also, technological progress began to show side effects and first voices of caution against unhampered technological progress could be heard.

The 1954 Supreme Court decision against segregation in Brown v. Board of Education was a step towards the realization of constitutional promises and in support of that decision President Eisenhower in 1957 sent paratroopers to Little Rock to protect black students enrolling at Central High School. Nevertheless reality was dominated by the doctrine of "separate-but-equal", and the Civil Rights movement had begun to draw attention to the persisting injustices.

The USA had emerged from World War II as the leading world power, and this seemed to underline America's manifest destiny. However, in 1957 the Soviet Union launched Sputnik, the first earth orbiting artificial satellite. This technological feat on part of the supposedly backward Russians took the American public by surprise and shook the foundations of America's postwar self-confidence. The Sputnik shock led to a revision of the educational system and to the foundation of the National Aeronautics and Space Administration (NASA) in 1958. It also sparked off the national space program, which would become part of Kennedy's "New Frontier."

In May 1960, Russia announced that it had shot down an American spy plane, the U2. The United States immediately denied the charge, claiming that it was a "weather plane" strayed from its course. In return, Khrushchev produced Francis Gary Powers, the CIA pilot, revealing the American lie. The U2 incident harmed America's reputation throughout the world and back home its effect was even more fundamental: Eisenhower had not only lied to Khrushchev but also to his own people and this incident marked the beginning of an increasing credibility gap between the American public and its government which would culminate with Watergate in 1974.

The mood of increasing discontent resulted in a quest for national purpose. In February 1960, Eisenhower created a President's Commission on National Goals and in the summer Life and New York Times jointly published a series of essays on "The National Purpose". Among the authors of this series it was consensus that "the American purpose was not so much national as international" and that America's mission was "the liberation of humanity". Domestic problems were thought to be of secondary importance and thus they

"… routinely scored excessive materialism, complacency, flabbiness, selfishness, apathetic and aimless affluence, and moral confusion; but those and other ills needed remedying especially because they impaired America's global performance and reputation."

In November, the President's Commission issued its report on Goals for Americans and it echoed a similar tune: "The 'ultimate goal' was 'to extend the opportunities for free choice and self-determination throughout the world'."

Kennedy's "New Frontier" proved to be strikingly similar to the Commission's recommendations. New Frontier Democrats and moderate Republicans both agreed on the grandiose conception of the American mission and the difference between them was limited to domestic goals and the proper role of the federal government. Jeffries concludes that:

"Despite the anxieties of the late 1950s, the belief in America's rectitude, power, and global mission … persisted into the 1960s. […] Only later, with the collapse of the New Frontier and much of its reputation in the turmoil of the late 1960s, did the messianic global conception of the national purpose … undergo rethinking."

1. The Crisis of the American Dream

Historical accounts of the Sixties describe the period as "Years of Discord", "The Lost Consensus", "Into the Maelstrom", or simply as "Coming Apart". A quick glance at the already mentioned discrepancies between the grand promises of the Dream and the unpleasantly conspicuous shortcomings of its reality reveals why Madden in 1970 talked about the "Dream defunct".

The ideal of steady progress towards a perfect society was contradicted by almost everything that happened in the Sixties. Instead of progressing towards perfection society seemed to be heading towards disaster. Furthermore, the belief in technical progress had resulted in the rape of natural resources and had turned into a serious menace threatening not only the Dream but also the dreamers. Ever since their first contact with white immigrants American Indians had commented upon the incomprehensible way the White Man treated nature. The nemesis of the Dust Bowl, the poisoning of the waters, and the pollution of the air - to name but a few catchwords - had finally brought the message home that progress was about to turn paradise into a waste land. In February 1965 none other than President Johnson wrote in a special message to Congress that

"l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, la stessa ria che respiriamo, cono minacciate dall'inquinamento."

Similarly, the value of success as the only goal in life was being questioned. The emerging counter culture of young Americans did not believe that success and wealth result in happiness. They rejected their parent's way of life and voluntarily dropped out of the "rat race". David Madden's fictitious "atheist of the American Dream" remarked: "Even those who make the Horatio Alger dream come true become restless, heartsick, ulcer- and anxiety ridden."

As for liberty and equality: In August 1963, Martin Luther King had articulated his version of the American Dream, when he said that

"Io ho un sogno. E’ un sogno che affonda le sue radici nel sogno americano. Ho un sogno, che un giorno, sulle rosse colline della Georgia i figli di alcuni che erano stati schiavi e i figli di quelli che erano proprietari terrieri saranno capaci di sedersi insieme al tavolo della fratellanza."

The Civil Rights movement gained momentum and pressured the Johnson government into the passing of Civil Rights laws, but to some black leaders the results amounted to little more than cosmetic surgery to a decayed system. In 1968, a few months after King's assassination, a black student leader told Democratic candidate Hubert Humphrey that

"I don't believe in the American Dream, because the American Dream doesn't believe in me. The American Dream for the black man is nothing more than a nightmare."

And it was not just blacks that were excluded from the American Dream. Red Indians lived in reservations, deprived of their land; Chicano farm workers were fighting for their rights; and Chinese and Japanese well remembered the Chinese Exclusion Act or the relocation camps after Pearl Harbor. The ideal of America as a melting pot for all races, as the forge for a new and more perfect kind of human being was for the first time consciously repudiated by a significant part of the population. At the end of the Sixties America resembled not a melting pot but a salad bowl, in which all races are tossed together but do not mix at all. And it was a bitter salad, too.

If American self-confidence was shaken by Sputnik, it was destroyed by Vietnam. Eisenhower had committed the United States to the preservation of South Vietnam's independence, Kennedy had increased that commitment and Johnson escalated it. What had started with a few military advisors had turned into an undeclared war, and what had in the beginning been an attempt to preserve South Vietnamese independence had become "largely an exercise in protecting American credibility." From the American point of view, the Vietnam war went through three major phases:

· 1960 to 1965: Entanglement. There were American military advisors, equipment, and money, but the Vietnamese soldiers did most of the fighting.

· 1965 to 1970: Escalation. Fighting was taken over by regular American ground troops and Johnson commenced bombing of North Vietnam. The Tet Offensive was in a sense the center of the war.

· 1970 to 1975: Vietnamization. American troops were withdrawn and on April 30, 1975 the Saigon government and army collapsed.

By October 1967 only 44 percent of the American public still supported the American involvement in the war, and opposition was growing. The war in Vietnam also served as a catalyst to domestic conflicts and offered "the key to a systematic criticism of America." In the words of a Johnson aide:

"Vietnam was a fungus slowly spreading its suffocating crust. …No matter what we turned our hands and minds to, there was Vietnam, its contagion infecting everything that it touched, and it seemed to touch everything."

Within a few weeks of the Viet Cong's Tet Offensive in early 1968 public support fell to 26 percent. For North Vietnam, Tet was a military defeat but a political and moral victory. The main significance of the Vietnam war to the American Dream was that "by its end, defeat and disillusion would for the first time be a significant part of the national experience."

Polarization of American society was in full swing and the nation was in desperate need of an integrating personality. In November 1967 Robert Kennedy had delivered a spontaneous speech on national television against the American slaughter of the Vietnamese. Kennedy's opinion was of special importance as in the early Sixties he had helped fashion the strategy of counterinsurgency in Vietnam. Finally convinced that President Johnson was not going to do anything about the war or about the problems in American cities, he decided to run for presidency and declared his candidacy on March 16, 1968.

Robert Kennedy was "the last liberal who could reach both races as well as both generations" and his "eighty-five-day campaign stirred an emotional groundswell never before seen in American politics." To many people of all races and from all walks of life, Kennedy

"symbolized the lost idealism of the New Frontier, the flickering hope that all classes and races really could share in the American Dream."

However, this hope should remain a flicker suffocated by the chaos of 1968.

On April 4, Martin Luther King was assassinated. Riots broke out in more than a hundred cities. On June 6, Robert Kennedy was shot. Within only two months two of the most needed men had been killed, two important symbols of hope and unity in America had been destroyed by violence. The Democratic convention in Chicago in August 1968 symbolized the state of the nation: the violent oppression of demonstrations by Mayor Daley's police force made the city look a battlefield. The war in Vietnam had turned into a war at home, and life in America would never be the same.

A few months later, Richard Nixon was elected President. Writing about Nixon's presidency Blum concluded that "he was sane, and he was responsible; but his were the characteristics of a disturbed personality." The 1964 Presidential candidate Barry Goldwater later described Nixon as "the most dishonest individual I have ever met in my life ... Nixon lied to his wife, his family, his friends ... his own political party, the American people, and the world."

One of Nixon's first major acts as president was "Operation Breakfast": the bombing of Cambodia, which at the time was a neutral country. The polarization of American society continued and domestic protest against the war increased. On May 4, 1970, the Republican governor of Ohio ordered the national guardsmen to the campus of Kent State University to dissolve a protest rally. They fired a volley into a crowd of students, hit fifteen and killed four, of whom two were just observers. America was shocked.

After the congressional elections in 1970 the "Committee to Re-elect the President" (Creep) was founded. Creep's main task was to raise money for Nixon's campaign and to undermine the unity of the Democratic Party. The organization was quite efficient at both tasks, until in the early hours of June 17, 1972 burglars hired by Creep agents were caught breaking into the headquarters of the Democratic National Committee at Watergate, a complex of apartments and offices in Washington, D.C.

At first Nixon denied knowledge of the break-in, but two journalists of the Washington Post published documents proving that he was involved. The series of scandals that followed became known as "Watergate". Basically it was the cover-up and not the break-in that brought down the Nixon administration. Being threatened by impeachment, Nixon resigned on August 8, 1974. The president of the United States had continuously and consciously lied to his own people.

The America of the late Sixties and early seventies did not resemble the Puritan vision of a "citty upon on a hill". The American Dream had in almost all respects turned into an American Nightmare.

1. The Nature of the Crisis

Madden's book tried to take stock of the Dream at a time when in the "collective field of vision, in which we perceive mainly the nightmare, 'the American Dream' is a cliché, symbolic of the Dream defunct." This observation led Madden to the central question of his study: "What was the American Dream and how did it evolve into a nightmare?"

A hint to Madden's answer - and that of his contributors - is given even before his study actually begins. The book is dedicated to "Three American Dreamers", one of them being Granville Hicks who in "I Like America" is quoted to have said

"Un giorno ci sarà una generazione che avrà sia l’opportunità che la volontà, ed il mondo migliore in cui tutti speriamo sarà creato. … Potrete vedere il sogno americano divenire realtà."

Madden's approach suggests that the crisis of the American Dream is of historical rather than structural nature. The solution suggested by this point of view necessarily has a conservative tendency. It tries to preserve the values and ideals underlying the Dream in their true form and does not question their integrity. The nightmare is believed to be merely a dream gone wrong.

The Declaration of Independence held it to be "self-evident, that all men are created equal"; yet the institution of slavery excluded a large part of the population from this equality. On an ideological level the realization of the American Dream was demanded for "all men", but on a personal many accepted the deprivation of rights for Blacks and Indians. Even at this early stage the Dream reveals an inconsistency that persists until today. The race riots in the Sixties were not isolated events sparked by fleeting injustice but the result of structural inconsistencies in the Dream.

The American Dream's character has been antinomic from the very beginning. The individual's right to progress and success, for instance, necessarily creates social inequalities and injustices. The realization of some aspects of the Dream inhibit the realization of others: among the first consequences of the settler's attempt to make it come true was the extermination of the native population. The possibility of failure is implicitly inherent in the dream metaphor: a dream is not reality, and it might never be.

I would like to close this chapter and lead over to the analysis of Star Trek with a quote from Madden's introduction, which is typical for the belief in a new beginning. All it takes to revive the Dream and make the nightmares go away is a new impulse, if necessary from outer space:

"Con il sorgere dell’era Lunare, ci si chiede quali prospettive esistano nello spazio esterno per una rinascita, una trasformazione del sogno-diventato-incubo in un nuovo sogno."

Come vedremo, Star Trek è concepito esattamente con queste prospettive.

I. Un’introduzione a Star Trek

Star Trek fu concepito, realizzato e trasmesso durante gli anni sessanta negli USA. Il suo successo è senza eguali nella storia della televisione e oggi, quasi trent’anni dopo che la U.S.S. Enterprise iniziò la sua prima missione, Star Trek è diventato una leggenda del suo tempo.

Prima di incominciare l’effettiva analisi della serie originale di Star Trek, vorrei fare alcune brevi considerazioni generali sull’uso del metodo nell’analisi della cultura popolare.

A. Riflessi sul metodo

In my introduction I have mentioned that the American Studies movement up to the middle of the Sixties agreed upon a methodological consensus. Scholars argued for the unique role of literature as a key to culture: exact scientific methods as used in the social sciences would merely scratch the surface; only humanistic insights could penetrate to the deeper regions of human experience. In the humanities this approach is known as literary criticism, in the social sciences as content analysis.

Being a creation of the American Studies, the Popular Culture Studies inherited this approach when - in the second half of the Sixties under the leadership of Ray B. Browne of Bowling Green State University - it institutionally broke away from the American Studies movement. In its beginning it was extremely theory reluctant and often resembled "a facile populism that uncritically equates popular cultural forms with the voice of the 'people' and disregards questions of ideology and social control altogether."

If an apparent method was used at all it was content analysis. However, the shortcomings of this technique soon became apparent as "popular culture is by its very definition determined by the consuming public", i.e. the audience, and in traditional content analysis there was no room for aspects like the role of the audience.

The study of popular culture has the potential of being "the cutting edge of American Studies", but a potential has to be fulfilled and the academic and cultural impact of Popular Culture Studies remained negligible for a long time. The main point of criticism was, and still is, the lack of method, which at its worst tends to reduce research to a mere positivistic description. As Fluck remarked, there are few exceptions, "notably the work of John Cawelti."

1. La formula

In his classic study of the Western, "The Six Gun Mystique", Cawelti suggested a few "basic principles of interpretation and explanation" of popular culture "by taking some tentative steps toward an interdisciplinary method." Though focusing on the Western his general considerations are equally applicable to other forms of popular culture following "a highly conventionalized pattern".

According to Cawelti the culturally significant phenomenon of popular art is not the individual work, but the formula by which the individual work of art is made. Formula is defined as "a conventional system for structuring cultural products. It can be distinguished from invented structures which are new ways of organizing works of art."

All cultural products contain a mixture of conventions and inventions. Conventions are those "elements which are known to both the creator and his audience beforehand", for instance favorite plots, stereotyped characters, ideas or specific linguistic expressions. Inventions are those elements of the artifact uniquely imagined by the artist. In popular culture conventions usually are more dominant than inventions, but nevertheless the latter are important and the "formula approach" sometimes does not pay due respect to this fact.

Cawelti points out that conventions and inventions have quite different cultural functions:

"Conventions represent familiar shared images and meanings and they assert an ongoing continuity of values; inventions confront us with a new perception or meaning which we have not realized before. Both these functions are important to culture. Conventions help maintain a culture's stability while inventions help it respond to changing circumstances and provide new information about the world."

This means that popular culture both reflects and shapes the attitude of its audience. Cawelti suggests that a formula has three main dimensions:

· a built-in artistic unity of setting, action and character;

· a universal dimension referring to archetypal patterns; and

· a cultural dimension of game, social ritual and dream.

The artistic unity is a major source for the formula's lasting appeal to mass audiences. The Western formula implies a particular setting: "The Western is a story which takes place on or near a frontier." Its action "develops out of […] the epic moment when the values and disciplines of American society stand balanced against the savage wilderness." And it features a typical cast of characters: "the townspeople or agents of civilization, the savages or outlaws who threaten the first group, and the heroes who ... possess many qualities and skills of the savages, but are fundamentally committed to the townspeople." Western plots are concocted out of the varying relationships between these three groups.

Frye's definition of four central myths in literature is helpful in the discussion of the formula's universal dimension. He distinguishes comedy, tragedy, satire and romance. The Western is a perfect example for romance. The essential element of a romantic plot is adventure, namely the successful quest, which begins with a perilous journey and some preliminary adventures, builds up towards the climax of the crucial struggle in which hero, foe or both must die and finally ends with the exaltation of the hero.

The cultural dimension of formula includes the aspects of game and ritual. All cultures have a number of games which their members know and can participate in. These games supply a sense of group solidarity and provide individual enjoyment at the same time. The Western's formulaic structure is identical to that of a game: both have clearly opposing players, a set of rules, and a typical setting.

As for ritual: "A ritual is a means of reaffirming certain basic cultural values, resolving tensions and establishing a sense of continuity between present and past." In more homogeneous cultures this was achieved by religious ceremonies, in industrialized Western society popular arts and mass media, especially television, have taken over this task. The Western, for instance, is effective as social ritual because

"it indirectly confronts those uncertainties and conflicts of values which have always existed in American culture, but which have become increasingly strong in the twentieth century."

In other words: the increasingly apparent structural crisis of the American Dream is indirectly reflected in corresponding changes in the Western formula.

Summing up, Cawelti attacks the idea that popular fiction is a degraded literary product and assigns it to the realm of escape and distraction. He believes that formulaic literature has a different function than its èlite counterpart. The Western formula, for instance, fulfills the latent cultural need for a fictional pattern disguising and legitimizing aggression. The emphasis on the importance of the formula results in a somewhat rigid approach to popular culture. Cawelti's equation of "popular = formulaic" is too simple and the related emphasis on the consensual role of popular culture tends to ignore its potential for change.

1. Artist, Artifact and Audience

Another shortcoming in Cawelti's model is the negligence of the medium. He makes no distinction between the Western as literature, movie or television series. Building on Cawelti's classical study Donald Dunlop offered a solution to this omission. He suggested that the analysis of popular culture must involve at least three factors and their interrelationship: the artist, the artifact, and the audience. The following diagram illustrates the relationship of artist, artifact and audience.

The relationship between popular artist and audience works in both directions. The artist creates the artifact within the conventional framework of the formula, which serves as a corset and restricts the artist's creativity in many ways. The audience determines the success of an artifact. In popular culture success is commercial success. "No audience, no artifact" is a simple but valid equation, and therefore the audience is constantly under close scrutiny. Success is determined with the help of quantitative analysis tools such as the Nielsen Ratings. Despite this prominence of commerce I believe that a method of simple economic determinism is not sufficient for the analysis of popular culture as "it does not leave any space for considerations of legitimate needs on the side of the recipients."

Interposed between artist and audience is an extremely composite group of persons which I would like to call mediators. A mediator is a third between two opposites that shares something of the nature of each. The term "mediator" describes not only this group's position between artist, artifact and audience, but also their function: to mediate between the artist as creator, the artifact as product and the audience as recipient. The word "mediators" also indicates that this group usually is in some way connected to the medium conveying the artifact to the audience. In television mediators include network executives, program directors, producers, distributors, technicians, actors and many more.

Mediators perform very different functions and there are two distinct subgroups. The first group, which I shall call "Mediator I", is directly involved with the production of the artifact itself and is therefore situated between artist and artifact. An example would be the production crew in a television studio. A second group, "Mediator II", is concerned with the marketing of the artifact after its production, and is situated mainly between artifact and audience. Their tasks range from determining an artifact's suitability for a certain market to creating a market for that artifact. An example are network executives.

Nevertheless all mediators have some things in common. With the notable exception of actors, mediators work behind the scenes and remain relatively anonymous to the audience most of the time; yet they exert a varying amount of control over both artist and artifact. Also, it is extremely difficult for an outsider not participating in the production to analyze the exact influence of their activities. To some extent this lack of information can be made up with the help of trade and other inside publications.

I would like to illustrate the importance of the medium with an example based Edmund Carpenter's in "The New Languages":

An immigrant living in America had retained many of his native customs and refused to wear a suit in style. A few months after his son had bought him a TV set a change took place and the father suddenly appeared in 'the kind of suit executives wear on TV'. He had passed the same suit in store windows many times before and had seen it both in advertisements and on other living men, but not until he saw it on TV did it become meaningful.

After experiments with various media Carpenter concluded that

"each communication channel codifies reality differently and thus influences, to a surprising degree, the content of the message communicated. A medium is not simply an envelope that carries any letter; it is itself a major part of that message."

A few years later Carpenter's colleague and co-author Marshall McLuhan presented this observation a little less differentiated but all the more memorable when he stated that "the medium is the message." In essence this means that we "cannot concentrate on the content of an artifact to the exclusion of the medium through which it is conveyed."

Transferring the above considerations to the analysis of Star Trek we can safely say that the audience consists of Americans who have access to and watch television. The artifact is the original television series with its seventy-nine episodes. But who is the artist? In a literary formula the artist would be the writer, but with Star Trek - or any other television series - this concept does not work.

The writer is important, but transferring the written story to the medium of television is a complex process and to the final artifact the director and many others are just as important as the writer. Also the subject of our examination is a series and using the above concept there would be many different artists as various episodes are written by various persons. Thus the producer of a series comes closest to being the artist. He is the one person in control of the artifact as an entity. All other hands involved are concerned with single aspects: the writer creates the story, the director transfers it to the medium of television and so on. The producer determines the mixture of conventions and inventions that in the end make up the artifact.

Summarizing the above reflections my analysis will include

· the artist and the creation of the artifact;

· the mediators and their role in the production of the artifact; and

· the impact of the artifact on the audience and vice versa.

Popular culture is a symbolic reconstruction of reality. Symbols have meaning only because they are objects representing a reality shared by a certain group of people. Outside this group the symbol loses its meaning. The group's shared reality is determined by underlying cultural myths known to the individual members of the group. The final chapter about "The American Dream in Star Trek" focuses on the reflections of American myths in Star Trek.

Dunlop concluded his essay by saying about Cawelti that

"his discussion of social and psychological dimensions provides us with a rough map into territories beyond the West."

As we shall see, in a literal as well as in a metaphorical sense "beyond the West" is where the following analysis of Star Trek is going to take us.

A. La realizzazione di Star Trek

1. Il produttore

I have argued that the producer of a television series comes closest to being the artist and with Star Trek this certainly is the case. More than anyone else the late Gene Roddenberry is considered to be creator of Star Trek. For a long time Roddenberry's comments about subjects related to Star Trek were considered as the final word on the subject. Biographies and interviews generally tend to portray him as a man of genius, charming, knowledgeable, concerned about the future of humanity, and dominant.

Born in 1921 in Texas, Roddenberry grew up in Los Angeles. He was fascinated with flying, became a cadet in the U.S. Army Air Corps, and flew combat and reconnaissance missions during World War II. In 1949 he returned to Los Angeles with the intention of creating drama for the new medium of television. Having a family to support, he at the beginning had to take up a job at the Los Angeles Police Department. Two years later he sold his first script and in 1954 quit his police job in order to write full time. He had several assignments for all kinds of television shows and became head writer for "Have Gun, Will Travel." The episode "Helen of Abajinian" won him a Writer's Guild Award for Best Western. Roddenberry had acquired a reputation as an outstanding writer, but was not satisfied with it:

"The story is not 'told' until it's on celluloid. […] Therefore it became apparent to me that if you want the film to reflect accurately what you felt when you wrote the script, then you have to produce it, too. […] Producing in television is like story-telling."

Consequently, by 1963 he had moved on to produce his first television series, "The Lieutenant", and many actors, writers and directors working on "The Lieutenant" would later be involved in Star Trek. Roddenberry's interest in science fiction had been awakened back in his junior high school days when a classmate gave him a copy of Astounding Stories.

In 1960 he began to toy with an idea for a science fiction show which he called Star Trek. At the time televised science fiction had a fairly bad reputation. Shows like "Captain Video" were made on a low budget, looked cheap and inevitably had an extremely-good-versus-utterly-evil plot with lots of action and a bug-eyed monster that in the end was killed by the hero. Especially the monster was considered obligatory for science fiction. At the end of the 1950s The Twilight Zone and The Outer Limits were the first quality TV shows featuring science fiction elements, but they were anthologies. A few widely acclaimed science fiction films like The Day The Earth Stood Still or Things To Come could be seen on the big screen, but "compared to television, features seemed to have unlimited time and unlimited money."

After 29 episodes the contract for "The Lieutenant" expired and Roddenberry was asked for another series idea. He developed his science fiction concept into a "series format", which is an outline describing the main elements of the new show.

1. Il formato

Star Trek was the first attempt at a one-hour quality science fiction TV series with continuing characters. Roddenberry knew that an idea like his would be considered too risky, too expensive and impossible to produce. Television is financed by advertising products to a mass audience and advertising rates depend on the size of the audience. Thus there was - and is - a tendency not to risk anything too different.

Knowing this, Roddenberry tried to make his concept appear as conventional as possible, but "like a Trojan horse, the series idea would conceal a few surprises. He was determined to break through television's censorship barrier and do tales about important and meaningful things."

Roddenberry developed his idea into a format, which was submitted to network executives. In this format, he called Star Trek a "Wagon Train to the Stars", referring to one of the most successful contemporary Western shows on television. Actually, Star Trek was more similar to "Gunsmoke" than to "Wagon Train": a tall, calm hero with an air of self-assurance; a half-breed preferring his own company, but being a willing assistant to the hero; a country doctor of the old school, skeptical towards new technologies. These descriptions roughly fit Kirk, Spock and Dr. McCoy just as well as Matt Dillon, Quint Asper and Doc Adams. As Peel concludes "it was from the Westerns that Star Trek emerged, not the more obvious science fiction of the past."

Roddenberry emphasized that the Enterprise would provide a familiar locale "as with Gunsmoke's Dodge City" and that the format "keeps all of Science Fiction's variety and excitement, but still stays within a mass audience frame of reference." The basic elements of the Star Trek were to be "science fiction which adhered to the proven rules of drama, a cast of continuing characters, and a familiar home base from which to operate." Roddenberry's "similar worlds concept" made it probable that worlds on other planets are similar to our own, ranging from a parallel to our yesterday to our breathtaking distant future.

The mission of the Enterprise is best described by an excerpt from the orders to the Captain of the starship:

[…]

III. You are therefore posted, effective immediately, to command the following: The U.S.S. ENTERPRISE […]

IV. Nature and duration mission:

Galaxy exploration and investigation;

5 years

V. Where possible, you will confine your landings and contacts to Class "M" planets, approximating Earth-Mars conditions.

VI. You will conduct this patrol to accomplish primarily:

(a) Earth security, via explorations of intelligence and social systems capable of a galaxial threat, and

(b) Scientific investigation to add to the Earth's body of knowledge of alien life forms and social systems, and

(c) Any required assistance to the several Earth colonies in your quadrant, and the enforcement of appropriate statues affecting such Federated commerce vessels and traders as you may contact in the course of your mission.

In short: "Hornblower in space." Just as Captain Horatio Hornblower was the highest representative of English law in the far waters in which he sailed, so would the Captain of the Enterprise be the highest representative of Starfleet Command in outer space. The mission was "to explore strange new worlds, to seek out new life and new civilization, to boldly go where no man has gone before."

Like in the 18th century Captain Horatio Hornblower's ship was the fastest way to get around there is in the 23rd century no way of communication faster than the Enterprise. This renders "the situation of this interstellar society … almost exactly analogous to the Earth of the eighteenth century. Then too, communications over vast distances were slow and uncertain. The arrival of a courier was always an event."

The setting promised an interesting story potential. The principal characters acting in those stories were to be:

· Captain: Robert T. April, aged 34, strong personality, leading man and central character of the show, prefers action to administration.

· Executive Officer: a woman always referred to as "Number One", second-in-command, cool and logical, almost "computer-like"

· The Navigator: José (Joe) Tyler, American father, Brazilian mother, brilliant mathematician, but very temperamental.

· Medical Officer: Philip "Bones" Boyce, aged 51, humorously cynical, considers himself the only realist on board.

· First Lieutenant: Mr. Spock, captain's right hand, an alien with almost satanic appearance, probably half Martian.

· Captain's Yeoman: J. M. Colt, captain's secretary, reporter and bookkeeper, very female.

And of course there would be Earth colonies, outposts, and plenty of alien life forms to be encountered.

Star Trek fulfilled all the requirements for an interesting TV series: its format was ideal for a wide variety of stories, it had an interesting cast of characters and an unusual but familiar setting, which invited drama-action-adventure similar to that of a Western.

In April 1964, Roddenberry had signed a three-year-contract to make pilots for Desilu Studios, a small production company best known for their long running show "I Love Lucy." The production company's task is to sell the series to a network which will pay for its production. Desilu contacted CBS, and Roddenberry presented the format to CBS network executives, who rejected it. A few weeks later, the format was presented to the second network, NBC.

They liked the idea and in May 1964 asked Roddenberry for three story outlines. Out of these NBC would choose one to be developed into a pilot film. This was quite a risk for NBC as conservative estimates placed production costs for a Star Trek pilot in excess of $500,000.

1. Le condizioni della produzione televisiva

Un testimone oculare della prima trasmissione di Star Trek ricorda che, confontato con altre serie televisive, …

"…Star Trek era diverso. Aveva tutti quei piccoli gadget, appariva carino, avevano phaser, super effetti spaciali, belle uniformi, e non era il solito cowboy, la solita sitcom o un telegiornale."

L’esistenza dei "piccoli gadget", che evidentementerimasero molto impressi nel pubblico, era dovuta al fatto che Star Trek era stato creato per un mezzo visivo. Se fosse stata letteratura, questi o altri dettagli avrebbero potuto essere lasciati all’immaginazione del lettore, ma in un film o in televisione ogni dettaglio doveva essere visivamente presente sullo schermo. La parte seguente esaminerà brevemente alcune delle condizioni e delle peculiarità specifiche alla produzione di una serie televisiva.

Dop la Seconda Guerra Mondiale, la televisione si sviluppò come un nuovo mezzo di comunicazione nel mercato del divertimento di massa ed iniziò a prendere il posto della radio. La nascente industria era controllata dalle stesse società che avevano in precedenza controllato il mercato della radio. Dopo che lo sviluppo del mercato era stato inibito dalla guerra, esso esplose letteralmente nel decennio successivo: nel 1947 gli americani possedevano circa about 20,000 apparecchi televisivi, dieci anni dopo questo numero era schizzato a quaranta milioni, e possedere una televisione era diventato uno status-symbol.

Nel 1954, i principali network incominciarono le trasmissioni TV a colori su basi regolari. L’aggiunta del colore non cambiò gli attributi della televisione come mezzo, ma diede ad esso un carattere più realistico e naturale. Il colore era visto come più "intimo", "eccitante", "adatto all’avventura", "reale", e "sofisticato", in breve più "credibile". Il primo show a colori fu "Bonanza" e dal 1965 tutte le serie vennero filmate a colori.

Simbolicamente, uno dei primi test di trasmissione televisiva era stata l’immagine di un dollaro. La televisione americana si finanzia facendo pubblicità ad un pubblico di massa ed i livelli di pubblicità dipendono dalla dimensione del pubblico: tanto più grande è il pubblico, tanto migliori le entrate. Di conseguenza tutto nel business della televisione è subordinato all’ottenimento di alti livelli d’ascolto. La programmazione era – ed è - determinata non dai contenuti ma dall’abilità di un’emittente di attrarre sponsor commerciali. In questo contesto il fatto che nessuno fumi sull’ Enterprise era piuttosto notevole in un tempo in cui la pubblicità era la chiave per ottenere profitti televisivi.

Il mercato americano degli anni cinquanta e sessanta era dominato da tre network: ABC, CBS and NBC. Le stazioni locali indipendenti non avevano il significato che hanno oggi. Fin dall’inizio la televisione era soprattutto divertimento. Da questo era derivato il fatto che i film americani e le serie televisive erano funzionalmente ottimizzate verso il puro divertimento, fatte per essere accettate da tutti sotto condizioni di produzioni quasi industriali.

La produzione di una serie televisiva si divide in tre fasi distinte:

· preproduzione,

· produzione, e

· post-produzione.

La preproduzione è la fase di progetto e coinvolge miriadi di dettagli dalla stesura della storia alla creazione dei set e la scelta dei personaggi. Al comando di tutto c’è il produttore esecutivo. Sotto di lui c’è il line producer, che si prende cura di tutti i problemi che giornalmente sorgono nei vari dipartimenti. Durante la fase di preproduzione lo script viene spezzato scena dopo scena e risistemato per consentire di girare le scene in maniera efficiente ed economica.

Le storie non dovevano solo avere trame interessanti con azione e avventura, e personaggi stimolanti e ambientazioni eccitanti, ma dovevano anche incontrare altre esigenze. In primo luogo, dovevano poter essere realizzato entro il budget. Dovevano essere tenuti sotto controllo il numero dei set richiesti, gli extra come le creature aliene e i costumi fantasiosi o le truccature, il numero delle ottiche e molte altre cose. In secondo luogo, c’erano restrizioni da parte del Dipartimento per gli Standard Televisivi dei network, che revisionava i copioni e faceva commenti come "Pagina 4: per favore cancellate l’esclamazione di McCoy, 'Buon Dio…'" o "Pagina 43: attenzione all’abbraccio; evitate baci con la bocca aperta." Terzo, i copioni dovavano conservare un’unità settimana dopo settimana al riguardo dei dettagli tecnici e lo sviluppo dei personaggi. Quindi essi venivano sottoposti a svariate "revisioni di produzione ", anche dopo che uno scrittore aveva sottoposto la sua bozza finale. Accadeva spesso che il copione finale fosse un compromesso tra l’optimum artistico e varie necessità non artistiche, e la bilancia pendeva fortemente verso queste ultime.

Quando il copione alla fine combaciava con tutte le richieste suddette, cominciava la fase di produzione. Questo è l’effettivo momento in cui l’episodio viene filmato. Negli anni sessanta girare un medio film di fantascienza durava da dieci a dodici settimane, mentre un episodio di Star Trek, che era in un certo senso un film di fantascienza di 48 minuti, andava filmato in soli sei giorni. Durante questa fase il direttore regna supremo su un gruppo di circa tranta-quaranta uomini e donne, tra cui cineoperatori, assistenti direttori, property master, supervisori del copione, capisquadra e molti altri.

Nella fase di post-produzione il materiale filmato viene rieditato, si aggiunge la colonna sonore, e vengono creati a aggiunti gli effetti ottici e musicali. Un normale show di un’ora prendeva da tre a sei settimane di post-produzione per essere completato. Un episodio di Star Trek richiedeva da quattordici a sedici settimane, più del doppio. Gli effetti ottici specializzati ed estremamente costosi richiesti per lo show minacciavano continuamente i limiti di budget. Un esempio ben noto di un’efficiente combinazione di effetto sonoro e visivo è la smaterializzazione e rimaterializzazione degli uomini dell’equipaggio, che divenne noto come "teletrasporto". In una serie di fantascienza la fase di post-produzione è di speciale importanza, ed almeno due tra le persone addette alla post-produzione di Star Trek ricevettero l’Emmy award per il loro lavoro.

Nel 1966, il costo medio di un episodio di Star Trek era di circa 200.000 dollari. Approssimativamente cinque milioni di dollari furono messi a disposizione per gli episodi della sola prima stagione. Questo significava che Star Trek doveva raggiungere un pubblico di massa e portare un profitto al network oppure essere cancellato. Ogni analisi di Star Trek deve tenere presente che le pressioni della produzione televisiva hanno un effetto diretto sull’artefatto risultante, che è poi l’episodio trasmesso dalle televisioni.

1. I pilot

Delle tre tracce presentate loro, la NBC scelse quella intitolata "The Cage" e nell’ottobre 1964 iniziarono i preparativo per filmare il pilot. La storia di questo pilot illustra l’importanza delle convenzioni, opposte alle invenzioni, nella produzione di una serie televisiva.

Per Roddenberry la buona fantascienza non implicava necessariamente un mostro cattivo. Egli pensava che la fantascienza dovesse essere un’estensione delle conoscenze attuali, sviluppate in sufficiente dettaglio da essere possibile o perlomeno credibile per il pubblico. Così il pilot era una sfida per tutti quelli coinvolti. Dovevano creare un ambiente da XXIII secolo credibile e tutto ciò che sarebbe servito per lo show andava progettato dal nulla. Come commentò Gene Coon, scrittore e coproduttore di Star Trek:

"[Roddenberry] non ha creato uno show. Ha creato un universo, ed esso funziona […] Si possono sottoporre la nostra nave o la nostra tecnologia o tutto quello che si vuole alla NASA ed essi diranno, 'Bè, la sua realizzazione è piuttosto remota, ma non vedo perché non dovrebbe funzionare.'"

Questa enfasi sulla credibilità era molto importante per Roddenberry. Per esempio, il progetto della "sala degli scherzi" di Star Trek (cioè l’Enterprise) venne revisionato molteplici volte. Il solo ponte impegnò sei settimane per la costruzione al costo di circa 60.000 dollari.

La decisione di avere un miscuglio di razze nel cast provocò un mucchio di ciglia sollevate. Un buon numero di persone erano preoccupate che il pubblico avrebbe potuto non accettare l’idea di verse razze che lavoravano insieme. Tuttavia, Roddenberry si impuntò sui suoi concetti di base:

"Intolleranza nel XXIII secolo? Improbabile! Se l’uomo sopravviverà così a lungo, egli avrà imparato a trarre piacere dalle differenze di fondo tra gli uomini e le diverse culture. […] Questo fa parte dell’ottimismo che abbiamo messo in Star Trek."

Nel febbraio 1965 il pilot era stato completo, sottoposto alla NBC per la valutazione, e respinto. Il network pensava che fosse troppo "cerebrale". A parte la mancanza di azione-avventura, la NBC non gradiva il cast. "The Cage" era troppo fuori dalle regole. Il network non gradiva, in particolare, l’invenzione di

· una donna come seconda-in-comando,

· un alieno che "assomigliava a Satana",

· un cast misto.

Ventidue anni dopo, Roddenberry fece questa riflessione sul rifiuto di "The Cage":

"...in quei giorni [la TV] era al picco della sua storia d’amore con la storia del West. Io volevo vendere la mia serie e quindi promisi ai network che la mia idea di Star Trek sarebbe stata un po’ di più di un Western spaziale. Un treno per le stelle, pistole laser al posto di sei-colpi, astronavi al posto dei cavalli. ... Forse io avrei potuto usare questo come una scusa per raggiungere quei pianeti così lontani, con piccoli omini chiazzati, se necessario, e parlare d’amore, guerra, natura, Dio, sesso e tutte quelle cose che creano eccitazione alla condizione umana, e forse i censori televisivi l’avrebbero lasciata passare perché tutto sarebbe sembrato così credibile. Così, invece di un western spaziale, io consegnai una storia molto diversa..."

Tuttavia, Roddenberry aveva provato che era possibile produrre una serie come Star Trek sotto le condizioni date. In fondo il pilot era costato 630.000 dollari e la NBC non era preparata a buttare via quella cifra. Il network sentì che forse avevano soltanto scelto la storia sbagliata e dunque mandò all’aria tutti i precedenti televisivi e richiese un secondo pilot; e questo avrebbe fatto bene ad essere un iù familiare azione-avventura.

Prima che si potesse incominciare a girare il secondo pilot, andavano apportate alcune modifiche fondamentali. Il network richiese specificamente che la Numero Uno ed il sig. Spock venissero eliminati. Non potevano immaginare una donna in un importante ruolo di comando e Spock era troppo strano: "Ricordate, abbiamo un grande gruppo religioso in questa nazione, e quelle orecchie a punta lo fanno sembrare troppo simile al diavolo."

Roddenberry decise di eliminare la parte della Numero Uno, ma era fortemente intenzionato a conservare il signor Spock. Il network alla fine fu d’accordo con lui e gli disse di "fare la gentilezza di tenerlo nel retro." Tuttavia, siccome la nave aveva comunque bisogno di un vicecomandante le responsabilità di Spock furono aumentate ed egli ereditò la fredda e logica personalità del Numero Uno. Inoltre, non essendo disponibile l’attore che aveva impoersonato il Capitano Christopher Pike, il ruolo del Capitano andava riscritto ed il suo nome fu cambiato in Kirk.

Nel giugno 1965, "Where No Man Has Gone Before" fu scelto come storia per il secondo pilot, e in aggiunta ai cambiamenti suddetti vennero aggiunti due nuovi personaggi:

· L’ingegnere Ufficiale Montgomery Scott, terzo in comando e generalmente chiamato "Scotty", un uomo simpatico di provenienza scozzese e con un pesante accento, impersonato da James Doohan; e

· lo scienziato Hikaru Sulu, di retroterra mista Orientale e Filippina e che aveva un’eredità culturale principalmente giapponese, impersonato da George Takei.

Sette mesi dopo, nel gennaio 1966, l’episodio venne sottoposto alla NBC. Nella metà di febbraio il network annunciò la sua decisione: il settembre successivo Star Trek avrebbe fatto il suo debutto sulla televisione nazionale. In questo momento, l’ordine del network era di sedici episodi.

A. La serie

L’otto settembre 1966, il primo episodio di Star Trek venne trasmesso sulla telelviosne nazionale e nel capitolo seguente esaminerò il cast regolare dei personaggi, la nave e le creature aliene che Enterprise incontrò nei suoi viaggi.

1. L’equipaggio

Personaggio principale dello show è il Capitano James T. Kirk, 34 anni e nato a Riverside, nello Iowa. Egli venne creato per avere una forte personalità e ricorda per molti aspetti il capitano Horatio Hornblower del XVIII secolo. Kirk preferisce l’azione alla diplomazia ed è un uomo deciso. Fin dall’inizio egli ha tagliato fuori qualunque storia d’amore a bordo della nave, il che naturalmente non preclude a priori licenze di divertimento, e senza dubbio eglì diventò una specie di gigolo dell’universo. Kirk fu impersonato da William Shatner, e c’è una marcata differenza tra il capitano Pike del primo pilot ed il capitano Kirk della seria, poiché Shatner aggiunse un tocco di humor al personaggio. Kirk proietta emozioni, forza e una forte convinzione nel potenziale positivo della razza umana.

Vicecomandante è l’ufficiale scientifico Spock. Alieno dalle sembianze vagamente sataniche, egli è il risultato di un matrimonio interplanetario tra sua madre Amanda, nativa della Terra, e suo padre Sarek, nativo del pianeta Vulcano. Egli ha ereditato caratteristiche da entrambi i genitori, ma si ritiene Vulcaniano e cerca di tenere le sue emozioni strettamente sotto controllo, apparendo dunque freddo, logico e quasi "un computer". L’attore Leonard Nimoy impersonò Spock con tale efficienza che il vulcaniano finì con l’essere il personaggio più popolare dello show.

Molte persone si sono domandate quali fossero le origini del nome Spock. L’autore del "più popolare libro del dopoguerra, con oltre venti milioni di copie vendute", The Pocket Book of Baby and Child Care, era il dottor Benjamin Spock, ma Roddenberry negò qualunque collegamento con il famoso pediatra: "fu soltanto in seguito che qualcuno gli parlò del dottor Spock." Il libro del dotto Spock, pubblicato per la prima volta nel 1946, divenne il libro sull’educazione dei bambini e promosse l’importanza del divertimento, del gioco, dell’amore e della comprensione, fornendo un modello che sarebbe diventato famoso come "educazione permissiva". Considerando l’impatto del libro del dottor Spock sembra soprendente che un uomo dai valori simili non avesse mai sentito parlare di lui, ma anche se Roddenberry non lo scelse consciamente "Spock" era un nome familiare per un personaggio non familiare.

Dopo che il network aveva accettato il secondo pilot e prima che iniziasse la produzione del primo episodio, vennero apportate alcune interessanti modifiche riguardo al cast regolare. Prima di tutto venne riscritto il ruolo dell’ufficiale medico capo della nave ed il suo nome divenne dottor Leonard McCoy. Nato in Georgia, "Bones" McCoy ha 45 anni ed è il prototipo di un ironico, cinico, umano, emozionale dottore di campagna del sud. Egli è stato descritto come "un H. L. Mencken del futuro" e si considera l’unico realista a bordo. Prima di Star Trek DeForest Kelley aveva recitato perlopiù la parte del cattivo in molti western, compreso Sfida all’O.K. Corral.

I personaggi del capitano e del dottore non cambiarono molto dalla loro traccia originale come era stata presentata nel formato della serie, ma la fusione del Numero Uno e Spock risultò nella triade di Kirk, Spock e McCoy, destinata a diventare il nucleo Star Trek. Tutti e tre avevano personalità molto diverse ma erano uniti da un profondo rispetto comune e dalla loro missione comune. Kirk era il capo e decideva, McCoy e Spock erano i suoi consiglieri. Spock personificava il concetta della Razionalità, McCoy quello della Compassione. Entrambi rappresentavano vari aspetti delle decisioni che alla fine Kirk doveva prendere. Spock e McCoy erano più di semplici personaggi: essi simboleggiavano i dilemmi interiori di Kirk esternando gli argomenti che il capitano doveva considerare nel raggiungere una decisione. Da un punto di vista teatrale i due erano perfetti nel rappresentare i conflitti interiori di Kirk. In termini psicologici tutti loro rappresenterebbero diversi aspetti della personalità:: Kirk come Ego, Spock com Super-Ego, e McCoy come Id.

Un altro cambiamento interessante fatto dopo che la NBC aveva accettato il pilot riguardava lo scienziato orientale Sulu, che era stato introdotto nel secondo pilot insieme all’ingegnere Scott: Sulu fu promosso a timoniere, il richiedeva la sua costante presenza sul ponte. Scotty simbolizzava la capacità di rendere mettere in pratica le decisioni prese dal capitano e Sulu come timoniere doveva essere lo strumento di quella azione.

Ultima ma non meno importante, si unì all’equipaggio il tenente Uhura. L’attore che impersonava l’ufficiale addetto alle comunicazioni Aden in "Oltre la galassia " non era disponibile. Nei due pilot, l’ufficiale delle comunicazioni era stato bianco e maschio. Nonostante i ripetuti avvertimenti da varie parti in merito ai progetti di "equipaggio integrato" Roddenberry decise di non riassegnare semplicemente il ruolo ma di cambiare completamente il personaggio creando il tenente Uhura, un ufficiale donna di colore sul ponte dell’Enterprise. Il tenente Uhura esprimeva la capacità della nave di comunicare. Ella è una cittadina della Nazione Bantu Nation dell’Africa Unita e orgogliosa della sua eredità africana. Il suo nome è il femminile della parola Swahili uhuru, che significa "libertà".

Il cast è di importanza cruciale nel successo di una serie televisiva. I personaggi inventati di una serie devono essere pensati in maniera tale da offrire l’opportunità di identificarsi alla più grande parte possibile degli spettatori. Gli attori scelti per rappresentare questi personaggi sono molto importanti in questo processo poiché è con loro che il pubblico si confronta direttamente. Ecco un elenco degli attori che impersonavano i principali personaggi nella serie originale di Star Trek:

Kirk William Shatner

Spock Leonard Nimoy

McCoy DeForest Kelley

Scott James Doohan

Uhura Nichelle Nichols

Sulu George Takei

Chekov Walter Koenig

Tirando le somme si può quindi affermare che dopo il secondo pilot erano avvenuti alcuni interessanti cambiamenti nell’equipaggio dell’Enterprise. Nel secondo pilot l’unico personaggio diverso dal solito sul ponte era quello di Spock. Negli episodi che sarebbero seguiti, tra i membri regolari del ponte dell’Enterprise erano compresi

· Uhura, donna nera, ufficiale addetto alle comunicazioni,

· Sulu, timoniere giapponese,

· Scotty, ingegnere scozzese,

· McCoy, ufficiale medico, bianco, originario del sud,

· Spock, ufficiale scientifico vulcaniano,

· e Kirk, bianco, capitano interamente americano.

A completare il "gruppo vacanze Nazioni Unite nello spazio" mancava soltanto il guardiamarina Chekov, che si unì all’equipaggio regolare nella seconda stagione della serie. Egli aveva origini russe ed era una specie di giovane Kirk, che rappresentava la successiva generazione del comando.

Così Roddenberry realizzò la sua idea di equipaggio integrato dopo che il network aveva accettato la serie.

1. La nave

L’Enterprise è il culmine della tecnologia umana nel XXIII secolo e fornisce una sede familiare per il pubblico, settimana dopo settimana. Con il numero di registro NCC-1701, l’U.S.S. Enterprise è lunga 947 piedi, larga 417 piedi ed ha un peso massimo lordo di 190,000 tonnellate. "U.S.S." è l’abbreviazione di "United Space Ship". La nave è divisa in tre sezioni principali: lo scafo principale a forma di insalatiera, lo scafo secondario a forma di sigaro attaccato al di sotto del primo, e i due gusci-motore attaccati nella parte posteriore dello scafo secondario. L’Enterprise non è in grado di atterrare sulla superficie di un pianeta e rimane sempre in orbita intorno ad esso.

Lo scafo primario, al centro, contiene diciannove ponti. Il rigonfiamento al di sopra del centro è il ponte uno che contiene il ponte di forma circolare, il centro nevralgico della nave. La poltrona del capitano è situata nel mezzo ed è girevole così che lui possa sorvegliare facilmente l’intero ponte. Davanti a lui c’è uno schermo gigante (un’estensione dei suoi occhi) e la console di pilotaggio (un’estensione delle sue mani). Le sezioni di comunicazione e ingegneria sono dietro di lui, rispettivamente a destra e a sinistra, comode ma senza intralciare la strada. In pratica il progetto del ponte fu così efficiente e credibile che "la marina degli Stati Uniti mandò una delegazione negli studi televisivi per esaminare il set del ponte in dettaglio. Stavano considerando uno schema simile per il ponte di una nuova portaerei."

Lo scafo secondario, chiamato anche scafo della sezione ingegneria, poiché molte delle attività e dei macchinari relativi all’ingegneria hanno luogo in quest’area. L’Enterprise può viaggiare a velocità superiori a quella della luce e ci sono due principali tipi di propulsione: motori a impulso e motori astrali (warp). I motori a impulso possono portare la nave soltanto a velocità inferiori a quella della luce. Per rendere il difficile concetto di velocità della luce più trasparente al pubblico venne inventato il "fattoreWarp". "Warp fattore uno", per esempio, è equivalente alla velocità della luce e "Warp sei", la più alta velocità di crociera considerata sicura, sarebbe 216 volte la velocità della luce.

L’infermeria della nave sul ponte sette è il regno del dottor McCoy ed è circondata da uno scudo protettivo di materiali di scorta. Ha letti controllati con sensori, sovrastati da un pannello diagnostico, che consente al dottore di analizzare le funzioni vitali senza attaccare nulla al copro del paziente.

Ci sono alcuni dispositivi inventati, a bordo della nave, che sono diventati molto popolari e che non possono passare inosservati. Il phaser è l’equivalente di una colt in Star Trek. E’ un’arma maneggevole che può essere regolata a diversi livelli di intensità da stordimento a disintegrazione. Fino al secondo giorno delle riprese del secondo pilot esse erano conosciute come "laser", ma fu deciso che i laser avrebbero potuto diventare di uso comune per l’epoca in cui lo show sarebbe stato trasmesso, o comunque subito dopo, e per non correre il rischio di essere superati le armi vennero invece chiamate "phaser" .

Il tricorder sembra un nero registratore a nastro ma contiene un piccolo schermo visivo. Viene usato per misurare, analizzare, e conservare in memoria i dati su qualunque soggetto. Uno dei più utili dispositivi di Star Trek era il comunicatore. Dalle dimensioni all’incirca di un pacchetto di sigarette esso metteva in comunicazione un squadra di sbarco e la nave. Serviva anche come dispositivo di localizzazione per il teletrasporto, consentendo così al teletrasporto di localizzare e "portare su" tutti i membri dell’equipaggio nelle vicinanze. Il teletrasporto è un dispositivo che converte temporaneamente la mateira in energia, "trasmette" quell’energia in un punto prestabilito, e poi la riconverte al suo stato originale.

1. Gli alieni

Se i western avevano dei selvaggi da porre come minaccia agli abitanti delle città e alll’eroe, la fantascienza aveva gli alieni. Prima di Star Trek, gli alieni erano quasi sempre mostri viscidi, striscianti, squamosi, e pelosi, che erano almeno tanto cattivi quanto brutti e la cui funzione principale era di essere uccisi. Star Trek era diverso. Una delle frasi preferite di Spock era "E’ vita, Jim, ma non come la intendiamo noi." La missione dell’Enterprise era di "cercare nuove forme di vita " e non di distruggerle.

Un esempio della considerazione che Star Trek aveva nei confronti della vita aliena è un episodio intitolato "The Devil in the Dark (Il mostro nell’oscurità)." Esso presenta un essere che viveva sottoterra chiamato la "Horta", che uccide i minatori di pergium sul pianeta Janus VI. L’Enterprise viene chiamata per fornire supporto nel trovare ed uccidere il mostro. Dopo che Kirk la ferisce, Spock esegue una fusione mentale e scopre che la Horta ha ucciso solo per autodifesa: era una madre e i minatori stavano distruggendo le sue uova. Dice Roddenberry:

"Una volta capito questo, anche la Horta diventa improvvisamente comprensibile. Non era soltanto un mostro – era qualcuno. Ed il pubblico si identificava cone la Horta [...] Se si imparano a provare dei sentimenti per una Horta, si può anche imparare a capire ed avere sentimenti per altri umani di diverso colore, abitudini e credo religioso."

Furono naturalmente presentati molti tipi diversi di alieni durante la serie, ma solo intorno a tre di essi fu sviluppata una cultura abbastanza dettagliata: i vulcaniani, i Klingon e i Romulani.

a) Vulcaniani

The environmental conditions on the planet of Vulcan have resulted in the physical characteristics of its inhabitants:

"Vulcan has a hot, dry climate, a comparatively small amount of surface water and an exceptionally thin atmosphere. The enlarged and pointed ears result from the need to "cup" the tenuous waves more efficiently in the thin atmosphere."

A basic tenet of Vulcan philosophy is that of non-violence. Vulcans do not believe in killing in any form and consequently are strict vegetarians. However, Vulcans are not incapable of killing and if given sufficient reason they do so quite efficiently. As their name suggests, Vulcans used to be a highly emotional and a rather violent race until many centuries ago a spiritual leader named Surak ushered them away from destruction by promoting complete adherence to logic and radical suppression of emotion. From the time of birth Vulcans are taught that to show emotion is highly inappropriate. As a result of this emphasis on logic the last ten centuries have been much more peaceful on Vulcan than for example on Earth.

Another fundamental belief of Vulcan philosophy is that "the greatest joy in all creation is in the infinite ways that infinitely diverse things can join together to create meaning and beauty." This concept is called "Infinite Diversity in Infinite Combinations" (I.D.I.C.), also known as "Philosophy of Nome", and is symbolized by a medallion Spock wears in the episode "Is There In Truth No Beauty?". The traditional Vulcan greeting is "Live long and prosper", accompanied by a salute with the right hand: palm facing the person being greeted, fingers spread in the middle and thumb sticking out, not unlike Churchill's V-for-Victory sign.

Vulcans also have some other extraordinary abilities: the mind meld and the nerve pinch. The nerve pinch is applied with the fingers of the right hand to the area on the top of the right shoulder, near the base of the neck. It immediately blocks of blood supply and nerve responses to the brain and results in instant unconsciousness. The mind meld is much more intricate and enables Vulcans to merge their mind with that of another intelligence and read its thoughts. The mind meld is only used if circumstances absolutely require it as the emotional contact inevitably involved is a great strain to a Vulcan.

a) Klingons e Romulani

Every action-adventure needs conflict and most often this is achieved by placing good guys against bad guys. In Star Trek two different kinds of villains made recurring appearances: Klingons and Romulans.

The Klingon Empire is number one adversary of the Federation. Klingons are professional villains: nasty, brutal and merciless. Cruelty is considered admirable and honor is a despicable trait. Klingons are ruled by an absolute dictatorship. Their whole life is totally devoted to achieve personal gain and the cleverest, strongest and most ruthless inevitably wins. Women are regarded as little more than useful animals. In short, Klingons are proud of everything the Federation detests. Physically they look slightly oriental with a dark complexion and bushy eyebrows.

Klingons were introduced during the first season in "Errand of Mercy". In that episode the neutral planet Organia is threatened by a Klingon invasion and Kirk tries to persuade the Organians to accept help from the Federation, but they refuse the offer. Seemingly unprotected and unarmed they are confirmed pacifists and Kirk does not understand their behavior. When the Klingons arrive, Kirk naturally ends up in a confrontation with the Klingon leader Kor. At this point the Organians reveal themselves to be superior energy beings with the power to neutralize all weaponry of both Klingons and Federation. The Organians forbid either side to fight and their commandment of "Thou shalt not fight!" finds an angry Kirk shouting out something like "How dare you forbid us to fight with each other! It's our right!" However, the Organians enforce a peace treaty between the two empires and grudgingly both Kirk and Kor agree. The Organian Peace Treaty prevented conflicts between Klingons and Federation from turning into an all-out war. The Klingons, villains as they were, had to be controlled: "That is, the situation should be equivalent to the American-Russian cold war."

Romulans were introduced in the episode "Balance of Terror". The Romulan Star Empire is located on the outskirts of the galaxy. Little is known about them, but they share a common ancestry with the Vulcans. The two races are physically almost identical and it is hard to distinguish them. It is believed that the Romulans left Vulcan shortly after Surak's pacifistic teachings became the dominant way of life. Romulans are highly militaristic, aggressive by nature, and do not take captives. Their name is derived from Earth's ancient Roman empire and they are a dictatorship similar to the warrior-stoic philosophy of that time. They have an alliance with the Klingons and are equipped with Klingon weapons. An uneasy peace exists between them and the Federation. A neutral zone was established and entry into that zone was considered an act of war.

William Blake Tyrell compares Romulans and Klingons to the two basic types of Indians appearing in the Western:

"The heart of the Western myth is the encounter with the Indian. The myth-making imagination has contained the Indian's alienness in two types: Chingachgook, the noble warrior ever outside the White Man's World, and Magua, sly, perfidious, fallen and by that fall, bound to the white world."

Romulans are equivalent to the noble warrior, which according to Tyrell are "hard to hate as they often display enormous courage." Klingons on the other side are like Cooper's Magua, and "with them in time, one episode predicts, the White Man of the Enterprise is destined to unite."

The mentioned episode was "Errand of Mercy" and the prediction would indeed come true long after Tyrell wrote his essay. In the motion picture Star Trek VI - The Undiscovered Country an alliance between Klingons and the Federation was established and in the Star Trek spin-off series The Next Generation a Klingon raised by humans became security officer on the Enterprise.

A. Il pubblico

E' il fandom (fan di tutto il mondo) che ha reso Star Trek unico, e questo capitolo esamina il "fenomeno" Star Trek, ossia l'impatto che il pubblico ebbe su Star Trek e viceversa.

1. Livelli di ascolto

L’episodio "Bread and Circuses (Nell’arena con i gladiatori)", scritto dai produttori Roddenberry e Coon, includeva un riferimento quasi satirico alle pressioni della produzione televisiva negli anni sessanta. Kirk, Spock e McCoy si trasportano giù su un pianeta la cui civiltà ricorda da vicino quella dell’antica Roma ma la cui tecnologia è ai livelli della Terra del XX secolo. I giochi dei gladiatori vengono trasmessi dal vivo per mezzo della televisione e l’arena sembra proprio come un set televisivo degli anni sessanta. In una scena una guardia dell’arena minaccia un gladiatore che non sta combattendo con sufficiente aggressività con queste significative parole: "Prova a far scendere gli ascolti di questa emittente, e noi faremo un servizio tutto per te!"

Verso la fine dell’episodio Kirk sta per essere ucciso nell’arena ed il proconsole gli dice che "abbiamo riservato quindici minuti all’inizio della serata tutti per lei, a colori." Partendo dal presupposto che gli umani del XXIII secolo sono così tecnologicamente avanzati da aver dimenticato da tempo un mezzo di divertimento "crudo come la televisione", egli spiega a Kirk che questo mezzo implica continue battaglie (letteralmente) per rimanere nei favori del pubblico. Kirk sorride, mostrando di essere a conoscenza, e risponde: "Ho sentito dire che era - simile."

E lo era. Durante i suoi tre anni Star Trek era in costante pericolo di cancellazione a causa dei livelli di ascolto insufficienti. Il successo o il fallimento di un manufatto della cultura popolare è determinato dal suo pubblico, o più esattamente dalla dimensione del suo pubblico. La A. C. Nielsen fu una delle prime società di servizi ad analizzare le abitudini televisive dei telespettatori. I servizi Nielsen forniscono infatti molti diversi tipi di misura, ma il più conosciuto ed importante è il "Nielsen rating", che misura la percentuale di televisori sintonizzati su un dato programma. L’accuratezza di questi valori è oggetto di continue discussioni, ma nonostante ciò i network lo usano per determinare il successo di una trasmissione e livelli bassi significano quasi certamente la fine di uno spettacolo televisivo.

In "Star Trek Memories", uno speciale del 1983 per promuovere il terzo film di Star Trek, Leonard Nimoy spiega che sfortunatamente il network scelse "The Man Trap" per il debutto televisivo di Star Trek. A coloro che partecipavano alla produzione l’episodio piaceva pochissimo, ma i dirigenti del network lo avevano scelto in quanto credevano che fosse buona fantascienza: "The Man Trap" narrava di un convenzionale mostro a minaccia dell’equipaggio. Venne trasmesso giovedì 8 settembre 1966, alle 20:30 (Eastern Standard Time), e la maggior parte delle recensioni furono sfavorevoli. Il numero del 14 settembre di Variety affermò che la serie era "desolata e confusa" e che "non funzionerà". Il New World Journal-Tribune chiamò lo show "dubbia fantascienza" ma almeno vi scorsero un "fascino da misterioso fumetto." E nelle sue anteprime del 10-16 Settembre TV Guide concluse che "il cielo non è il limite di questa 'corsa (Trek)'".

Tuttavia, dopo che furono trasmessi gli atlri episodi ed era emerso quello che Nimoy chiamò "lo stile Star Trek", i critici ed il pubblico critics and audience cambiarono idea. Il 5 ottobre, la Desilu ricevette una lettera ufficiale dalla NBC che affermava che i livelli di audience erano stati soddisfacenti e venivano ordinati altri tredici episodi. Ma solo poche settimane dopo Star Trek si sarebbe trovato in pericolo di cancellazione, perché gli indici Nielsen apparentemente non si erano sviluppati secondo le attese del network. Come reazione a ciò, un certo numero di scrittori di fantascienza, autodefinitisi "Il Comitato" mandarono una lettera a tutti quelli che erano sulla mailing list della Convention Mondiale di Fantascienza del 1966. La lettera metteva in discussione il metodo di misurazione del pubblico televisivo, dicendo che esso non rispecchiava la popolarità di Star Trek e pregò i fan di "SCRIVERE LETTERE" e di "far sapere al mondo che Star Trek ha un pubblico." I fan di Star Trek potevano non essere sufficiente come numero per ottenere alti indici di ascolto, ma erano molto attivi e la campagna di lettere assicurò una seconda stagione.

Il 14 marzo 1967, la NBC annunciò che Star Trek sarebbe continuato er una seconda stagione, ma il network lo aveva spostato al venerdì sera alle 20:30. Perché la NBC avesse scelto il venerdì sera rimarrà un mistero visto che il network sapeva dalla posta dei fan che la maggior parte degli spettatori erano teenager o giovani e che il venerdì era una serata tradizionalmente dedicata alle uscite per questa fascia di età.

Nell’agosto 1967, la NBC pubblicò "Star Trek Mail Call", un libretto di promozione per i potenziali sponsor. Esso enfatizzava il gran numero di posta che Star Trek aveva ricevuto dai fan ed affermava che la maggior parte di questa posta era arrivata da "gente in qualche modo vicina al programma spaziale" e "studenti, massaie, e molti altri con cultura scientifica o intellettuale." Citava anche numerosi esempi dell’immensa popolarità di Star Trek.

Questo tentativo di attrarre sponsor verso la serie apparentemente fallì in quanto nel dicembre 1967 i fan ricevettero una lettera da John e Bjo (pronounced Bee-jo) Trimble che affermava che Star Trek sarebbe stata cancellata dopo la sua seconda stagione. La lettera suggeriva questo che sebbene Star Trek fosse popolare presso il pubblico, gli indici Nielsen erano parecchio bassi e i Trimble chiesero ai fan di scrivere lettere al network, in aiuto alla serie. Era incluso un breve memorandum su "Come scrivere lettere efficaci per salvare Star Trek." La campagna fu molto ben organizzata ed ebbe un impatto enorma. La NBC fu inodnata da centinaia di migliaia di lettere e venerdì 1° marzo 1968, la NBC fece un annuncio "in diretta" che Star Trek sarebbe stato rinnovato per una terza stagione, e pregando i fan di smettere di scrivere.

Il network aveva sottostimato l’entusiasmo e la determinazione dei fan. Tuttavia dopo le iniziali promesse relative alla fascia oraria delle 19:30 del lunedì, Star Trek fu spostato per la sua terza stagione alle 22:00 del venerdì. Semrba che le fasce orarie sbagliate furono il metodo con cui la NBC tolse lo show dall’etere:

"La NBC ... lo avrebbe cancellato nel 1968, se non fosse stato per la campagna di lettere. Erano così imbarazzati che dovettero mantenerlo in onda – ma non erano intenzionati a mantenerlo in vita. Per cui, ecco la cattiva collocazione oraria. ... Era troppo caro e non era un così grande successo. Gli studiosi di demographia hanno da allora dimostrato che gli indici Nielsen si sbagliavano su Star Trek."

In quel tempo, la A. C. Nielsen Company calcolava solo lo share totale degli spettatori. Subito dopo che Star Trek finì le sue trasmissioni, venne intorodotto un sistema demografico più differenziato dove venivano calcolate le percentuali di particolari gruppi, per esempio le persone tra i 18 e i 30 anni, o con un reddito superiore a 20.000 dollari, o sposati con figli in età scolastica. Secondo questo nuovo metodo di calcolo, Star Trek totalizzava molto bene nella specifica fascia demografica a cui era indirizzato – i teenager e i giovani tra i 18 e i 30 – e così avrebbe potuto essere riproposto in una fascia più appropriata.

Sia come sia, il 3 giugno 1969 venne trasmesso l’ultimo episodio. A causa dei bassi livelli di ascolto la missione quinquennale della U.S.S. Enterprise era stata abortita due anni prima del suo completamento. Soltanto una settimana più tardi, il 20 luglio, il 94% delle famiglia statunitensi e più di 500 milioni di persone in tutto il mondo furono ipnotizzate dalla camminata lunare di Neil Armstrong.

1. Syndication

I fan furono sconvolti dalla fine della serie, ma come fece notare Edward Gross

"La cancellazione da parte dei network fu la miglior cosa che potesse capitare a Star Trek. Se la NBC avesse rinnovato il contratto per un quarto o un quinto anno, la serie... sarebbe scomparsa negli annali della storia della televisione."

Almost immediately after cancellation on national television, Star Trek went into syndication, and the legend began. Originally it was marketed only to NBC's affiliate stations, at the hours that NBC specified. Syndication is the sale of a package of episodes to a single market, i.e. a local TV station. This station can then use those shows in whatever way they think it best. La Paramount Pictures, che dopo una fusione con la Desilu nell’estate del 1967 era ora proprietaria di Star Trek, pensava che avrebbe potuto recuperare una parte del denaro speso nella produzione in questo modo e preparò un "syndication kit", elencando tutti gli episodi nell’originale ordine di produzione e fornendo stampati ed altro materiale pubblicitario per le stazioni locali.

A consequence of syndication was that local station managers scheduled Star Trek between 4 and 7 p.m.. For the first time the show was presented to teens and pre-teens and it found a whole new audience. Almost everywhere it earned very good ratings and attracted commercial sponsors trying to reach teenagers. In the USA alone Star Trek was syndicated in over 150 markets.

Also, the moon landing had a significant impact on the general reception of science fiction. Concepts that until then had only intrigued a few hard core fans now were of interest to millions around the globe. Space travel did not seem all that far fetched anymore. The first step was accomplished and given the rapid pace of technological progress in other areas it did not seem impossible anymore that one day a starship Enterprise might indeed "boldly go where no man had gone before."

The original Star Trek series was sold to more than a hundred countries around the globe and even today, twenty-five years after syndication began, it is broadcasted all over the world to a weekly audience of 213,5 million viewers.

1. Revival

Già prima della syndication erano comparse le prime fanzine. Le fanzine sono riviste pubblicate da e per i fan, i cui contenuti e aspetto variano considerevolmente. Alcune sono poco più di poche pagine pinzate insieme con una tiratura di una e due copie. Altre hanno ambizioni più commerciali, vengono prodotte professionalmente e hanno una circolazione molto più alta. Le fanzine contengono articoli su attori, personaggi e gadget, discussioni dei dettagli tecnologici, aspetti filosofoci dello show, e naturalmente nuove storie.

Nel dicembre 1971, alcuni fan organizzarono un incontro per i fan di Star Trek nell’Auditorium Gershwin del Brooklyn College, che poteva contenere approssimativamente 200 persone. Le presenze furono superiori ad ogni aspettativa e l’auditorium era sovraffollato. Poche settimane dopo si tenne la prima convention vera e propria di Star Trek nell’ hotel Statler Hilton a New York con più di duemila fan partecipanti. Joan Winston, uno degli organizzatori, ricorda:

"Fino a quel momento, il fandom di Star Trek era rimasto nascosto. […] La pubblicità che la nostra convention ricevette apparve in centinaia di giornali in tutti gli Stati Uniti e nel mondo. Migliaia e migliaia di fan scoprirono un fatto meraviglioso: non erano soli."

Il numero dei partecipanti crebbe ongi anno e furono organizzate altre convention. Il merchandising di Star Trek divenne improvvisamente disponibile. Attori ed altre persone coinvolte nella produzione della serie furono invitate come ospiti d’onore. Oggi centinaia di convention annuali di Star Trek si tengono in tutto il mondo. Ciò che è più interessante di questi eventi è che essi furono creati spontaneamente dai fan e non come risultato di una campagna organizzata da parte di qualche compagnia interessata nel merchandising.

La Filmation Associates, una compagnia di animazionedella West Coast, avvicinò la Paramount e Roddenberry circa il progetto di fare una serie animata. Molte delle persone coinvolte nella serie originale parteciparono a questa avventura e il 15 september 1973 venne trasmesso il primo episodio animato. La serie animata ricevette un Emmy Award come migliore serie per bambini della stagione televisiva 1974-75, ma per i fan non poteva sostituire quella vera.

Nel 1976, i fan di Star Trek organizzarono una campagna di lettere chiedendo al presidente Gerald Ford di cambiare nome al primo Space Shuttle in Enterprise. E ci riuscirono. Il 17 settembre, duemila ospiti invitati tra cui Gene Roddenberry e l’equipaggio della Enterprise della finzione testimoniarono il varo della vera Enterprise mentre un’orchestra suonava il tema di Star Trek di Alexander Courage, posto all’inizio di ogni episodio. La finzione era diventata realtà.

Le discussioni tra Roddenberry e la Paramount sul ritorno di Star Trek erano già cominciate nel 1974. Dapprima doveva trattarsi di un film d’azione, poi di una serie televisiva, poi di nuovo un film, ma nulla di sostanziale si era materializzato. Nel 1977, la Paramount si decise per una nuova serie come parte dei loro piani per fondare un quarto network nazionale e la Writers'/Directors' Guide per "Star Trek II" apparve il 12 agosto. Venne approntato tutto e la produzione del primo episodio era prevista per il 30 novembee, ma la Paramount abbandonò i progetti di network, e Star Trek II divenne alla fine Star Trek - The Motion Picture, che debuttò il 7 dicembre 1979.

Dodici anni dopo, venne girato Star Trek VI - The Undiscovered Country (Rotta verso l’ignoto) per celebrare il 25° anniversario Star Trek. Nel frattempo, era stata lanciata una seconda serie televisiva di Star Trek, The Next Generation. Essa propneva un cast completamente rinnovato e fu data in syndication dall’inizio. Nonostante molto scetticismo da ogni parte essa è risultata essere un successo spaventoso ed ha appena completato la sua settima stagione. L’ultimo episodio è stato trasmesso in 24 maggio 1994 e The Next Generation ritornerà come film alla fine dell’anno.

Un’altra serie di Star Trek chiamata Deep Space Nine ha fatto il suo debutto nel gennaio 1993, e sin dal giorno del suo rilascio entrambe le serie Trek sono state continuamente nella Top Ten degli spettacoli dellle TV in syndication. Infine, la Paramount ha annunciato una nuova serie di Star Trek chiamataVoyager che dovrebbe partire ai primi del 1995.

1. I fan

Nello sforzo di determinare le caratteristiche e le abitudini dei fan di Star Trek, Judith Gran ha condotto uno studio empirico del pubblico di Star Trek. Gran evidenzia la diversità dei fan di Star Trek, ma scopre che nonostante questo essi condividono alcune caratteristiche. La maggior parte dei fan sono o giovani ragazzi dell’età delle scuole superiori o universitarie o donne tra i venti e i trent’anni, queste ultime predominanti. I fan provengono solitamente dal ceto medio e sono socialmente rampanti. Molti lavorano nel campo professionale o tecnico, e quelli appartenenti ai lavori umanistici o scientifici superano largamente quelli che lavorano negli affari. I fan mostrano una "consistente mancanza di interesse accademico negli argomenti riguardanti la finanza" e sembrano aver seguito studi elevati. Tra i fan maschi, il 45.4% hanno ottenuto un primo (o superiore) grado accademico confrontato con il 14.1% della popolazione maschile degli USA; per le fan femmine queste cifre sono del 44.9% confrontato con l’8.2%.

Politicamente, la maggior parte dei fan si descrive come liberale ed il 75% crede che i punti di vista prospettati in Star Trek siano compatibili con le loro. Gran ritiene che le inclinazioni politiche dei fan di Star Trek ricordino da vicino quelle del movimento Populista-Progressivo basato sull’individualismo di Jefferson. I fan abbracciano una simile combinazione di vedute conservative e liberali, impegnandosi per le riforme liberali ma provando allo stesso tempo nostalgia per una perduta Età dell’Oro.

Due diversi tipi di fan si sono evoluti nel tempo: Trekkies e Trekkers. La differenziazione viene fatta dai fan stessi:

Un Trekkie è un fan del gruppo: qualcuno che si mette le orecchie di Spock e pensa che ciò la faccia sentire importante. Fa domande come "che cosa avevate mangiato a colazione il martedì in cui giraste la 46ma scena del quinto episodio?" Il più fan più convinto, che vive, mangia e respira Star Trek. Il termine ebbe origine nei tardi anni sessanta quando significava "qualunque fan di Star Trek". Questo ha fatto sì che venisse inserito nei dizionari secondo Leonard Nimoy, che suggerì il suo cambiamento in "Trekker", un termine più accettabile in questi giorni.

Un Trekker è un fan che è interessato allo spettacolo e all’idea of Star Trek, ma non lascia che questo interferisca con la sua vita. Questo verrà probabilmente aggiunto alla prossima edizione del dizionario Webster's. Il termine diventò popolare negli anni settanta quando la stampa diede a "Trekkie" una connotazione negativa.

La maggior parte dei fan, tuttavia, si considerano semplicemente "fan di Star Trek", piuttosto che assumere l’etichetta "Trekkie" o "Trekker".

Dopo che lo show era stato cancellato nel giugno 1969 furno i fan a tenerein vita Star Trek per diversi anni. Cawelti menzionò la funzione della formula come un rituale della società. I rituali sono gruppi di persone che condividono valori culturali e idee comuni, che in altre parole hanno in comune una realtà condivisa. I rituali sono un modo efficiente di celebrare ideali positivi e miti e secondo Geist e Nachbar ce ne sono tre diversi tipi: riti di passaggio, riti di stagioni, e riti di unità. Un rito di passaggio segna la transizione verso un differente status sociale di una persona o di un gruppo, come un matrimonio. Natale sarebbe nel nostro caso un esempio di rito di stagione. I riti di unità sono riti che eliminano "la sensazione di solitudine o alienazione con la compagnia di un gruppo."

I riti di unità sono spesso associati con i party e le convention, e la parola chiave qui è "convention". Il libro di Joan Winston sulla creazione delle convention di Star Trek è significativamente sottotitolato "Come organizzare un party per 12.000 dei vostri amici più intimi." Ella ha detto che l’esperienza più degna di nota per la maggior parte dei partecipanti alle prime convention era che "migliaia e migliaia di fan scoprirono un fatto meraviglioso: non erano soli." E’ largamente dovuto al rito di unità, che Star Trek si sia sviluppato nel "fan-omeno" che è oggi.

Cawelti descrisse un rito come il mezzo di a) riaffermare certi valori culturali di base, b) alleviare le tensioni e c) stabilire un senso di continuità tra il presente ed il passato. La terza parte di questa tesi esaminerà come Star Trek ha riaffermato i valori culturali di base e alleviato le tensioni. E quanto a "stabilire un senso di continuità tra presente e passato":

"…il futuro, persino quello immaginato nei libri, è incerto. Star Trek, mascherando il nostro passato come nostro futuro, ci porta dentro di esso - non il passato degli storici ma il passato mitologico del primo inizio. Questo provoca un senso di permanenza, stabilità e rinnovata confidenza."

Tyrrell conclude il suo saggio con il commento che al credente "Star Trek offre il conforto della religion."

1. Un manufatto culturale

Secondo lo Star Trek 25th Anniversary Special, oltre il 50% del popolo americano si considera fan di Star Trek. Per molti di loro Star Trek è uno stile di vita piuttosto che uno show. Il modello dell’Enterprise usato negli show è in mostra nello Smithsonian Institute a Washington. Dapprima venne messa insieme al cappello di Matt Dillon di "Gunsmoke", ma successivamente fu spostata ed ora è appesa nel Museo Aerospaziale a fianco dello Spirit of St. Louis Lindbergh.

Senza dubbio Star Trek è diventato un importante manufatto culturale e ci sono state riferimenti ad esso dappertutto. Sono state fatte parodie su di esso in innumerevoli show e film. Ecco giusto qualche esempio:

· alla metà degli anni settanta, un episodio del Saturday Night Live presentò una parodia di Star Trek con John Belushi nella parte del capitano Kirk.

· nei primi anni ottanta venne citato in E.T.: "Non può semplicemente farsi teletrasportare?" - "Hey, questa è realtà."

· negli anni novanta I Simpson guardano le avventure di un invecchiato equipaggio dell’Enterprise nel film Star Trek XII - So Very Tired.

I fan possono comprare praticamente qualunque tipo di merchandising si possa immaginare: adesivi per i paraurti, T-shirt, uniformi originali, orecchie di Spock, telefoni a forma di Enterprise e schede telefoniche, modellini, carte da gioco e molto altro. In aggiunta ai suoi aspetti culturali Star Trek è diventata anche un’entità economica. La rivista Variety ha stimato che il franchising di Star Trek ha guadagnato quasi due miliardi di dollari, dal lancio della serie originale nel 1966.

Sono anche state pubblicate le novellizzazioni degli episodi televisivi. I fan scrivono anche nuove storie e come abbiamo visto la narrativa dei fan ha perfino raggiunto il livello delle pubblicazioni professionali. E’ disponibile documentazione per quasi tutti gli aspetti della serie, dal Technical Manual alle blueprint della nave e i codici di comportamento degli ufficiali della Flotta Stellare.

Star Trek anche lasciato il suo marchio sulla lingua. Slogan come "Beam me up, Scotty (Tirami su, Scotty)!" sono entrate nell’uso anche nelle culture che non parlano l’inglese. I personaggi svilupparono citazioni famose sulla base di parole piuttosto comuni:

· Spock: "Affascinante" o "Interessante",

· McCoy: "E' morto, Jim!" e "Sono un dottore, non un […riempire a piacere]!",

· Scotty: "Non posso cambiare le leggi della fisica", o

· Kirk: "Ci porti su, Scottie!"

Molte di queste espressioni, dice Mark Edward del Sunday Times, "sono proprio fatte e dette per essere citate e ricordate da tutti gli spettatori."

A metà degli anni ottanta, scaturì da Star Trek una nuova lingua artificiale: il Klingon. Il linguista Marc Okrand venne consultato per i dialoghi Klingon in "The Search for Spock (Alla ricerca di Spock)", Il terzo film di Star Trek. Oggi, il Klingon Dictionary è un bestseller e sono disponibili corsi di lingua Klingon su cassetta e per radio. I dipartimenti linguistici delle università analizzano il Klingon come unico esempio di lingua artificiale. Nel 1992, fu fondato il Klingon Language Institute ed esso pubblico un giornale trimestrale chiamato HolQed ("Linguistics" in Klingonese).

Star Trek è naturalmente presente anche nel mondo dei computer. Dai tardi anni sessanta ci sono stati innumerevoli giochi per computer sul tema di Star Trek per quasi tutti i sistemi operativi. "Star Trek - lo Screen Saver" è un bestseller. File con foto, famose frasi dette dagli attori ed effetti sonori tipici si possono trovare praticamente in ogni casella postale.

I fan usano le reti mondiali esistenti per comunicare tra lor. Ci sono newsgroup internazionali su Internet, parecchi echi Trek su FIDO Net, ed anche una complete rete postale elettronica chiamata TrekNet esclusivamente dedicata alla discussione di Star Trek. In effetti, io ho personalmente ricevuto innumerevoli commenti d’aiuto e spunti da fan di tutto il mondo, che partecipano a queste liste, e molte delle informazioni che stanno dietro questa tesi sono state ottenute con il loro aiuto.

Star Trek si trova anche nell’industria musicale. Le colonne sonore delle varie serie e dei film sono disponibili su CD. Nel 1987, "The Firm" andarono al n. 1 con la canzone Star Trekkin' (Across The Universe), in cui le frasi famose di Uhura, Kirk, Scotty e Spock venivano cantate su un semplice motivo sintetizzato. Nel 1989 la banda tedesca "Plan B" fece un grosso successo con la canzone Beam me up, Scotty (This planet sucks!). Nel 1992, il progetto Austriaco "Edelweiss" produsse un successo dance multimionario con la sua parodia di Star Trek "Raumschiff Edelweiss".

Ultimo ma non meno importante, Star Trek è stata naturalmente anche studiata con analisi universitarie. E’ stata studiata come "un fenomeno religioso, un fenomeno psicologico, un esempio della monocultura americana, e perfino come un fenomeno sessuale." Scrivendo nel 1984, David Gerrold concluse:

"Davvero, Star Trek ha superato le sue origini come semplice serie televisiva per diventare una più vasta espressione della cultura americana. La Paramount non è più padrona di una proprietà, piuttosto essi sono i custodi di un tesoro nazionale."

I. Il sogno americano in Star Trek

La prima parte di questo scritto ha definito gli elementi principali del sogno americano e descritto come essi durante gli anni sessanta si trasformarono in un incubo. La seconda parte ha presentato la serie televisiva Star Trek, che fu prodotto in quel tempo.

In questa terza parte esaminerò come il sogno americano e le sue crisi si riflettono in Star Trek. Inizierò mostrando che la serie riporta effettivamente i valori degli anni sessanta (e non quelli del XXIII secolo) e poi continuerò analizzando come Star Trek rappresentò gli elementi principali del sogno americano.

A. Fantascienza o favola Americana?

La storia è vitale per il nostro sviluppo come esseri umani. E’ qualcosa di più di una registrazione degli sforzi e dei risultati ottenuti dall’umanità; la storia fornisce il contesto contro cui e nel quale noi ci poniamo in relazione con la società. Così una coscienza storica è indispensabile per difinire la propria identità. Se funziona propriamente, questa coscienza ci pone in un tempo ed un luogo ben definiti, altrimenti ci rende incapaci di comprendere la realtù, facendoci sentire persi e confusi. Dunque una visione della storia imperfetta e distorta può condurre a delusioni fatali e talvolta tragiche sul piano personale e sociale.

La storia può non essere un’esatta registrazione della realtà e, per fornire una conituità storica, vengono creati i miti. Un mito è più di una storiella fantastica senza collegamenti con la realtà. I miti trattano con le origini e la storia e attribuiscono loro una grande importanza. Un mito è l’espressione di un profondo senso di comunità, una comunità non a livello intellettuale o razionale, ma emotivo: il mito "non ha un substrato di pensieri ma di sentimenti. [La sua] coerenza dipende molto di più dall’unità dei sentimenti che dalle regole logiche."

1. "Un romanzo quintessenzialmente americano…"

Il West è l’unico mito nativo dei bianchi americani. Roddenberry può non essere stato serio quando descriveva Star Trek come "Convoglio verso le stelle", ma ciononostante le similarità sono ovvie. Cawelti ha definito l’ambiente, l’azione ed i personaggi di un tipico Western, e la descrizione corrisponde:

· Il Western è una storia posta vicino o a ridosso di una frontiera: Star Trek è situato nello spazio, l’ultima frontiera.

· L’azione, in un Western, si sviluppa fino a raggiungere un momento epico in cui i valori della società americana si trovano contrapposti al territorio selvaggio: in Star Trek i valori della Federazione dei Pianeti Uniti si trovano di fronte la distesa inesplorata e selvaggia dello spazio esterno.

· La trame di un Western si sviluppa tra le varie relazioni degli eroi, i selvaggi e la gente delle città: in Star Trek gli abitanti delle città sono membri della Federazione o avamposti terrestri, i selvaggi sono gli alieni di svariate forme, e gli eroi sono i membri dell’equipaggio dell’Enterprise.

L’equipaggio dell’Enterprise è senza dubbio costituito da eroi americani. L’evoluzione del tipico eroe immaginario americano incomincia con Natty Bumppo di Cooper. Lewis chiama

"…questa figura un eroe nello spazio, nei due sensi della parola. In primo luogo, l’eroe sembra cominciare la sua avventura fuori dal tempo, o ai suoi confini estremi, cosicché si può considerare solo nello spazio; e in secondo luogo, il suo habitat iniziale è lo spazio inteso come spazialità, come area priva di confini, dove tutto è possibile. L’eroe Adamico viene scoperto, come probabilmente lo indicavano le regie del teatro antico, 'circondato, distaccato in smisurati oceani di spazio’."

Kirk e la sua ciurma aggiungono un terzo significato al concetto di Lewis dell’’eroe nello spazio’. Le radici di Star Trek scavano a fondo nella tradizione americana fino al mito del West, e molta della sua forza deriva da queste radici. In un saggio eccellente, April Selley confronta l’amicizia tra Kirk e Spock con quella di altri due eroi romantici Americani, Natty Bumppo e Chingachgook in The Deerslayer, e conclude che "Star Trek è un romanzo essenzialmente Americano, e che quella può essere la ragione principale per il suo enorme fascino."

1. "…sotto forma di fantascienza "

Il fascino di Star Trek, tuttavia, non può essere spiegato così facilmente. Lo show non era soddisfatto di clonare le storie dei Western e di trasferirle nello spazio. Star Trek fu più di una mera ripetizione di vecchi simboli e miti. Esso dislocò questi miti. Durante gli anni sessanta i miti tradizionali si disintegrarono e lasciarono un vuoto poiché non furono rimpiazzati. Secondo Frye un romanzo ha la tendenza "a dislocare i miti in direzione umana." Star Trek "disloca" i miti tradizionali Americani in un futuro pseudo-scientifico e così

"crea un mondo futuro dove le glorie dal passato sono all’origine e i fallimenti e i dubbi del presente sono stati superati. Ci dà il nostro passato come nostro futuro, mentre rende passato il nostro presente che, come qualsiasi evento storico, per l’americano rivolto al futuro viene rapidamente dimenticato."

Come mito Star Trek si appella ad un livello emotivo piuttosto che razionale. E precisamente a questo punto il mezzo televisivo torna in gioco:

"La televisione è il mezzo della comunicazione immediata, personale […] Lavora attraverso le emozioni in un livello non razionale ed è dunque il mezzo più adatto alla parola emotiva, mythos."

La televisione è il mezzo ideale per creare un mito, è in pratica il perfetto e definitivo creatore di miti, e Star Trek fa un uso molto efficiente di quel mezzo. Star Trek non è soltanto una visione, è letteralmente una "tele-visione".

L’enfasi data da Roddenberry alla "credibilità" gioca un ruolo importante nel processo di creazione del mito. "Credibilità" significava diverso da oggi, ma comprensibile per il pubblico, e non va confuso con accuratezza scientifica. Il primo episodio di Star Trek trasmesso, "The Man Trap (Trappola umana)", presentava un mostro che si nutriva di sale e in una particolare scena la storia richiedeva che venissero mostrate delle saliere su un vassoio per cibi per dimostrare la voracità della creatura. Sorse la questione di come sarebbero state le saliere nel XXIII secolo. Il capo della produzione si presentò con dei modelli così futuristici che il pubblico non li avrebbe mai riconosciuti. Allora Roddenberry gli chiese di andare sotto allo Studio Commissary a prendere delle saliere convenzionali. Mentre egli stava andando, Roddenberry gli disse: "Tuttavia, quegli otto oggetti che lei ha portato qui diventeranno gli attrezzi medici del dottor McCoy." Così la maggior parte degli strumenti presenti nell’infermeria di McCoy sono una selezione di esotiche saliere, e "noi sappiamo come funzionano, perché li abbiamo visti lavorare."

Quindi, in Star Trek la storia è più importante che non una descrizione scientifica teoricamente esatta di come potrebbe essere la vita del XXIII secolo. Nella vera fantascienza l’ambientazione non è subordinata alla storia. Questa è la ragione per cui molti fan di fantascienza non considerano Star Trek "vera" fantascienza. Star Trek ha dato del suo meglio (cioè: è stata più popolare) quando ha dato importanza non alla scienza ma agli aspetti teatrali della storia. Star Trek non fu mai intesa per essere vera fantascienza. Fu una storia di settantanove storie sull’uomo contemporaneo poste contro uno sfondo fantascientifico. Fu "un mito americano vestito in abiti da fantascienza."

1. "The Omega Glory (Le parole sacre)"

"Le parole sacre", scritto da Gene Roddenberry, fu una delle tre storie proposte ai network come secondo pilot.. La NBC scelse invece "Where No Man Has Gone Before (Oltre la galassia)" e "Le parole sacre " divenne un segmento della seconda stagione. L’episodio fa espliciti riferimenti alle tradizioni americane e dunque descriverò alcune scene in dettaglio per illustrare la teoria che Star Trek è, nel profondo, "un romanzo quintessenzialmente americano sotto forma di fantascienza".

L’Enterprise scopre l’astronave Exeter in orbita intorno al pianeta Omega IV, il cui equipaggio è stato ridotto in polvere cristallizzata da una malattia misteriosa. Kirk, Spock e McCoy scoprono di essere stati contaminati, si trasportano sul pianeta alla ricerca di una cura e incontrano il capitano della Exeter Ronald Tracey. Su Omega, due tribù vivono in guerra tra loro: i dominatori asiatici, i Kohm, e i loro oppositori, i bianchi Yang. Gli Yangs vivono sulle colline fuori dal villaggio e sono come animali selvaggi: "Non si riesce nemmeno a comunicare con loro ", dice il capitano Tracey. Diventa presto chiaro che Tracey ha violato la Prima Direttiva di non-interferenza della Flotta Stellare per assicurarsi un posto per vivere usando i phaser contro le offensive degli Yang.

Kirk resiste a Tracey e viene arrestato e viene imprigionato nella stessa cella di una coppia Yan. Il maschio lo attacca immediatamente ed il tentativo di Kirk di comunicare con lui fallisce. Gli Yang emettono soltanto versi animaleschi e la lotta finisce pari ends drawn. Poco dopo, Kirk parla a Spock, che si trova in una cella confinante, e mormora qualcosa a proposito del "riguadagnare la libertà". Improvvisamente, il maschio Yang incomincia a parlare, in modo vagamente impacciato:

"Libertà? Libertà? Questa è una parola sacra. E’ sacra per gli Yang."

Kirk ci dice che "E’ una parola sacra anche per noi." Dopo aver scoperto il loro comune amore per la libertà, entrambi, con uno sforzo comune, tentano di rimuovere una delle sbarre della finestra della prigione. Lo Yang prende la prima sbarra divelta, colpisce Kirk sulla testa e fugge.

Poco dopo, gli Yangs conquistano il villaggio dei Kohm e tutti i membri della Federazione members sono condotti in una stanza. Kirk osserva gli Yangs e comincia a domandarsi

Kirk: Se i miei antenati fossero stati cacciati dalle città, nei deserti, sulle colline…

Spock: Si, capisco, capitano. Avrebbe imparato a coprirsi con pelli, a comportarsi in maniera rozza, fatto uso di archi e lance…

Kirk: …vivendo come gli Indiani, e alla fine avrebbero finito perfino con l’assomigliare agli Indiani d’America - (musica) - America. Yang. Yanks. Spock? - Yankees.

Spock: Kohm. Comunisti. Il parallelo è persino troppo stretto, Capitano. Significherebbe che su questo pianeta è stata combattuta la guerra che la vostra Terra riusciì ad evitare, e che in questo caso gli Asiatici hanno vinto e preso il potere dell’intero pianeta.

Kirk: Ma se fosse vero, tutte queste generazioni Yang, che combattono per riguadagnare la loro terra.

McCoy: Lei è un romantico, Jim.

Un singolo tamburo comincia a battere e un tamburino entra nella camera. Il tamburo si ferma.. Colui che aveva fatto da carceriere a Kirk è apparentemente il capo degli Yang e proclama la loro vittoria: "Ciò che era nostro è ritornato nostro. E non ci sarà più tolto!" Il tamburo comincia a battere di nuovo ed entra uno Yang che sventola una bandiera Americana. Il capo Yang comincia a parlare: "Io sono Cloud William. Il capo." Sollevando una bibbia, Cloud William va verso il drappo cosparso di stelle e con la mano destra sul cuore esclama le seguenti parole:

"Ai plehglie aian neptuhn flaggen tupep laik forstan …"

In questo momento, Kirk lo interrompe e continua a voce alta:

"…e per la repubblica che rappresenta, una nazione unita davanti a Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti."

Gli Yang sono sorpresi che Kirk conosca le loro Parole Sacre, che naturalmente sono il Patto di Alleanza Americano. Come prova che non è il Demonio, Kirk deve dire tutte le Parole Sacre, perché "la lingua del malvagio brucerebbe sicuramente" se egli tentasse di dire queste parole. Il capo Yang dice a Kirk che "Io comincerò, tu dovrai continuare ", e comicnia a recitare:

"Ie pleb niesta norco forcom perfect unum …"

Esse paiono familiari, ma Kirk non riesce subito a proseguire. Quando Sulu e due guardie della sicurezza si materializzano nella stanza, Kirk viene considerato un figlio degli Dei. Allora egli da uno sguardo alle Parole Sacre:

Kirk: Ascoltatemi, ascoltate questo! Tra la mia gente ci sono molte parole come queste, in molte nazioni, in molti mondi. Molte sono ugualmente buone e rispettate, ma ovunque siamo andati, mai parole hanno detto questa cosa così importante in con una tale forza.

Guardate queste tre parole scritte più grosse delle altre, con un orgoglio speciale mai scritto prima né mai più ripetuto, parole grandi, che dicono con orgoglio, NOI POPOLO, che voi avete chiamato "Ie pleb niesta" non furono scritte per i capi o per i re, per i ricchi o i potenti, ma per tutto il popolo.

Nel corso dei secoli voi avete alterato il significato delle parole "Noi, popolo degli Stati Uniti, allo Scopo di formate un’unione migliore, istituire la giustizia, assicurare la tranquillità in patria insure domestic Tranquillity, garantire la difesa comune, promuovere il benessere generale, e assicurare la benedizione della libertà a noi ed ai nostri posteri, ordiniamo e stabiliamo questa Costituzione."

Questo è il preambolo alla Costituzione americana del 1787 (mancano solo le parole "per gli Stati Uniti d’America" alla fine), e Kirk convince il capo degli Yang che queste parole devono essere applicate a chiunque, compresi i Kohms. Cloud William "non è sicuro di capire"ciò, ma nonostante tutto giura a Kirk che le Parole Sacre saranno ascoltate. Con un ultimo sguardo ammiccante verso la bandiera, Kirk esce. Un mito americano in forma di fantascienza.

1. Riflessi degli anni sessanta

Molta cura fu posta nei dettagli tecnici dell'Enterprise ed al suo equipaggiamento. In contrasto a questi dettagli tecnici, non c'è nessun punto durante lo show in cui venga data una spiegazione di come sarebbe il retroscena culturale di questa nave. Durante tutta la serie l'Enterprise dà l'impressione di essere un entità indipendente che viaggia nello spazio, ma questa indipendenza è un'illusione. Dopo la sua missione quinquennale essa dovrà fare ritorno al suo pianeta natale, e tutto ciò che noi sappiamo è che la Terra è un membro della Federazione dei Pianeti Uniti, il cui braccio militare è la Flotta Stellare.

In effetti, è stato messo in evidenza nella Guida di Star Trek per gli scrittori che l'umanità ha raggiunto l'unità sulla Terra, ma che i dettagli della politica terrestre nel XXIII secolo sono preferibilmente lasciati nell'ignoto. Rispondendo ad una domanda riguardante se i bisogni umani come cibo, amore fisico, sonno saranno mutati nel XXIII secolo, essa disse:

"Probabilmente. Ma […] ricordate, i soli Western che hanno fallito miseramente sono quelli che descrivevano davvero gli uomini, i valori e la morale del 1870. Il pubblico applaude John Wayne quando si comporta essenzialmente come un uomo del 1966."

In "The Corbomite Maneuver (L'espediente della carbonite)" l'Enterprise incontra un cubo luminoso, radioattivo, mentre sta svolgendo una missione di cartografia stellare. Quando Kirk è costretto a distruggerlo, compare un enorme nave composta di luci pulsanti, che intrappola l'Enterprise, e annuncia che la nave e la sua flotta saranno distrutti entro dieci minuti poiché la distruzione della boa di avvertimento "ha dimostrato che le vostre intenzioni non sono pacifiche." Non vedendo alternativa, Spock fa riferimento al gioco degli scacchi: "Quando uno non ha a disposizione altre mosse il gioco finisce. Scacco matto." Poco dopo, Kirk replica: "Non scacchi, signor Spock. Poker. Conosce questo gioco?"

Kirk mette in scena un bluff disperato, dicendo al comandante alieno che i vascelli terrestri sono equipaggiati con un sistema di auto-distruzione chiamato "carbonite" che distrugge anche l'attaccante. Alla fine del conto alla rovescia di dieci minuti non succede nulla. Il bluff di Kirk ha avuto successo. Quando è evidente che la distruzione è stata almeno temporaneamente ritardata, Spock rompe il pesante silenzio sulla nave dicendo: "Un gioco molto interessante, questo - poker." Kirk risponde: "Ha dei vantaggi rispetto agli scacchi."

Poker è "la pura espressione del sogno americano." E' il gioco di carte preferito dagli americani. Settanta milioni di americani giocano a carte e circa 47 milioni preferiscono il poker. E' americano come la torta di mele, il baseball e gli hot dog. E quando l'Enterprise e la sua flotta sono a soli due minuti dalla distruzione nel XXIII secolo, il loro capitano li porta in salvo con una strategia derivata da un gioco di carte popolare negli anni sessanta. Ciò non sorprende la seguente affermazione di David Gerrold :

"La flotta dell'Enterprise non è in alcun modo intesa come rappresentazione dell'umanità futura- proprio per niente. Essi sono rappresentativi della Sfera di Influenza Americana dei giorni nostri. Le loro abitudini, il loro modo di parlare, il loro modo di reagire ... sono tutti contemporanei. […] L'equipaggio dell'Enterprise è l'America del XX secolo nello spazio."

L'America del XX secolo nello spazio. Questa è la ragione per cui ci sono così poche informazioni sul background culturale di Star Trek. Il background è quello dell'America del XX secolo. Il capitano Kirk comanda un'astronave nel XXIII secolo, ma le sue avventure e le decisioni si riferiscono al tempo della sua creazione, gli anni sessanta. Star Trek non solo riflette i sogni e gli incubi degli anni sessanta, ma è fatto di questi.

A. La nuova frontiera

Come abbiamo visto, Star Trek è profondamente radicato nelle tradizioni americane e nel mito del West. Il collegamento tra Star Trek e l'ideale della frontiera intesa come continua sfida è palese ed è già stato parzialmente esplorato. La magia di Star Trek è in parte dovuta alla sua ambientazione in stile-frontiera. Le parole dette da William Shatner dopo il teaser di ciascun episodio spiega la missione dell'Enterprise:

"Spazio - ultima frontiera. Questi sono i viaggi dell'astronave Enterprise. La sua missione quinquennale: esplorare strani nuovi mondi, cercare nuove forme di vita e civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima."

L'ambiente è lo spazio, ma come abbiamo visto le condizioni sono quelle del vecchio West: c'è una frontiera e la missione dell'Enterprise è di esplorare il territorio sconosciuto al di là di questa. L'Enterprise sta svolgendo una spedizione quinquennale, inoltrandosi nella terra inesplorata. Il faticoso cammino supera la frontiera, penetrando nella terra sconosciuta. Sulla Terra, le spedizioni sono scomparse insieme alla chiusura della frontiera alla fine del diciannovesimo secolo. Ma ora c'è lo "Spazio - l'ultima frontiera". La frontiera è stata trasferita in un altro livello, e così è stato per la spedizione: prolungato oltre il west, fin verso le stelle, il percorso (trek) diventa uno Star Trek.

La tesi sulla frontiera di Turner enfatizzò l'importanza del West per lo sviluppo di un'identità nazionale americana. Probabilmente lui non ha presentato una spiegazione unica, ma sicuramente ha toccato una corda importante: la tesi della frontiera è probabilmente uno dei temi maggiormente discussi nella storiografia americana, insieme alla rivoluzione e alla guerra civile. Senza dubbio l'esperienza della frontiera ha dato una forma decisiva all'America, dapprima come fatto storico e successivamente come mito e simbolo.

Dopo la chiusura della frontiera come linea di demarcazione degli insediamenti il desiderio di continuare la sfida non cessò. John F. Kennedy compose una variante di successo di questo leitmotiv Americano e catturò l'immaginazione di molti americani quando, il 15 luglio 1960, nel suo discorso inaugurale, egli ripercorse il mito della frontiera ed esclamò:

"Ci troviamo oggi alle soglie di una nuova frontiera - la frontiera degli anni sessanta, una frontiera di opportunità e pericoli sconosciuti, una frontiera di speranze inappagate e di minacce."

Parte integrante della nuova frontiera era il programma spaziale. Kennedy aveva attribuito un'importanza psicologica e politica di livello mondiale allo sforzo americano di superare i Russi nella corsa allo spazio. Egli aveva assegnato alla nazione il compito di sfidarsi con i cosmonauti russi. Il 25 maggio 1961, Kennedy annunciò che gli Stati Uniti avrebbero fatto sbarcare un uomo sulla luna prima della fine del decennio.

La corsa alla luna era incominciata. I voli strumentali erano molto più economici e di maggior valore scientifico dei voli umani, ma i secondi erano decisamente più spettacolari. Nel 1962, Kennedy difese il suo ambizioso programma: "Ma perché, dicono alcuni, la luna? ... Perché scalare la montagna più alta? ... Abbiamo scelto di andare sulla luna in questo decennio ... perché quella meta serve ad organizzare al meglio le nostre energie e le nostre abilità ... e 'perché essa è lì'."

Nello stesso anno, Jay Holmes pubblicò un libro sulla sfida del programma spaziale che chiamò America on the Moon: The Enterprise of the Sixties. Il fascino di questa impresa e dell'Enterprise per certe parti del pubblico aveva ragioni simili:

"Negli astronauti la gente trovò un nuovo tipo di eroi popolari appropriati per le condizioni della vita moderna, che tuttavia continuavano a manifestare le semplici virtù positive di un tempo passato, meno complicato."

Come gli astronauti, gli eroi di Star Trek erano appropriati alle condizioni della vita moderna (e anche futura) e tuttavia riflettevano le apparentemente semplici e vincenti virtù di un tempo primitivo e meno complicato, un tempo mitologico che Tyrrell chiamò "quello del primo inizio".

L'assassinio di Kennedy il 22 novembre 1963, ebbe un profondo impatto sulla società e sulla cultura americana e per molti significò l'inizio del caos degli anni sessanta, la caduta dei sogni. La nuova frontiera era svanita pochi mesi prima che l'Enterprise cominciasse ad esplorare l'ultima frontiera, ma in ogni caso essa aveva creato l'umore ottimistico che Star Trek avrebbe continuato.

Due episodi di Star Trek riflettono direttamente gli anni sessanta: "Tomorrow Is Yesterday (Domani è ieri)" e "Assignment: Earth (Missione: Terra)".

1. "Domani è ieri"

"Domani è ieri, trasmesso per la prima volta il 26 gennaio 1967, è uno degli episodi più popolari. Dopo l'incontro con ìle forze gravitazionali di una "stella nera", l'Enterprise viene lanciata indietro nel tempo nel ventesimo secolo. Volando sopra il Nebraska la nave viene dunque avvistata, classificata come un UFO ed inseguita da un caccia. Il jet del pilota aeronautico capitano John Christopher viene accidentalmente distrutto dal raggio trattore della nave e Kirk è costretto a portare il pilota a bordo. Dopo aver inizialmente deciso di non riportare il capitano Christopher sulla Terra poiché la sua conoscenza del futuro potrebbe in qualche modo alterare la storia, Spock scopre che il figlio non ancora nato del loro ospite condurrà un’importante spedizione nello spazio. Il capitano Christopher deve tornare sulla Terra e dopo alcune teatrali complicazioni, egli viene riportato con successo sul suo jet poco prima della sua distruzione. L'Enterprise ritorna a casa.

All'inizio dell'episodio, quando nessuno a bordo è ancora a conoscenza del loro viaggio nel tempo, Uhura cerca di raggiungere la Flotta Stellare e riceve invece un messaggio radio della Terra su un altro canale: "Questo è il notiziario delle 5.30. Capo Kennedy. Il primo lancio di un uomo sulla luna è previsto per mercoledì, alle 6 del mattino, ora standard." Kirk è stupito: "Lancio dell'uomo sulla lunaManned? Ma quello accadde nei tardi anni sessanta." Al tempo in cui l'episodio fu trasmesso il programma spaziale aveva appena subito il suo più grande smacco. Tre astronauti erano stati uccisi in un incidente evitabile. Ciononostante, la considerazione di Kirk sul primo "lancio di un uomo sulla luna" dei "tardi anni sessanta" si collega fiduciosamente al programma di Kennedy di mandare un uomo sulla luna prima del 1970.

Alla fine dell'episodio, Kirk dice a Christopher: "Si guardi intorno, capitano. Lei li ha superati tutti." Implica nell'alliterazione del Capitano Christopher è la sua continuazione Columbus, Cristoforo Colombo: Egli è stato il primo uomo nello spazio, ed essendo lui un terrestre degli anni sessanta, è facile per lo spettatore seguirlo a bordo e scoprire com'è la vita su un'astronave. Il suo stupore è quello del pubblico. Egli è stupito di vedere una donna membro dell'equipaggio e di sentir parlare di "Comando Spaziale Unito Terrestre", ma in fondo tutti i riferimenti agli anni sessanta di "Domani è ieri" sono principalmente usati per creare situazioni umoristiche di inappropriatezza da entrambe le parti, uomini contemporanei e del futuro.

1. "Missione: Terra"

"Missione: Terra" è diverso: l'Enterprise sta svolgendo una missione di ricerca storica e viaggia intenzionalmente indietro nel tempo ai tempi della Terra del 1968 per scoprire "come gli umani riuscirono ad evitare di autodistruggersi." Il resoconto della storia che Spock illustra a Kirk rispecchia la turbolenza dei tempi:

"Le crisi attuali della Terra riempirebbero un intero nastro, capitano. Ci sarà un importante omicidio oggi, un colpo di stato ugualmente importante in Asia, e, cosa che potrebbe essere molto critica, il lancio di una piattaforma orbitale dotata di armi nucleari da parte degli Stati Uniti, controbilanciata da un lancio simile da parte delle altre potenze."

L'episodio venne trasmesso il 29 marzo 1968: poche settimane dopo l'offensiva di Tet, due giorni prima dello sconvolgente annuncio televisivo del presidente Johnson che egli non avrebbe partecipato alle elezioni e sei giorni prima dell'assassinio di Martin Luther King.

Ma torniamo alla finzione: l'Enterprise intercetta accidentalmente un raggio di teletrasporto di incredibile potenza ed un uomo chiamato Gary Seven viene portato a bordo. Seven afferma di essere un umano spedito da una potenza aliena, preoccupata del destino dell'umanità, "per evitare che la civiltà terrestre si autodistrugga prima di maturare in una società pacifica." Egli afferma che "questo è il periodo più cruciale nella storia della Terra" poiché "la tecnologia terrestre e la scienza sono progrediti più in fretta delle conoscenze politiche e sociali" e che la sua missione è di prevenire il lancio di un razzo dotato di testate nucleari. La sede del lancio è - ovviamente - Capo Kennedy.

Non sapendo se Seven stia o no dicendo la verità Kirk interferisce e il razzo viene lanciato. Con l'aiuto inconsapevole della sua segretaria Roberta Lincoln (notare il cognome), una donna terrestre di vent'anni, Seven sfugge a Kirk e manda il razzo fuori rotta. Il razzo sta tornando sulla Terra, dove la sua testata atomica esploderà all'impatto. Nonostante l'intervento ripetuto di Kirk Seven riesce alla fine a far esplodere la testata solo 104 miglia al di sopra della superficie. Spock nota che lo shock di questo incidente diede luogo a nuovi e più forti accordi internazionali contro l'uso di tali armi.

La prima bozza di questo episodio esprimeva la presenza dell'Enterprise negli anni sessanta mostrando il personale del ponte che guardava sullo schermo principale dell'astronave un episodio di "Bonanza" (della NBC). Inoltre, la segretaria del signor Seven doveva chiamarsi Roberta Hornblower. Nella stesura finale il suo cognome venne cambiato e la signorina Lincoln riassume i sentimenti della sua generazione:

"So che questo mondo ha bisogno di aiuto. Ecco perché alcuni della mia generazione sembrano pazzi e si ribellano, come si vede. Ci domandiamo se arriveremo a trent'anni."

In contrasto con le cupe prospettive degli anni sessanta Star Trek enfatizzava una vista del futuro ottimistica e piena di speranza. Nel suo messaggio inaugurale, Kennedy aveva rivolto un appello a quelle nazioni "che si definiscono nostre nemiche":

"Esploriamo insieme le stelle, conquistiamo il deserto, sradichiamo le malattie, riempiamo cavalchiamo gli oceani ed incoraggiamo le arti ed il commercio."

Star Trek fu la conferma che la visione di Kennedy sarebbe diventata realtà. Possiamo quasi affermare che il "Capitano James T. Kirk dell'astronave Enterprise sollevò la torcia caduta dalla mano di Kennedy nell'inconscio di infiniti spettatori." Star Trek porta ciò che Kennedy aveva promesso: una nuova frontiera.

A. Progresso

Come abbiamo visto nella prima parte, credere nel progresso è essenziale per il sogno americano. Essenzialmente, esso deriva dall'antica concezione tipologica della storia dei Puritani.

Nella confusione degli anni sessanta, il credo nel progresso della società risultò essere un ideale in qualche modo discutibile poiché la società sembrava indirizzata verso il disastro anziché progredire verso la perfezione. Anche gli aspetti tecnologici del progresso sembravano produrre effetti collaterali catastrofici. Il capitolo seguente esamina come questi elementi vengono tratteggiati in Star Trek.

1. Paradise

Il paradiso è un tema fondamentale della serie e soggetto di un sesto dei settantanove episodi. Nella società occidentale, il più comune stereotipo del paradiso è il biblico giardino dell'Eden. Questo mito universale ha un'importanza speciale per l'America in quanto l'immagine di un'America come Eden fu il primo ingrediente nella costruzione del sogno americano. Messi a confronto con un continente apparentemente vergine, gli europei proiettarono il loro sogno di armonia con la natura e di gioia e l'America era essenzialmente proprio un Eden.

a) "Who Mourns For Adonais? (Dominati da Apollo)"

Il paradiso viene tradizionalmente immaginato come un luogo di gioco, piacere e innocenza. L'unica attività dell'uomo è l'obbedienza rituale al dio in cambio della quale egli provvede a tutte le necessità. L'episodio "Dominati da Apollo" tratta le implicazioni di questa idea. Nelle vicinanze del pianeta Pollux IV l'Enterprise viene intrappolata da una "mano" gigante, che risulta poi essere una forma di energia appartenente ad una figura umanoide che afferma di essere il dio Apollo, ultimo sopravvissuto di un gruppo di viaggiatori spaziali che un tempo avevano visitato la Terra e vissuto sul monte Olimpo. Egli da il benvenuto all'equipaggio dell'Enterprise chiamandoli "figlioli prediletti" e ordina loro di restare con lui: "Voglio da voi ciò che è mio di diritto. La vostra lealtà, il vostro tributo e la vostra adorazione." Quando McCoy chiede ad Apollo cosa offre in cambio di questa adorazione, egli risponde: "La vita in paradiso. Semplice a piacevole come era tante migliaia di anni fa su quel bel pianeta tanto lontano."

Apollo offre il paradiso e tutto ciò che chiede in cambio è un po' di adorazione, ma i "testardi, combattivi, stupidamente coraggiosi umani" rifiutano. Il punto di vista di Apollo è chiaro: "L'uomo pensa di essere progredito. Ma si sbaglia. Ha semplicemente dimenticato quelle cose che danno significato alla vita. A voi tutti sarà data la felicità. C'è un ordine delle cose in questo universo. La vostra specie l'ha negato. Io sono venuto per ripristinarlo." Tuttavia, egli alla fine apprende da Kirk che "Noi ti abbiamo superato. Tu chiedi qualcosa che non possiamo più darti." La fonte di energia di Apollo, il tempio, viene distrutta e prima di sparire egli conclude che "Il nostro tempo è finito. Non c'è più posto per gli dei."

Il tema sottostante di questo episodio è quello del "progresso". L'uomo ha sempre lottato, è progredito, si è sviluppato, ed ha "superato" il bisogno degli dei. Quando i primi insediamenti europei giunsero nella paradisiaca America essi non erano contenti di quello che trovarono. Per i pionieri il paradiso andava sfruttato:

"Terre sconfinate invitano all'aratro, strada verso il nuovo inizio che porta la rinascita. E' il sogno che i nostri antenati inseguirono verso ovest, che lancia i nostri discendenti verso lo spazio."

Esaminando l'ideale pastorale dell''America, Leo Marx scoprì "La macchina in giardino." L'America divenne il locus sia del sogno di un paradiso naturale che della realtà della tecnologia. Tuttavia essi non possono coesistere. Man mano che il paradiso viene sfruttato, le macchine distruggono il giardino. Il paradiso ed il progresso si escludono a vicenda. Star Trek vede il progresso come basilare alla condizione umana ed eguaglia la tranquillità del paradiso con la stagnazione.

a) "The Return of the Archons (Il ritorno degli Arconti)"

In "Il ritorno degli Arconti" l'Enterprise visita il pianeta Beta III per scoprire qual’è stata la sorte della Archon, una nave della Federazione che aveva visitato il pianeta un secolo prima. Dopo essirsi teletrasportati giù per esplorare il pianeta, il signor Sulu viene colpito da uno strano raggio. Riportato a bordo, si scopre che è sotto l'influenza di una forza che lo controlla. Con un sorriso felice ed ebete sul volto, egli parla di "Landru" e dice a Kirk che "E' il paradiso, amici. Il paradiso. Il paradiso. Il paradiso."

Una squadra si trasporta sul pianeta e scopre una città simile a quelle del vecchio West abitata da gente devota e priva di espressione. Scoprono così che la popolazione è controllata da "Landru", un governatore minaccioso e onnisciente. Gli stranieri - come l'equipaggio della Archon e Sulu - vengono assorbiti e trasformati in parti del "corpo", un destino che attende anche Kirk e i suoi. Come Landru spiega loro:

Siete giunti in un mondo senza odio, senza paura, senza conflitti. Niente guerra, nessuna malattia, niente crimini. Nessuno degli antichi mali. Landru cerca la tranquillità. Pace per tutti. Il bene universale […] Voi sarete assorbiti. Le vostre individualità si fonderanno nell'unità del bene. E nel vostro prendere parte all'essere unico del corpo troverete felicità e appagamento. Sperimenterete il bene assoluto.

Il paradiso richiede il superamento dell'individualità. McCoy viene assorbito per primo e diventa parte del corpo. Con l'aiuto di Reger e Marplon, due membri del movimento nascosto anti-Landru, Kirk e Spock sfuggono all'assorbimento. Kirk scopre che Landru è un computer, decide che "la spina va staccata" e distrugge Landru. Tornati sull'Enterprise, Spock fa notare: "Quante volte l'umanità ha desiderato un mondo pacifico e sicuro come quello che dava Landru!" Al che Kirk risponde: "Sì. Non l'abbiamo mai ottenuto. Direi che siamo stati fortunati."

L'immagine tradizionale del paradiso viene descritta come non desiderabile. Esso nega la necessità di progredire. In diversi episodi la tensione interna tra paradiso e progresso viene risolta distruggendo il paradiso. Queste trame di solito mostrano una macchina o un computer altamente avanzati che possiedono il potere assoluto e che alla fine vengono distrutte o almeno corrette da Kirk ed il suo equipaggio.

a) "This Side of Paradise (Al di qua del paradiso)"

In "Al di qua del paradiso" la tensione viene superata in un modo più sottile, ma l'idea già vista del paradiso come ostacolo al progresso umano rimane. L'Enterprise arriva a Omicron III, descritto come l'America rurale, e si aspetta di trovare i membri di una colonia agricola morti a causa delle fatali radiazioni Berthold, alle quali sono stati esposti per anni. Ma quando una squadra sbarca, viene salutata dal capo della colonia, Elias Sandoval. I coloni sono sopravvissuti grazie alla loro simbiosi con le spore che danno una salute perfetta e assorbono le radiazioni. Queste spore causano ai loro ospiti la perdita di ogni senso di automiglioramento e di conseguenza non è stato fatto nessun progresso verso la meta originale della colonia. Tuttavia, i coloni si rifiutano di essere portati via per essere sottoposti ad esami medici, in quanto si sentono piuttosto contenti e soddisfatti del loro paradiso.

Spock e McCoy sono tra i primi membri dell'equipaggio a soccombere alle spore. Dopo la conversione, Spock è in grado di esprimere le emozioni e per la prima volta impara a conoscere la felicità. La gioia di McCoy può essere giudicata dal suo più marcato accento del sud - egli si sente a casa. Altri membri della squadra vengono esposti, le piante vengono trasportate sulla nave, e presto l'intera nave viene infettata, comrpeso Kirk che è colpito dalle spore mentre è ancora sul ponte. Tuttavia, il capitano si arrabbia a tal punto nel dover lasciare la sua beneamata nave che riesce a liberarsi del potere delle spore e scopre così che le forti emozioni sono un efficace antidoto. Egli inganna così Spock facendolo tornare a bordo, lo provoca in una lotta furibonda e insieme essi costruiscono un apparato che libererà la flotta ed i coloni dall'influenza delle spore. L'immediata reazione di Sandoval è di rimpianto:

"Non abbiamo fatto nulla qui. Nessun risultato. Nessun progresso. Tre anni sprecati. Volevamo trasformare questo pianeta in un giardino."

Alla fine dell'episodio McCoy fa notare a Kirk: "Questa è la seconda volta che l'Uomo viene cacciato dal paradiso." Kirk replica:

"No. Questa volta ce ne andiamo noi. Forse non siamo fatti per vivere nel paradiso, Bones. Forse siamo nati per guadagnarci sudando il nostro pane. Battaglie. Arrampicarci con le unghie, combattendo ad ogni metro della via. Forse non siamo fatti per riposarci al suono del liuto. Bones - noi dobbiamo marciare al suono dei tamburi."

"Paradiso" viene dalla parola persiana pairidaeze, che non significa giardino ma muro o recinto. Star Trek ripesca le radici etimologiche della parola. Il paradiso non è libertà ma prigionia. L'espulsione dal paradiso, una punizione secondo la mitologia tradizionale, viene invertito di significato: l'individuo viene liberato dalle restrizioni della paradisiaca Gabbia d'Oro. La caduta diventa una benedizione. Il volo dal paradiso è un preludio necessario al volo dell’Enterprise. Il lavoro, la cultura e la tecnologia non sono più associati con la caduta ma con il volo. Per aspera ad astram. Il paradiso non esiste in uno stato di naturale mancanza di coscienza o di beata innocenza, ma nelle coscienti realizzazioni della mente umana. Star Trek va oltre la metafora della "Macchina nel Giardino" e comincia ad esplorare il "Giardino nella Macchina."

1. Progresso tecnologico

Il libro di Rachel Carson "Silent Spring" (1962), sugli effetti pericolosi dei pesticidi nell'ambiente, fu tra le prime voci preoccupate che si levarono contro il progresso tecnologico incontrollato. In Star Trek, non ci sono molti riferimenti alle nuove questioni ambientali, e se esse vengono menzionate non vengono mai esplorate in dettaglio. Una scena da "Bread and Circuses (Nell'arena con i gladiatori)" illustra questo punto. All'inizio dell'episodio, Spock analizza alcune letture del tricorder e conclude:

Spock: Affascinante. Questa atmosfera è significativamente simile a quella del vostro XX secolo. Moderato inquinamento industriale, contenente sostanziali quantità di monossido di carbonio e idrocarburi parzialmente bruciati.

McCoy: Il termine era "smog".

Spock: Credo che quello fosse il termine. Non credevo che lei fosse uno storico così preparato, dottore.

McCoy: Non lo sono, signor Spock. Stavo semplicemente cercando di fermarla prima che lei ci desse un'intera lezione sul soggetto.

McCoy riesce nel suo intento. L'inquinamento non viene più menzionato.

Se i problemi ambientali vengono soltanto sfiorati, un altro aspetto del progresso tecnologico viene guardato con molta più attenzione: i computer. Negli anni sessanta, i computer facevano presagire la Rivoluzione delle Informazioni. Essi risolvevano complessi calcoli matematici in pochi secondi e rapidamente iniziavano ad invadere la vita di tutti i giorni e come tutte le nuove tecnologie erano - e sono - accompagnati da molta apprensione.

L'episodio della prima stagione "Court-Martial (Corte marziale)" ci mostra Samuel T. Cogley, un eccentrico ma brillante avvocato che odia apertamente i computer. Kirk è accusato di aver tenuto una condotta impropria durante un'emergenza, il che ha causato la morte dell’ufficiale alle registrazioni Ben Finney. La prova principale contro di lui è la registrazione dei momenti decisivi effettuata da un computer , e la testimonianza di Kirk si oppone a quella del computer. Spock si rifiuta di credere che il Capitano sia colpevole e dimostra, vincendo svariate partite a scacchi contro il computer, che la macchina è stata manipolata. La testimonianza apparentemente infallibile del computer viene smontata e Kirk viene scagionato da ogni sospetto.

a) "The Ultimate Computer (Il computer che uccide)"

In "Il computer che uccide", Il dottor Richard Daystrom installa il sistema computerizzato M-5 sull'Enterprise. Venticinque anni prima, Daystrom aveva sviluppato la tecnologia dei sistemi duotronici in uso sulla nave e ora egli afferma che l'unità multitronica M-5 può prendersi carico di tutte le funzioni dell'equipaggio. Sebbene Kirk esprima comprensibilmente sentimenti contrastanti su questo esperimento, il computer sembra indubbiamente funzionare molto efficientemente. Quando l'Enterprise si avvicina ad un pianeta per esplorarlo e l'M-5 compone una squadra di sbarco, Kirk e McCoy non vengono inseriti in quanto essi non portano alcun contributo rilevante all'esplorazione del pianeta. Kirk si sente obsoleto, indifeso e inutile.

Tuttavia, l'M-5 comincia a funzionare male e senza regione apparente distrugge un cargo senza equipaggio. Il computer prende il controllo dell'intera nave e respinge tutti gli sforzi di bloccarlo. Quando il Commodoro Wesley conduce una squadra di quattro astronavi in una manovra di attacco simulata all'Enterprise, l'M-5 risponde come se l'attacco fosse reale. Tutte le navi "attaccanti" vengono severamente danneggiate e l'equipaggio della Excelsior viene ucciso. Daystrom ha inserito i suoi schemi cerebrali nella macchina e quindi l'M-5 riflette le forze e le debolezze di Daystrom. Quando egli tenta di persuadere il sistema a smettere di uccidere, diventa chiaro che le sue ossessioni e paranoiche paure di essere un ragazzo prodigio che ha perso il suo tocco magico determinano anche il comportamento dell'M-5. Alla fine Kirk recupera la nave convincendo il computer ad auto distruggersi.

Nonostante, a prima vista, l'episodio si opponga fermamente all'uomo governato dalla tecnologia, in realtà esso fiancheggia l'istanza e trova una facile scappatoia. Alla fine dei conti, il computer funziona male soltanto a causa degli insufficienti enagrammi di pensiero che lo supportano. Sarebbe stato facile costruire una nuova macchina sulla base di modelli più sani ed appropriati, per esempio quelli di Kirk. Secondo le idee della serie una tale macchina non si sarebbe guastata.

In diversi altri episodi, Star Trek esplorò l'idea del potente ultimate computer che non solo governa un'astronave ma un intero pianeta o una civiltà. In tutti i casi una società guidata dai computer o non funziona propriamente o regredisce. Abbiamo già visto Landru ne "Il ritorno degli Arconti". Altri episodi del genere sono "La mela" e "For the World is Hollow and I Have Touched the Sky (Ho toccato il cielo)." In tutti, il computer che governa previene il progresso e deve essere corretto oppure distrutto.

Dall'invenzione della ruota, la tecnologia ha ripetutamente rivoluzionato la società. L'invenzione del motore a vapore fu un fattore decisivo per l'abolizione della schiavitù. Le nuove tecnologie hanno reso la vita più accettabile e la produzione più efficiente. Gli anni sessanta portarono progressi tecnologici in molti campi. I computer portarono la promessa di sollevare gli uomini dai lavori più terribilmente noiosi e di ottimizzare la produzione, in quanto essi non si lamentavano degli orari né scioperavano. Tuttavia, l'altra faccia della medaglia divenne presto anch'essa chiara: i lavori per i quali i computer potevano essere più adatti venivano già svolti da umani. L'automazione aumentò la disoccupazione e creò la paura di essere sostituiti da una macchina.

L'Enterprise funziona grazie ai computer. La nave è l'espressione massima della tecnologia umana nel XXIII secolo e come tale è un simbolo per chi crede nella tecnologia come salvatrice. Ciononostante, la serie enfatizza il fatto che la tecnologia deve essere controllata dagli uomini:

"Star Trek riflette e confronta queste ansietà causate dalla tecnologia raccontandoci una storia sulla superiorità dell'uomo. Spiega perché le macchine non potranno mai sostituire l'uomo o la ricerca alterare la sua condizione."

A. Libertà, uguaglianza e il crogiolo delle razze

La Dichiarazione di Indipendenza riportava che "tutti gli uomini sono creati uguali." Come abbiamo visto, gli archivi degli anni sessanta lasciavano molto a desiderare sulla libertà e l'uguaglianza. La sezione seguente analizza come i valori contemporanei dell'eguaglianza sessuale, sociale e razziale vengono riflessi in Star Trek.

1. La liberazione delle donne

Durante la Seconda Guerra Mondiale molte donne dovettero fare il lavoro degli uomini poiché gli uomini erano lontani per la guerra ed esse scoprirono che non solo erano capaci a fare questi lavori ma che era anche piuttosto divertente. Tuttavia, fu necessario aspettare gli anni sessanta per portare un attacco alla "comune assunzione della cultura americana di metà secolo che le donne, biologicamente ed emotivamente, erano più adatte e soddisfatte nel fare i lavori di casa ". In "The Feminine Mystique" (1963) Betty Friedan mostrò sia l'ingiustizia della discriminazione che del loro presunto accontentarsi. Nel 1966 donne attiviste di tutte le età formarono l'Organizzazione Nazionale delle donne per assicurare i loro diritti. Nei tardi anni sessanta le donne erano ormai in qualche modo accettate sia nel fare lavori da colletti bianche e blu.

Nella televisione questo cambiamento non fu riportato. Nel 1966, su sessantaquattro show solo il 60,9 % proponeva donne in ruoli regolari. Questi show avevano sessantanove personaggi femminili, di cui solo 24 al di fuori dell'ambiente casalingo. Anche gli spettacoli centrati su donne con abilità particolari le considerarono all'interno di ruoli familiari.

Star Trek non fu diverso. L'originale Guida per gli Scrittori di Roddenberry del 1964 tratteggiava il "Numero Uno", una donna nella posizione di comando, ma il personaggio fu respinto dai network. I test del pubblico sul personaggio mostrarono risentimento e incredulità e Stephen Whitfield notò che

"Sebbene Star Trek fosse uno show sul XXIII secolo, doveva essere visto da un pubblico del XX secolo - che respingeva l'idea di una donna forte e tenace ("troppo dominante") come seconda-in-comando."

Roddenberry stesso disse "Decisi di aspettare di avere un pubblico del XXIII secolo prima di fare nuovamente qual grande passo."

Per la prima stagione Star Trek propose tre personaggi femminili. Janice Rand era l'attendente del Capitano in un ruolo tipicamente femminile. Apparve in soli sette episodi e fu tolta dalla programmazione dopo la prima metà della prima stagione. La seconda donna nel cast regolare fu Christine Chapel, che occupava un altro ruolo tipicamente femmnile, un'infermiera. Lei partecipò a diciotto dei 79 episodi, ma raramente fece qualcosa di più del semplice lavoro da infermiera.

Ultima ma non meno importante c'è naturalmente il tenente Uhura, che appare in 67 episodi. Nel paesaggio della televisione contemporanea una donna nera in un ruolo regolare era indubbiamente una rarità, ma come ufficiale delle comunicazioni Uhura non fece praticamente nulla di più che aprire le frequenze di comunicazione e apparire confusa. Nella maggior parte degli episodi Uhura è poco di più che un'operatrice dei centralini intergalattici. Parti più importanti furono regolarmente tagliate dai testi, come affermò l'attrice che impersonava Uhura, Nichelle Nichols, in un'intervista:

"In tutte le storie c'erano parti meravigliose, e poi vedevi che venivano riscritte, pagina dopo pagina, e io pensavo che era molto crudele darci i testi originali che avevano delle parti terribili e poi vedere la tua parte tagliata, tagliata, tagliata. […] Ma va anche ricordato che il fatto era che, nel 1966, tutti avevano una paura matta di avere un nero e una donna in un ruolo di pari livello."

Dopo la seconda stagione lei voleva lasciare lo show, ma alla fine decise di continuare e attribuì la sua scelta a Martin Luther King, che le disse che lei doveva restare nello show come un segno positivo per tutti gli afro-americani.

Gli ospiti femminili non furono trattati meglio di quelle regolari. In "Who mourns for Adonais? (Dominati da Apollo)" McCoy commenta così il tenente Carolyn Palamas, specialista in archeologia, antropologia e civiltà antiche sull'Enterprise: "…d'altro canto è una donna. Una donna. Un giorno troverà l'uomo giusto, e se ne andrà. Via dal lavoro." E a Kirk sembra ugualmente chiaro che lei non può trovare l'uomo giusto, sposarsi e continuare ad essere un buon ufficiale della Flotta: lei dovrà lasciare il suo lavoro e curare suo marito. Di tanto in tanto comparvero donne scienziato o diplomatiche, ma esse "non fecero quasi mai nulla, se non stare lì mostrandosi carine o comportandosi come prostitute."

Come Selley puntualizza le ospiti donne impegnate in parti esterne all'eqipaggio regolare di Star Trek sono o "angeli, che devono morire…, o, più comunemente, demoni." Prima gli angeli. In "The Paradise Syndrome (Il paradiso perduto)" Kirk perde la memoria su un pianeta i cui abitanti ricordano da vicino gli Indiani d'America. Essi lo chiamano "Kirok" e lo trattano come un dio mandato per salvarli. Le usanze decretano che egli deve sposare la figlia del capo Miramanee. Poco dopo, Miramanee è incinta e "Kirok" eccezionalmente felice. Quando l'Enterprise ritorna, due mesi dopo, Spock salva Kirk con una fusione mentale vulcaniana. Essendo stata restaurata la sua memoria, "Kirok" ridiventa Kirk, e Miramanee muore per le ferite interne ricevute mentre lei e Kirk erano stati lapidati poco prima.

La Sorella Edith Keeler in "The City on the Edge of Forever (Uccidere per amore)", un altro angelo, patisce un destino simile. Kirk e Spock arrivano nell'America del 1930 per correggere un incidente temporale causato da McCoy, che ha cambiato la storia. Kirk si innamora della signorina Keeler, che conduce una mensa per i poveri nella Missione della ventunesima strada. Kirk ammira il suo ottimismo ed il suo altruismo, ma Spock scopre che Edith Keeler ha due possibili futuri. O lei inizierà un movimento pacifista che ritarderà l'entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale abbastanza a lungo da far vincere la Germania, oppure morirà in un incidente stradale. Alla fine Edith Keeler deve morire per ristabilire il corso esatto della storia.

Ecco invece i demoni: esse vengono descritte come seduttrici intelligenti e piene di risorse. Eccone alcune- come Elaan in "Elaan of Troyius (Elena di Troia)", Lenore ne "The Conscience of the King (La magnificenza del re)", e Sylvia in "Catspaw (Il gatto nero)" - tentano perfino di assassinare Kirk.

L'ultimo episodio trasmesso, "Turnabout Intruder (L'inversione di rotta)", ci mostra la dottoressa Janice Lester, una scienziata che ha costruito una macchina per scambiare la sua mente con quella di Kirk e viceversa, per poter usare il suo corpo. Ai tempi dell'Accademia della Flotta lei aveva avuto una storia con Kirk, ma il suo amore si era tramutato in odio. Lei voleva essere capitano di un'astronave, ma la Flotta non accettava una donna come capitano. Nei panni di Kirk, la dottoressa Lester è troppo emotiva, al punto di diventare isterica e totalmente incapace di comandare un'astronave. L'episodio "culmina" in una corte marziale in cui la Lester-nel-corpo-di-Kirk accusa Scotty e McCoy di ammutinamento e impone loro la pena di morte. La sola donna che abbia mai comandato un astronave non solo è un completo fallimento, ma è anche mentalmente malata.

Tirando le somme, i risultati di Star Trek sull'uguaglianza delle donne non furono quelli che avrebbero potuto essere. La serie confermò i vecchi stereotipi e fallì nel guardare avanti verso un futuro di più pari opportunità tra i due sessi.

1. Eguaglianza sociale

In "The Cloudminders (Una città tra le nuvole)" l'Enterprise fa visita al mondo di Ardana e alla sua ricca miniera di zenite. La Zenite è un elemento cruciale e raro richiesto in tempi brevi per fermare una piaga botanica sul pianeta Merak II. La sostanza viene estratta dai Troglytes, minatori che sono costretti a vivere sulla dura superficie del pianeta in condizioni di povertà e non vedono mai il sole. In contrasto, la classe che governa risiede a Stratos, una lussuosa città posta nell'orbita del pianeta, come nota Spock "una società totalmente intellettuale" che si delizia con l'arte, la scienza ed in generale il meglio della vita. Gli abitanti di Stratos credono che i Troglytes siano lavoratori, incivili, esseri rozzi e naturalmente inferiori, che non agiscono razionalmente ma possono soltanto capire violenze e torture.

I Troglytes bloccano la consegna di zenite e Kirk si trova nel mezzo della loro lotta per l'uguaglianza sociale. La loro bella leader Vanna viene catturata durante un'azione di protesta nella città di Stratos e successivamente torturata. Quando Kirk esprime le sue proteste, Plasus, Gran Consigliere del governo di Ardana, gli ordina "di fare immediatamente ritorno alla sua nave". Tornato sulla nave Kirk impara da McCoy che la zenite allo stato grezzo "emette un gas invisibile e inodore che ritarda le funzioni intellettuali della mente ed amplifica gli stati emotivi, e successivamente scatena una violenta emozione." Una maschera filtrante potrebbe proteggere i Troglyti dal gas e portarli a raggiungere l'eguaglianza intellettuale.

Contro la volontà di Plasus Kirk ritorna su Ardana, direttamente nella prigione dove è trattenuta Vanna e cerca di convincerla che le mascherine miglioreranno la situazione dei Troglyti. Ella finge di credergli e apparentemente si mostra d'accordo a consegnare la zenite. Essi fuggono e ritornano nelle miniere, dove Kirk e preso in ostaggio. Egli provoca intenzionalmente una frana per isolare lui e Vanna e poi ordina a Scotty di trasportare Plasus nella miniera con loro. Dopo essere stati esposti al gas tutti cominciano a comportarsi aggressivamente. Sia Vanna che Plasus si convincono finalmente che il gas invisibile è responsabile dello stato intellettuale dei Troglyti. Vengono così consegnate le mascherine contro il gas e tutto finisce bene.

L'episodio è poco più di un remake del classico film di fantascienza "Metropolis" (1926), che poneva i suoi lavoratori in una fabbrica sotterranea mentre la pigra classe dominante vive in una città lussuosa piena di grattacieli, giardini, autostrade a più livelli e numerosi veicoli terrestri e aerei. "Una città tra le nuvole" non eguaglia l'originale ed evita di scontrarsi con l'argomento dell'eguaglianza sociale, il vero problema in ballo. L'ineguaglianza sociale viene risolta consegnando delle mascherine antigas. La storia di questo episodio era basata su una traccia di David Gerrold chiamata "Castles in the Sky", e secondo Gerrold la concezione originaria della storia era "molto più allarmante, poiché non c'era una facile risposta alla situazione."

Ed in effetti, sulla Terra non fu così semplice. L'America emergeva dalla Seconda Guerra Mondiale come una delle nazioni più ricche del mondo, ma nonostante questo la povertà rimaneva un problema durante il boom economico degli anni cinquanta e sessanta. Nell'autunno del 1963 Kennedy aveva cominciato a considerare la povertà un problema centrale. Il consiglio Economico classificò il 20% delle famiglie americane come povere, e la lotta alla povertà divenne parte del piano di Johnson per una "Grande Società". Star Trek ignorò per la massima parte questo soggetto.

1. Eguaglianza razziale

Durante gli anni sessanta l'ideale dell'America come crogiolo di tutte le razze venne rapidamente messo da parte e per citare il titolo di uno studio contemporaneo sui gruppi di immigrati etnici a New York, l'America andò "Oltre il crogiolo delle razze". In contrasto, Star Trek presentò un mondo che aveva superato il razzismo:

"Questo approccio esprime il 'messaggio' che è basilare alla serie: dobbiamo imparare a vivere insieme o quasi certamente presto moriremo tutti assieme."

Abbiamo visto nella seconda parte di questa tesi che Roddenberry aveva effettuato significativi cambiamenti all'equipaggio dell'Enterprise dopo che la serie era stata accettata dai network. In seguito a questi cambiamenti il ponte della U.S.S. Enterprise assomigliava ad una riproduzione in miniatura della società americana, una riproduzione che funzionava, a differenza della realtà degli anni sessanta: un ufficiale delle comunicazioni nero, un ufficiale medico bianco del sud, un tenente russo, un timoniere Giapponese, un ingegnere scozzese, uno scienziato vulcaniano ed un americano al lavoro tutti insieme per esplorare l'ultima frontiera. Il medesimo assetto venne applicato anche per il resto dell'equipaggio e per gli ospiti. In episodi come "The Ultimate Computer (Il computer che uccide)" e "A Private Little War (Guerra privata)" dei neri vennero utilizzati in ruoli senza connotazioni razziali.

L'episodio "Plato's Stepchildren (Umiliati per forza maggiore)" è ricordato soprattutto per il bacio tra Kirk e Uhura - il primo bacio interrazziale sulle reti televisive e molti episodi di Star Trek hanno a che fare con il pregiudizio. Il concetto vulcaniano di apprezzare l'esistenza di infinite diversità in infinite combinazioni (pagina 69) è un'affermazione eloquente in merito al problema. La tolleranza è nella maggior parte dei casi estesa alle forme di vita aliene. Episodi come "The Devil in the Dark (Il mostro nell'oscurità)" o "Is There In Truth No Beauty? (La bellezza è verità?)" offrono entrambi una sottile esplorazione di come le differenze tra forme di vita che non hanno niente in comune possono essere risolte. Parecchio interessante, in tutte queste storie, è Spock, essere metà Vulcaniano e metà umano, che agisce come mediatore e interprete tra le forme di vita aliene e l'umanità.

Spock stesso è oggetto del pregiudizio in "Balance of Terror (La navicella invisibile)". In questo episodio l'equipaggio scopre che i misteriosi Romulani, che minacciano la Federazione, sono in effetti una derivazione della razza vulcaniana. Dunque essi appaiono molto simili ai vulcaniani, il che porta il tenente Stiles ad esprimere la sua disapprovazione per il signor Spock. Alla fine, il tenente Stiles capisce che il suo atteggiamento pregiudiziale era sbagliato.

"The Savage Curtain (Sfida all'ultimo sangue)" contiene un'altra critica al razzismo. Subito dopo che una potente forma di energia ha analizzato la nave, un'immagine con la barba, vestita nel tradizionale abito nero e cappello a tubo, si materializza sullo schermo principale mentre galleggia nello spazio in un comodo seggio, e dice: "Io sono Abramo Lincoln." La figura chiede di essere portata a bordo e alla vista di Uhura, Lincoln esclama "Che negretta affascinante!" al che lei risponde con fierezza: "Nel nostro secolo abbiamo imparato a non temere le parole." Kirk spiega allora al suo ideal antenato che l'umanità ha imparato a trarre vantaggio dalle differenze.

a) "Let That Be Your Last Battlefield (Sia questa l'ultima battaglia)"

L'episodio della terza stagione "Sia questa l'ultima battaglia", trasmesso il 10 gennaio 1969, indirizzò specificamente il problema del pregiudizio razziale in una maniera sicuramente semplicistica ma ciononostante efficace. L'Enterprise intercetta una navetta della Federazione rubata ed il suo ladro, un umanoide di nome Lokai proveniente dal pianeta Cheron, significativamente situato "nella parte più a sud della galassia". Lokai ha una appariscente pigmentazione: è nero da un lato e bianco sull'altro.

Subito dopo il suo arrivo, Bele appare sul ponte. Egli afferma di essere il "Capo Ufficiale della Commissione per i traditori politici" di Cheron ed è a caccia di Lokai, che di conseguenza chiede a Kirk asilo politico. Diventa presto ovvio che i due sono pieni di reciproco odio razziale. Quando la Flotta Stellare si rifiuta di consegnare Lokai a Bele, si sviluppa la seguente argomentazione:

Bele: E' ovvio anche per la mente più superficiale che Lokai è di una specie inferiore.

Spock: L'evidenza più ovvia, Commissioner, è che lui è della vostra stessa razza.

Bele: E' dunque cieco, comandante Spock? Mi guardi. Mi guardi.

Kirk: Lei è nero da una parte - e bianco dall'altra.

Bele: Io sono nero nella metà destra.

Kirk: (lentamente) Non colgo alcuna differenza significativa.

Bele: Lokai è bianco sul lato destro, tutta la sua gente è bianca sul lato destro.

La ragione dell'odio inconciliabile tra Bele e Lokai è il puro pregiudizio razziale. L'astronave arriva a Cheron solo per scoprire un pianeta morto: gli abitanti si sono uccisi tra di loro a causa dei loro risentimenti. Bele e Lokai si inseguono fin giù sul loro pianeta morto dove continuano la loro insensata battaglia.

Quando Lokai ad un certo punto chiede se esiste la persecuzione sulla Terra, Sulu risponde "Sì, ma è successo tempo fa, nel ventesimo secolo. Oggi non esistono più idee così primitive." Tuttavia, Star Trek fu prodotto in quel secolo, ed in quel tempo ce n'era.

Nel 1966, c'era esattamente una attrice di colore in televisione con un ruolo regolare: Nichelle Nichols nella parte del Tenente Uhura. Il primo uomo nero in un ruolo drammatico serio fu Raymond St. Jacques nell'ultimo anno di "Rawhide" ed il solo attore nero in uno show era Bill Cosby in "I, Spy", che molte affiliate della NBC si rifiutarono di trasmettere finché non furono costrette a farlo. La quantità di attori o attrici orientali non era migliore. I loro primi ruoli regolari furono nei Western come"Bonanza", solitamente come personaggi comici. Per quanto incredibile possa sembrare: nel 1966, "Star Trek aveva esattamente la metà degli attori etnici con un ruolo regolare nell'intera televisione."

Confrontato con l'ambiente TV ad esso contemporaneo e date le pressioni della produzione televisiva, Star Trek fece un grosso sforzo nell'abbattere le barriere razziali. Presentò un futuro in cui l'umanità aveva superato la segregazione e gli odi razziali. In Star Trek, la versione del sogno americano di Martin Luther King era divenuta realtà.

A. Fato manifesto

Uno dei più importanti elementi del sogno americano era la ferma convinzione che l'America era stata scelta da Dio per liberare il resto del mondo dal dispotismo e dall'oscurità. Questo credo risale all'intenzione Puritana di costruire una "citty sulla collina". Esso sopravvisse alla secolarizzazione e sotto forma di "fato manifesto" influenzò la conquista del West e l'identità nazionale dell'America fino ad oggi.

Durante la ricerca degli scopi della nazione nel 1960, ci fu consenso tra gli autori che la missione dell'America era la "liberazione dell'umanità" e questa nozione divenne parte integrale della "Nuova Frontiera" di Kennedy. Come abbiamo visto, Star Trek abbracciò altre parti della Nuova Frontiera e i seguenti capitoli esamineranno come l'esplorazione che fece Star Trek dell'ultima frontiera fu influenzata dal credere nel fato manifesto dell'America.

1. La Prima Direttiva

La Flotta Stellare aveva un certo numero di ordini generali creati come regole di condotta per il personale. La più importante è la Prima Direttiva, che è stata definita "una saggia, ma a volte fastidiosa, regola che proibisce alle astronavi di interferire con il normale sviluppo delle civiltà aliene e delle società."

Nell'episodio "A Private Little War (Guerra privata)", Kirk spiega perché fu istituita la Prima Direttiva:

"Un tempo eravamo come voi. Lance e frecce. Giunse un momento in cui le nostre armi crebbero più velocemente della nostra saggezza, e quasi ci autodistruggemmo. Da questo abbiamo deciso di fare una regola da usare durante i nostri viaggi: mai permettere che la stessa cosa accada in altri mondi."

Un breve dialogo in "Bread and Circuses (Nell'arena con i gladiatori)" dà un'idea di quale potrebbe essere il contenuto di questa regola. Dopo essere scesi sul pianeta 892 IV, Kirk menziona che prima dell'Enterprise solo un'altra astronave ha attraversato questo settore:

Spock: Quindi la Prima Direttiva è in vigore, Capitano?

Kirk: Nessuna riferimento a se stessi o alla missione. Nessuna interferenza con lo sviluppo sociale del pianeta.

McCoy: Nessun riferimento allo spazio o al fatto che esistono altri mondi o civiltà avanzate.

Kirk: Andiamo.

L'Ordine Generale Uno della Flotta Stellare ordina la non-interferenza con lo sviluppo sociale delle altre società e pone questa regola al di sopra di tutte le altre.

In "The Omega Glory (Le parole sacre)", Kirk ci dice che

"… il giuramento più solenne di un capitano di astronave è che egli darebbe la sua vita, perfino la sua intera flotta, piuttosto che violare la Prima Direttiva."

Tutti i membri della flotta Stellare accettano, sotto giuramento, che morirebbero piuttosto di disobbedire alla direttiva di non-interferenza. Dopo tutta si tratta della Prima Direttiva.

L'esatta formulazione non è mai stata affermata e quindi rimane una regola in qualche modo elastica. Tuttavia, ci sono stati molti cenni e riferimenti e la Prima Direttiva è stata riassunta come segue:

Poiché il diritto di ogni specie senziente a vivere secondo la sua normale evoluzione culturale è considerato sacro, nessun membro della Flotta Stellare può interferire con il sano sviluppo della vita e cultura aliena. Tale interferenza include l'introduzione di conoscenze superiori, forze o tecnologie in un mondo la cui società è incapace di maneggiare questi vantaggi con saggezza.

Il personale della Flotta non può violare questa Prima Direttiva, nemmeno per salvare le loro vite e/o la loro nave, a meno che non stiano agendo per aggiustare una precedente violazione o una contaminazione accidentale della predetta cultura. Questa direttiva ha la precedenza su qualunque altra considerazione, e porta con sé il più alto obbligo morale.

Non esattamente lo stile della nuova frontiera. Tuttavia, ci sono delle scappatoie: può essere ignorata "per aggiustare una precedente violazione o una contaminazione accidentale della predetta cultura." Questo significa che a Kirk è concesso di rimettere una società sulla propria via dopo che qualcun altro l'ha deviata - incidentalmente o volontariamente.

Un classico esempio di interferenza accidentale si trova nell'episodio "A Piece of the Action (Chicago anni 20)", dove gli abitanti del solitario pianeta Iotia hanno modellato la loro cultura sulla base di un libro lasciato sul loro pianeta dalla U.S.S. Horizon cento anni prima. Il libro (Chicago Mobs of the Twenties) riguardava la malavita di Chicago negli anni 20 e aveva ispirato gli Iotians a replicare le gang della vecchia Chicago. Kirk, comportandosi come e peggio degli stessi fuorilegge, istituisce un governo unitario con la Federazione come super-boss. Essenzialmente egli rimane fedele alla direttiva in quanto corregge un'"accidentale contaminazione di una cultura esistente."

Un esempio di interferenza intenzionale con lo sviluppo normale di una cultura inferiore è l'episodio della seconda stagione "A Private Little War (Guerra privata)" in cui i Klingon cercano di prendere il controllo del pianeta armando una parte della popolazione e la Federazione ristabilisce l'uguaglianza degli armamenti.

Queste sono i soli espedienti ufficiali della direttiva. Tuttavia, come rimarca David Gerrold, "la Prima Direttiva fu più spesso chiamata in causa per essere infranta che non viceversa. Infatti, le sole volte che noi abbiamo sentito parlare della Prima direttiva sono state subito prima che Kirk la violasse. Non fu mai fatta una storia in cui lui obbedì alla regola."

Ho menzionato l'episodio "Il ritorno degli Arconti" in cui l'Enterprise trova una società controllata da Landru. Dopo aver scoperto che Landru è un computer, Kirk decide di distruggerlo:

Kirk: Signor Spock, dobbiamo staccare la spina.

Spock: Signore?

Kirk: Landru deve morire!

Spock: Capitano, la nostra prima direttiva di non-interferenza.

Kirk: Quella si riferisce a una cultura vivente, in evoluzione. Lei crede che questa lo sia?

Questo commento rappresenta una seria restrizione alla validità della Prima Direttiva: Si applica solo alle "culture vive e in evoluzione", e se una cultura sia o no in vita ed in crescita è lasciato alla discrezione personale.

a) "The Apple (La mela)"

Un altro esempio di interferenza in una cultura alla quale non si applica la non-interferenza viene dato in "La mela". Gli abitanti di Gamma Trianguli VI sono una popolazione gentile, quasi infantile che vive in una specie di paradiso e non conosce la violenza, il lavoro o il sesso. Essi si fanno chiamare "Servi di Vaal". Vaal è un computer che fornisce loro tutto ciò di cui hanno bisogno e che sopravvive metabolizzando le offerte di cibo dei nativi. In una scena, McCoy si avvicina a Kirk e Spock che osservano le offerte a Vaal e domanda:

McCoy: Che cosa sta succedendo, Jim?

Kirk: E' ora di pranzo.

Spock: Secondo la mia opinione, uno splendido esempio di reciprocità.

McCoy: Ci voleva proprio una mente vulcaniana calcolatrice come la sua per fare una tale affermazione.

Spock: Dottore, lei insiste nell'applicare standard umani a culture non umane. Io le ricordo che gli umani sono soltanto una minuscola minoranza in questa galassia.

McCoy: Ci sono certi valori assoluti, signor Spock, e uno di essi è il diritto degli umanoidi ad un ambiente libero e senza vincoli. Il diritto ad avere condizioni che consentano la crescita.

Spock: Un altro è il loro diritto a scegliere il sistema che sembra funzionare per loro.

McCoy: Jim, lei non vorrà stare fermo a guardare ciò che sta succedendo qui. Questi sono umanoidi. Intelligenti. Hanno bisogno di crescere e progredire. Non capisce quello che stanno indicando le mie letture. Non ci sono stati cambiamenti né alcun progresso per almeno diecimila anni. Questa non è vita. E' stagnazione.

Spock: Dottore, queste persone sono sane, e sono felici. In qualsiasi modo lei decida di chiamarlo, questo sistema funziona nonostante la sua reazione emotiva ad esso.

McCoy: Potrà funzionare per lei, signor Spock, ma per me no. Umanoidi che vivono per servire un ammasso di latta.

Kirk: Signori, penso che queste argomentazioni filosofiche possano aspettare che la nostra nave sia fuori pericolo.

McCoy considera "il diritto a un ambiente libero e senza vincoli" un valore assoluto e chiede al suo capitano di fare qualcosa. Implicitamente, egli domanda che la Federazione, usando le parole di Kennedy, "assicuri la sopravvivenza e il successo della libertà." Spock al contrario non crede che l'interferenza con la cultura di Vaal sia giustificata. Mentre McCoy dorme, sullo sfondo, egli discute l'argomento con Kirk:

Spock: Sono perplesso, Capitano. Questa può non essere una società ideale, ma è una vivibile.

Kirk: Bones ha ragione. Queste persone non vivono, esistono. Essi non creano, non producono, non pensano nemmeno. Esistono per servire una macchina.

Spock: Se facciamo quello che ci sembra vada fatto, secondo me, sarà una diretta violazione della direttiva di non-interferenza.

Kirk: Queste sono persone, non robot. (musica) Essi dovrebbero avere l'opportunità di scegliere. Noi dobbiamo - interferire.

E lo fanno. L'Enterprise libera il pianeta distruggendo Vaal e Kirk presenta alla sua popolazione lo stile di vita della Federazione, concedendo loro "l'opportunità della libera scelta", come raccomandato dalla commissione presidenziale nel Goals for Americans.

Ogniqualvolta la Prima Direttiva viene menzionata e messa in pericolo, Spock è di solito l'unico a difenderne l'integrità. Mentre Kirk e McCoy sono d'accordo con lui in linea di principio, entrambi tendono a enfatizzare l'importanza a priori di "certi valori assoluti" come la libertà e la libera scelta. Il che non sorprende: la filosofia Vulcaniana del Nome apprezza le differenze in tutte le cose e quindi Spock è disponibile ad accettare le condizioni date anche se non si accordano ai suoi standard personali. Kirk e McCoy sono al contrario americani e il loro credo si riconduce alla Dichiarazione di Indipendenza la quale afferma che a tutti gli uomini sono riservati alcuni diritti inalienabili, inclusa la libertà. I governi vengono istituiti soltanto per assicurare questi diritti ed è nel diritto dei popoli alterarli o abbatterli e istituire un nuovo governo se esso diventa contrario a quelle finalità. Dunque i governi che non assicurano la libertà o l'opportunità di scegliere liberamente possono essere legalmente aboliti.

La Dichiarazione di Indipendenza è il punto di partenza di Kirk per l'interpretazione della Prima Direttiva della Flotta Stellare e "nonostante i rimorsi di coscienza di Spock, la serie sottoscrive pienamente il benevolo imperialismo di McCoy [e di Kirk]." Nel suo messaggio inaugurale, Kennedy disse che gli Stati Uniti d'America erano preparati a "pagare qualsiasi prezzo, sopportare qualsiasi onere, superare qualunque difficoltà, aiutare qualunque amico, opporsi ad ogni nemico per assicurare la sopravvivenza ed il successo della libertà ." E così fu per la Federazione dei Pianeti Uniti.

1. L'incidente della Pueblo

La U.S.S. Pueblo, una nave di spionaggio della marina, era stata intercettata dalla Corea del nord il 23 Gennaio 1968. Il comandante Lloyd M. Bucher si era arreso senza combattere sulla base del fatto che, essendo armato con soli due cannoni, la resistenza sarebbe state inutile e stupida. I coreani affermarono che la nave stava compiendo una missione di spionaggio, la qual cosa fu negata dagli USA. La flotta fu rilasciata solo dopo aver firmato le scuse per l'incidente. Dopo il loro ritorno negli USA, la marina fece partire un'inchiesta allo scopo di incolpare gli ufficiali della nave per i loro errori di comando. Benché fosse stata la marina a mandare un vascello disarmato e senza scorta per spiare la Corea del nord, solo gli ufficiali della nave furono biasimati. Gli investigatori della marina volevano portarli davanti alla corte marziale, ma la segreteria della marina lasciò perdere considerando che avevano già sofferto abbastanza.

In "The Enterprise Incident (Incidente all'Enterprise)" Dorothy Fontana intendeva ri-raccontare l'incidente della Pueblo, ma la NBC respinse l'idea perché "troppo pericolosa. Bisogna fare qualcosa di diverso." La squadra di produzione riscrisse la storia e l'episodio risultante, trasmesso il 27 settembre 1968, era effettivamente qualcosa di diverso: Kirk appare irritabile e affaticato, (apparentemente) impazzisce e spinge l'Enterprise nello spazio romulano. L'Enterprise viene catturata e Kirk (apparentemente) giustiziato. Ma, al suo ritorno sulla sua nave, scopriamo che l'intero incidente era stato studiato per rubare il dispositivo di occultamento Romulano. Kirk indossa una casacca Romulana, torna a bordo della nave Romulana e prende il dispositivo di occultamento.

David Gerrold considera la storia "disonesta come niente era mai stato nella televisione americana, e rappresentativa dei peggiori fallimenti di Star Trek." L'episodio suggerisce che il fine giustifica i mezzi e ignora che i mezzi danno la forma al fine. Secondo Gerrold, Star Trek avrebbe avuto la possibilità "di commentare una delle più vergognose avventure americane - come aveva avuto la possibilità di commentare tutte le altre- e la fallì in pieno."

1. Il Vietnam

Un altro trauma degli anni sessanta fu il Vietnam. L'episodio "A Taste of Armageddon (Una guerra incredibile)" è indirettamente collegato al Vietnam e parla degli orrori della guerra. L'episodio della seconda stagione "A Private Little War (Guerra privata)" contiene riferimenti diretti alla guerra in Vietnam e verrà analizzato in alcuni suoi dettagli.

a) "Una guerra incredibile"

Nell'episodio "Una guerra incredibile", trasmesso il 23 febbraio 1967, l'Enterprise si reca sul pianeta Eminiar VII per stabilire contatti diplomatici. Una squadra di sbarco scopre che Eminiar è in guerra con un pianeta vicino da secoli e afferma di aver subito un attacco in cui l'Enterprise viene considerata distrutta. Tuttavia, non ci sono esplosioni, radiazioni o altre prove di un attacco, e Scotty, al comando dell'Enterprise, sembra essere vivo e vegeto. Kirk e Spock scoprono che gli abitanti di Eminiar combattono la loro guerra con i computer e che gli attacchi vengono sferrati matematicamente. I "bersagli" da entrambe le parti entrano volontariamente nelle cabine di disintegrazione e muoiono per prevenire la distruzione totale. Così la civiltà sopravvive nonostante la morte delle persone e, secondo il capo del consiglio di Eminiar Anon 7, "la cultura progredisce." La squadra viene imprigionata, ma Kirk e Spock fuggono e riescono a prendere il controllo dell'alto consiglio. Ecco come Kirk spiega le cose ad Anon 7:

"Distruzione, malattie, orrori. Di questo è fatta la guerra. Questo è ciò che la rende una cosa da evitare. Ma voi l'avete resa pulita e senza dolore. Così pulita e senza danni che non avevate nessuna ragione per terminarla."

Kirk distrugge i computer e, messi a confronto con gli orrori della guerra, Eminiar e il suo rivale incominciano i trattati di pace.

Il punto di questa storia è che la morte è stata resa "pulita e priva di dolore." Ripristinando gli orrori della guerra, Kirk vi ha posto fino, svolgendo così un ruolo simile a quello della televisione nella guerra del Vietnam.

Dal 1865 gli USA combattevano guerre solo in terra straniera. I soldati americani erano molti in molte guerre, ma la morte restava per il pubblico invisibile e pulita. Nessuna bomba fu sganciata sull'America e i combattimenti erano lontani migliaia di miglia. Così era il Vietnam, ma ci fu una differenza rispetto alle guerre precedenti: la televisione. Quella del Vietnam fu la prima guerra ampiamente descritta dalla televisione e difatti è stata chiamata la "guerra televisiva." Gli orrori della guerra non furono nascosti da cifre astratte di bersagli colpiti. La televisione aveva rimosso il velo di astrazione. La sua realtà raggiunse direttamente le case degli americani. Senza scampo. John Peel affermò che

"Ciò che finalmente concluse il conflitto del Vietnam fu la televisione. Osservando la realtà della guerra, l'americano medio cominciò a realizzare che la guerra era terribilmente reale. Il movimento pacifista crebbe soltanto quando la realtà della guerra penetrò nei salotti degli americani."

Anche se la realtà non fu così semplice, la televisione ebbe effettivamente un impatto importante sulla ricezione della guerra del Vietnam in America. Quando Kirk distrugge i computer della guerra di Emininar, Anon 7 gli chiede se si rende conto di ciò che ha fatto e Kirk risponde "Vi ho restituito gli orrori della guerra." Durante il cosiddetto "conflitto d'oltreoceano", la televisione fece esattamente la stessa cosa con gli americani. Restituì loro gli orrori della guerra.

a) "Guerra privata"

Il 31 gennaio 1968, il Vietnam del nord lanciò l'Offensiva di Tet, che colse completamente impreparato il pubblico americano poiché gli ufficiali affermavano che i Viet Cong erano troppo deboli per lanciare un grosso attacco e che la guerra sarebbe stata vinta entro poche settimane. Le notizie TV che riportavano l'offensiva di Tet parlavano una lingua diversa.

Due giorni dopo, il 2 di febbraio, veniva trasmesso l'episodio "Guerra privata". In questo episodio, scritto da Gene Roddenberry, l'Enterprise si reca al pianeta Neural. Kirk aveva visitato quel pianeta tredici anni prima ed era diventato molto amico di Tyree, capo della gente della collina che conviveva pacificamente con gli abitanti del villaggio, l'unica altra tribù del pianeta. L'episodio incomincia con un altro riferimento al paradiso:

Spock: … è il giardino dell'Eden.

Kirk: O almeno così sembrò al giovane e avventato tenente Kirk al comando della sua prima missione di sorveglianza su un pianeta.

Spock: Del tutto corrispondente alla classe M. Molto simili alla Terra.

Kirk: Salvo il fatto che queste persone vivono nel loro giardino dell'Eden. Archi e frecce per cacciare, ma assolutamente nessuna lotta tra di loro. Notevolmente pacifico e tranquillo.

Tuttavia, le cose sono cambiate. Gli abitanti del villaggio ora hanno archibugi e sono in lotta con la gente della collina. Tornato sulla nave, Kirk scopre che una nave Klingon è in orbita intorno al pianeta e automaticamente capisce che loro hanno fornito armi agli abitanti del villaggio: "Se i Klingon rompono il trattato, potrebbe scaturirne una guerra interstellare."

Kirk e McCoy si teletrasportano sul pianeta per investigare e Tyree, un convinto pacifista, racconta loro "le armi da fuoco sono comparse circa un anno fa" e che gli abitanti del villaggio si costruiscono le armi da soli. Intrufolandosi nel villaggio scoprono un soldato Klingon military advisor che sta fornendo ad Apella, capo del villaggio, il necessario know-how e i materiali.

Quando Kirk insegna a Tyree e alla sua gente a sparare, McCoy obietta:

Kirk: Bones, il normale sviluppo di questo pianeta consisteva nello statu quo tra la gente della collina e gli abitanti del villaggio. I Klingon lo hanno cambiato con gli archibugi. Se vogliamo che questo pianeta si sviluppi come avrebbe dovuto dobbiamo rendere nuovamente uguali le due parti.

McCoy: Jim, ciò significa che lei sta condannando l'intero pianeta a una guerra che potrebbe non finire mai. Potrebbe andare avanti anno dopo anno, massacro dopo massacro...

Kirk lo interrompe bruscamente e dopo una lunga pausa gli chiede: "E quale sarebbe la sua pacifica e sensibile soluzione a tutto questo?" McCoy naturalmente non ne ha nessuna, ma insiste nell'affermare che "fornire loro armi non è certamente la risposta giusta." Kirk continua:

Kirk: Bones, ricorda le guerriglie del XX secolo nel continente asiatico? Due grandi potenze coinvolte, proprio come i Klingon e noi. Nessuna delle due parti sentiva di potersene tirare fuori.

McCoy: Si, mi ricordo. Andò avanti sanguinosamente anno dopo anno.

Kirk: Che cosa avrebbe suggerito lei? Che una delle due parti armasse i suoi amici con armi ultrapotenti? L'umanità non sarebbe giunta ai viaggi spaziali se l'avessero fatto. L'unica soluzione è quella che fu messa in pratica allora: un bilanciamento negli armamenti.

Mentre Kirk persuade Tyree a combattere con le armi che la Federazione gli fornirà, sua moglie Nona ruba il phaser di Kirk e lo porta al Villaggio, i cui abitanti la uccidono prima che lei possa dimostrare la sua potenza. La sua morte trasforma Tyree in un soldato. Brandendo uno degli archibugi dice a Kirk "Ne voglio altri. Molti altri." Kirk e McCoy sono molto rattristati dal non poter aver fatto nulla per terminare le ostilità e ordinano cento archibugi per Tyree. Avendo così ristabilito un provvisorio pareggio negli armamenti, se ne vanno: "Siamo molto stanchi, signor Spock. Ci riporti a casa."

La prima bozza di "Guerra privata" conteneva riferimenti più espliciti al Vietnam. Apella, per esempio, era chiaramente descritta come tipo-Ho Chi Minh. Dunque, l'episodio è basato sulla seguente analogia:

Federazione USA

Klingon USSR

Popolo della collina Vietnam del sud

Villici Vietnam del nord

Apella Ho Chi Minh

Tuttavia, se il popolo della collina rappresenta il vietnam del sud, Tyree avrebbe dovuto essere il presidente Diem - e ciò sarebbe stato piuttosto lusignante per quest'ultimo. Nona, la moglie-strega di Tyree, bella e misticheggiante, ricorda vagamente la cognata di Diem Madame Nhu, ma Tyree viene descritto come un leader ragionevole e umano, che si rifiuta di combattere o uccidere. Quella descrizione non è esattamente adatta al presidente Diem, che condusse un regime corrotto, arrogante e repressivo.

Tirando le conclusioni, la storia è poco di più che la spiegazione razionale dell'intervento Americano in Vietnam. Secondo questo episodio la "piccola guerra privata in Vietnam era inevitabile. I Klingon erano colpevoli, e la federazione non aveva altra scelta che ripristinare l'equilibrio delle forze. Cosa che è in qualche modo sorprendente visto che pochi mesi dopo la trasmissione di "Guerra privata", Roddenberry firmò una risoluzione che si opponeva all'"intervento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam."

Quando Star Trek fu trasmesso nel 1966, il Vietnam era in un certo senso al cuore del dilemma americano. Mentre venivano trasmessi gli episodi "La mela" e "Guerra privata", l'idea che l'America fosse la polizia mondiale stava venendo meno, sebbene un sondaggio sugli obiettivi della nazione all'inizio degli anni sessanta avesse mostrato che l’élite intellettuale della nazione credeva ancora nella "missione globale" dell'America. Star Trek non mise in discussione questo concetto.

Nonostante la Prima Direttiva della Federazione ci furono parecchi episodi in cui l'Enterprise fu impegnata in ingerenze cosmiche di stile "nuova frontiera", allo scopo di estendere la libertà non solo nel mondo ma nell'intero universo. Ciascuno di questi episodi afferma un punto specifico che preso singolarmente è valido, ma, come evidenzia Gerrold, "cumulativamente l'effetto è piuttosto diverso:"

"… c'è un'implicazione delle abitudini della Flotta Stellare che si ripercuote seriamente su quelle della televisione americana, come anche sulla cultura americana. Tra le righe della serie si coglie un messaggio non detto, che se una cultura locale viene trovata bisognosa di aiuto negli occhi del capitano di un'astronave, egli può effettuare i cambiamenti che ritiene necessari."

L'Enterprise era la polizia della galassia e troppo spesso Kirk ha detto in un tono benevolo ed in qualche modo cavalleresco ma comunque deciso: "La vostra cultura è peggiore della mia, quindi io ho il diritto di apportare qualunque cambiamento io ritenga necessario. Voglio che voi diventiate una copia di me perché io sono così buono..."

La Federazione dei Pianeti Uniti appare come variante del XXIII secolo degli Stati Uniti d'America. In altre parole, in Star Trek

"un innocente ottimismo nasconde la recondita premessa che lo 'stile di vita americano' in qualche modo prevarrà nell'universo… [E'] un metodo efficace per riaffermare nel regno della fantasia alcuni dei valori americani che si arenarono contro gli ostacoli del Vietnam."

L'opposizione di Roddenberry alla partecipazione americana in Vietnam non significa che egli non credesse nella validità del sogno americano.

I. Conclusione

Le radici storiche del sogno americano si perdono nei tempi antichi.. Dopo la scoperta del nuovo continente, dalla visione mitica di un’utopia perfetta e dalla credenza che la civiltà progredisca secondo il modello occidentale scaturì il concetto dello speciale destino dell'America. I puritani inglesi avevano sviluppato una concezione teologica apocalittica basata sul Calvinismo secondo la quale la storia stava andando verso la salvezza del mondo, per culminare nel Millennio, il ritorno di Cristo sulla Terra per regnarvi mille anni. I coloni puritani credevano anche che la provvidenza aveva nascosto l'America fino all'arrivo della Riforma, e che essi erano stati scelti da Dio per andare nella Terra Promessa e costruire una "città su una collina", come modello per il mondo. Così, la nozione di America come "nazione redentrice" ha pervaso la sua cultura da molto prima che la secolarizzazione desse luogo all'ideale di un'utopia democratica, che trovò espressione nella dichiarazione di indipendenza.

Queste radici mitologiche, religiose e politiche, combinate con le realtà geografiche del nuovo continente, portarono all'affascinante visione del sogno americano. I suoi elementi più importanti sono:

"La promessa di un progresso della società e del successo individuale, la stuzzicante sfida di sempre nuove frontiere per il potere dell'uomo e l'ingenuità, il credere che il fato manifesto dell'America derivasse dal suo ruolo nello spostamento ad occidente della civiltà, la sua funzione come patria del popolo scelto da Dio e la sua forma di governo democratico che, senza rivali, garantisce libertà ed uguaglianza a tutti i suoi cittadini, e il mito del crogiolo di razze con la sua affascinante promessa di un nuovo inizio."

Tuttavia, le splendide promesse del sogno americano furono, durante gli anni 60, pesantemente contrastate dalle spiacevoli e cospicue manchevolezze della sua realtà. I suoi costituenti principali furono messi in ombra dai rispettivi opposti e il sogno divenne un incubo. Il progresso si concretizzò nella distruzione delle risorse naturali, il fato manifesto aprì la strada al trauma del Vietnam, il crogiolo di razze si ruppe, e la democrazia soffrì il Watergate. L'America dei tardi anni sessanta non sembrava come la "splendente città sulla collina" che i Puritani avevano previsto.

All'inizio del decennio, venne concepita una serie televisiva chiamata Star Trek. Oggi, quasi trent'anni dopo il suo debutto, "Il piccolo telefilm di fantascienza che si rifiutava di morire" è ancora seguito in tutto il mondo. Il suo successo è senza eguali nella storia della televisione, e l'Enterprise ed il suo equipaggio sono senza dubbio diventati un importante manufatto culturale. Cos'ha di così speciale Star Trek?

A prima vista, Star Trek offrì una visione ottimistica del futuro in un tempo in cui l'ottimismo era il benvenuto. Mostra che l'umanità sarà capace di gestire i suoi problemi e alla fine superarli. Tuttavia, se non si fosse trattato di qualcosa di più che non una semplice fuga dalla cupa realtà dei tempi, sarebbe lentamente scomparsa. Invece essa superò gli incubi degli anni sessanta.

Il fascino della serie è basato su qualcosa di più profondo della semplice visione ottimistica e c'è una struttura di messaggi mitologica più profonda , direttamente collegata ai miti inerenti il sogno americano. Sebbene sia ambientato in un ambiente futuro Star Trek è, nelle parole di Selley, "una favola quintessentialmente americana" e riflette i valori degli anni sessanta e non del XXIII secolo. Star Trek coglie molti degli elementi del sogno americano: le sfide perdute della frontiera, la nozione di progresso, la preoccupazione per la libertà e l'uguaglianza, il credere nel fato manifesto, il concetto di una società multirazziale.

Questi miti vennero a mancare durante gli anni sessanta e lasciarono un vuoto che Star Trek prontamente riempì proiettandoli nel futuro e affermando che essi sarebbero stati validi nel XXIII secolo. Ma Star Trek è qualcosa di più della semplice continuazione del sogno americano. Non solo riflette i suoi elementi principali, e proietta la loro realizzazione ideale nel futuro - entro i limiti delle condizioni della produzione televisiva che ne modificò almeno alcuni. Star Trek recupera le sfide perdute della frontiera e sottoscrive la visione kennediana della nuova frontiera in molti aspetti.

Sebbene non venga detto molto della cultura del XXIII secolo, apparentemente il progresso della società verso la perfezione è continuato. La Terra è membro di una Federazione dei Pianeti Uniti e la società sembra una logica continuazione delle disposizioni positive del giorno d'oggi. Il progresso tecnologico è continuato e l'Enterprise è la prova di ciò, ma la serie contempla anche le odierne preoccupazioni nei confronti della tecnologia ed enfatizza che anche se la tecnologia è importante le macchine non saranno mai in grado di sostituire l'uomo.

Secondo Star Trek, le donne nel XXIII secolo non avranno raggiunto l'uguaglianza. Nella stesura originale, Roddenberry aveva tentato di mettere una donna come vice-comandante, ma i network respinsero questa idea e le donne sono caratterizzate perlopiù in ruoli tradizionali. La più forte presa di posizione di Star Trek è in favore dell'uguaglianza razziale. La flotta è multietnica e il razzismo viene piuttosto decisamente indicato come una cosa del passato. L'umanità ha imparato a trarre vantaggio dalle differenze.

Una parte centrale della filosofia della Federazione dei Pianeti Uniti è la Prima Direttiva di non interferenza. Questa è piuttosto diversa dal credere nel fato manifesto peculiare del sogno americano. La Prima Direttiva vieta esplicitamente le interferenze con lo sviluppo sociale delle altre culture. In effetti, la Prima Direttiva fu più spesso citata a proposito della sua violazione, ma era soltanto l'inizio, e anche un semplice sguardo superficiale a Star Trek - The Next Generation mostra che il Capitano Picard della nuova Enterprise prende molto più seriamente la Prima Direttiva che non il suo predecessore.

Nel momento in cui il sogno americano si era trasformato in un incubo, Star Trek confermò la sua validità mostrandolo come reale nel XXIII secolo. E' la continuazione del sogno americano? In un certo senso sì, ma piuttosto che la semplice affermazione di temi tradizionalmente nazionalistici, Star Trek incoraggia una forma di umanesimo letteralmente universale.

I. Appendice

A. Bibliografia

Le definizioni genereiche sono prese dall’edizione del 1989 del Webster's Encyclopedic Unabridged Dictionary of the English Language (New York: Portland House, 1989)

L'analisi degli episodi di Star Trek è basata sulla collezione di home video pubblicata dalla CIC video nel Regno Unito. Gli episodi sono presumibilmente identici a quelli trasmessi tra il settembre 196 e il giugno 1969 dalla NBC. I numeri degli episodi nella collezione CIC sono identici ai codici di produzione dati nell'elenco degli episodi della serie originale, nell'appendice a pagina 139.

I riassunti degli episodi sono nella maggior parte dei casi basati su quelli dati nello Star Trek Compendium di Allan Asherman.

1. Monografie

Adams, James Truslow, The Epic of America (Boston: Little, Brown, 1959)

Si ritiene che la prima apparizione del termine "sogno americano" sia nell'introduzione di questo libro.

Adams, Will Paul, u.v.a., Hg., Die Vereinigten Staaten von Amerika: Geographie - Geschichte - Politische Kultur - Politisches System - Wirtschaft (Frankfurt/New York: Campus, 1992)

Il riferimento standard, in lingua tedesca, per tutto quanto ha a che fare con gli Stati Uniti

Asherman, Allan, The Star Trek Compendium (New York [u.a.]: Pocket Books, 1989)

Utile raccolta. Contiene una breve descrizione di ciascun episodio. Questa edizione contiene informazioni fino a Star Trek V. Asherman è un fan della prima ora, e talvolta lo mostra nei suoi commenti.

Asherman, Allan, The Star Trek Interview Book (New York [u.a.]: Pocket Books, 1988)

Molte interviste con le star, i produttori, gli scrittori.

Bigsby, C. W. E., Superculture: American Popular Culture and Europe (London: Paul Elck, 1975)

Billington Ray A., Westward Expansion. A History of the American Frontier (New York: Macmillan, ³1967)

Birkner, Gerd, Heilsgewissheit und Literatur: Metapher, Allegorie und Autobiographie im Puritanismus (München: Fink, 1972)

Bischoff, Peter, America, the Melting Pot (Paderborn: Schöningh, ²1980)

Student's and Teacher's Book. Very well researched and just as well presented material for a "Leistungskurs" in a German "Sekundarstufe II"

Blum, John Morton, Years of Discord: American Politics and Society, 1961-1974 (New York: Norton, 1991)

Libro molto dettagliato e molto ben scritto riguardante gli anni 60. Raccomandeto.

Boorstin, Daniel J., ed., An American Primer (Chicago: UP, 1966)

consensus history of the USA with selected documents

Bradford, William, Of Plymouth Plantation 1620-1647 (New York: Random House 1981)

Resoconto storico del prio insediamento Puritano

Carpenter, Frederic I., American Literature and the Dream (New York: Arno Press, 1979)

Cawelti, John G., The Six-Gun Mystique (Bowling Green, Ohio: Bowling Green University Popular Press, 1971, )

Cawelti's pioneering work for the analysis of popular culture. A new and revised edition was published in 1984

Cawelti, John G., Adventure, Mystery, and Romance (Chicago: University of Chicago Press, 1976)

Attacks the theory that popular fiction is a degraded literary product. Argues that "formulaic" literature has a different function from that of its "mimetic" counterpart.

Dinnerstein, Leonard/Jackson, K. T., American Vistas (New York and Oxford : Oxford University Press, 1983)

Engel, Joel, Gene Roddenberry - The Man and the Myth behind Star Trek (New York: Hyperion, 1994)

Fluck, Winfried, Populäre Kultur. Ein Studienbuch zur Funktionsbestimmung und Interpretation populärer Kultur (Stuttgart: Metzler, 1979)

Fossum, Robert H. and Joseph K. Roth, The American Dream (British Association for American Studies, Pamphlet No. 6, 1981)

Freese, Peter, 'America'. Dream or Nightmare? Reflections on a Composite Image (Essen: Die Blaue Eule, 1990)

Gallagher, Edward J., ed., Edward Johnson - Wonder Working Providence of sions saviour in New England (Delmar, N.Y.: Scholar's Facs. and Repr., 1974)

Geist, Christopher D. and Ray B. Browne, M.T. Marsden, C. Palmer, The Directory of Popular Culture Collections (Phoenix, Arizona: Oryx Press, 1989)

Gerrold, David, The World of Star Trek (New York: Bluejay Books, ²1984)

Libro molto interessante di uno degli autori di Star Trek. Gerrold scrisse l'episodio della serie classica "The Trouble with Tribbles (Animaletti pericolosi)" e il suo libro contiene molte informazioni approfondite insieme a una buona analisi.

Glazer, Nathan and Daniel Moynihan, Beyond the Melting Pot (Cambridge: M.I.T. Press, ²1970)

Classico studio sui negri, portoricani, ebrei, italiani e irlandesi di New York City

Greiner, Bernd, Kuba-Krise : 13 Tage im Oktober : Analyse, Dokumente, Zeitzeugen (Nördlingen : Greno, 1988)

Gross, Edward, The Making of the Trek Films, (New York: Image Publishing, 1992)

Guggisberg, Hans R., Geschichte der USA (Stuttgart [u.a.]: Kohlhammer, ²1988)

Hacke, Christian, Von Kennedy bis Reagan (Stuttgart: Klett-Cotta, 1984)

Hellman, John, American Myth and the Legacy of Vietnam (New York: Columbia University Press, 1986)

Chapter 1 is very interesting: "An Angry Dream - The Cold War, Southeast Asia, and the American Mythic Landscape"

Irwin, Walter and G.B. Love, ed., The Best of Trek (New York: Signet Books, 1978)

Una serie di libri basati sugli articoli pubblicati – include la fanzine TREK® che continua ancora oggi. Ho usato i numeri 1, 12, 14 e 16

Inge, M. Thomas, ed., Handbook of American Popular Culture (Westport, Ct.:Greenwood Press, 21988)

Jezer, Marty, The Dark Ages (Boston, 1982)

interesting and readable account of the years 1945 - 1960

Johnson, Edward, Wonder-Working Providence of Sions Saviour in New England (1654 and Good News from New England (1648), with an introduction by Edward J. Gallagher, ed., (Delmar, N.Y.: Scholar's Facsimiles and Reprints, 1974)

Kilian, Martin, Die Genesis des Amerikanismus: Zum Verhältnis von amerikanischer Ideologie und amerikanischer Praxis 1630-1789 (Frankfurt/Main [u.a.]: Campus, 1979)

Dissertation based on Marx' theoretical approach, but refreshingly undogmatic. Kilian later wrote for the Berlin newspaper "taz", and his articles were not only immensely enjoyable but also well informed.

Lewis, R. W. B., The American Adam: Innocence, Tragedy and Tradition in the 19th Century (Chicago [u.a.]: UP, 1984, orig. pub. 1955)

classical study of the "Symbol-Myth-Image" school

Madden, David, ed., American Dreams, American Nightmares (Carbondale, Ill.: Southern Illinois U.P., 1970)

intelligent comments on the state of the American Dream by well known authors

Marshak, Sondra and Myrna Culbreath, ed., Star Trek: The New Voyages (New York: Bantam Books, 1976)

Fan fiction professionally published. Interesting foreword and introductions by TOS actors. 2nd volume published in 1978, introduction by Jesco von Puttkamer, NASA Program Manager for Long-Range Planning Studies

Marx, Leo, The Machine in the Garden: Technology and the Pastoral Ideal in America (London [u.a]: Oxford UP, 1967, orig. pub. 1964)

Un altro studio classico sul paesaggio mitologico americano

McLuhan, Marshal, Understanding Media: The Extensions of Man (New York: Signet Books, 1964, rp. 1966)

McLuhan's analysis is much quoted but little understood. His is an enthusiastic but naive approach to a new medium. Also see Paul Goetsch's essay on Jerzy Kosinski's "Being There" as satire on McLuhan.

Montague, Susan P. und Arens, W., The American Dimension. Cultural Myths and Social Realities (Sherman Oaks/CA: Alfred Publishing Co., 1981)

Gli antropologi cercano di esplorare il sogno americano. Fatti interessanti, ma più descrittivo che analitico.

More, Thomas, Utopia (Darmstadt: Wiss. Buchges., 1973)

first published in 1516

Noble, David, et al, Twentieth Century Limited (Boston [a.o.]: Houghton Mifflin, 1980)

very interesting history book. Well written. Of special interest are various excursions called "Spotlights", which explore chosen subjects in more detail.

Nye, Russell, The Unembarrassed Muse: The Popular Arts in America (New York: Dial Press, 1970, rp. 1971)

Pioneering work by the late Russell Nye, one of the fathers of the popular culture movement.

O'Neill, William, Coming Apart: An Informal History of America in the 1960's (New York: Quadrangle, 1971)

To me this is the book about the 1960s. A detailed, well-researched narrative history. Amazing how O'Neill's judgments stand the test of time since writing in 1971 he did not have the luxury of hindsight.

Parrington, Vernon L., Main Currents in American Thought, Vol I. (New York: Harcourt, Brace & World, 1927)

Parrington's study more or less launched interdisciplinary studies to explore the American experience.

Pawling, Christopher, ed., Popular Fiction and Social Change (New York: St. Martin's Press, 1984)

influenced by Pierre Macherey's work A Theory of Literary Production (London and Boston, 1978)

Pearce, Roy Harvey, ed., Colonial American Writing (New York: Holt, Rinehart & Winston, 21969)

Peel, John, Star Trek - Reflections of the '60s (Los Angeles: Schuster & Schuster, 1988)

Il libro non mantiene le promesse fatte nel titolo, ma contiene in ogni caso interessanti idee. Gran quantità di informazioni "dietro le quinte" sulle serie televisive contemporanee.

Perry, Ralph Barton, Amerikanische Ideale (Puritanismus und Demokratie), 2 Bd. (Nürnberg: Verlag Hans Carl, 1947)

very detailed and very scholarly account of Puritanism. Tends to be a bit apologetic.

Raeithel, Gert, Go West: ein psychohistorischer Versuch über die Amerikaner (Frankfurt/Main: Syndikat, 1981)

Raeithel, Gert, Geschichte der nordamerikanischen Kultur, 3 Bd. (Weinheim und Berlin: Quadriga, 1987)

Redling, Julius, Kleines USA-Lexikon. Wissenswertes über Land und Leute (München: Beck, 1989)

Roszak, Theodore, The Making of a Counter Culture : Reflections on the Technocratic Society and its Youthful Opposition (Garden City, N.Y. : Doubleday, 1969)

Schäfer, Martin, Science Fiction als Ideologiekritik? Utopische Spuren in der amerikanischen Science Fiction-Literatur 1940-1955 (Stuttgart: Metzler, 1977)

Una dissertazione sulla fantascienza e le sue relazioni con le ideologie

Siegel, Frederick F., Troubled Journey: From Pearl Harbor to Ronald Reagan (New York: Hill and Wang, 1984)

Slater, Philip, The Pursuit of Loneliness: American Culture at the Breaking Point (Boston: Beacon Press, 1970)

Smith, Henry Nash, Virgin Land - The American West as Symbol and Myth (New York, 1950)

founder of the Symbol-Myth-Image school

Sorensen, Theodore C., Kennedy (New York : Harper & Row, 1965)

Uno degli aiuti di Kennedy racconta la storia

Whitfield, Stephen E.and Gene Roddenberry, The Making of Star Trek (New York: Ballantine, 1968)

Un incredibile insieme di informazioni su quasi tutti gli aspetti della serie classica. Pubblicato tra la seconda e la terza stagione.

Winston, Joan, The Making of Trek Conventions or How to Throw a Party for 12,000 of Your Most Intimate Friends (Garden City, New York: Doubleday and Co., 1977), 9

1. Saggi, dissertazioni ecc.

Achilles, Jochen, "Die Paradiesvorstellung von der Versöhnung des Menschen mit der Natur: Literaturgeschichtliche Betrachtungen zu einem Aspekt des amerikanischen Traumes", Amerikastudien, 35/2 (1990), 203-218

Amesley, Cassandra, "How to Watch Star Trek", Cultural Studies, Vol. 3/3 (October 1989), 323 - 339

analysis on how Star Trek fans watch the series. Based on interviews and questionnaires with fans

Bischoff Peter, "Westward the Star of Empire takes its way": Manifest Destiny and American Expansion. Ein Unterrichtsbaustein zum American Dream für den amerikakundlichen Unterricht in der Sekundarstufe II, Englisch Amerikanische Studien, 1/3 (September 1979), 364-383

An interesting and well worthwhile attempt to prepare the American Dream for a school teacher.

Bailey, George, "Television War: Trends in Network Coverage of Vietnam 1965-1970, Journal of Broadcasting, 20:2 (Spring 1976), 147-158

Blair, Karin, "The Garden in the Machine: The Why of Star Trek", Journal of Popular Culture, 13:2 (Fall 1979), 310-320

Bruck, Peter, "The American Dream - Entwurf eines Unterrichtsmodells für den Englischunterricht der Sekundarstufe II", Arbeiten aus Anglistik und Amerikanistik, 9:2 (1984), 181-205

Coleman, William, "Science and Symbol in the Turner Frontier Hypothesis", American Historical Review, 72/1 (October 1966), 22-49

Collins, Robert G., "Star Wars: The Pastiche of Myth and the Yearning for a Past Future", Journal of Popular Culture, XI (1977), 1-9

Davis, Joseph K., "The American South As Mediating Image in the Plays of Tennessee Williams", in: Weber, Alfred und Siegfried Neuweiler, eds., Amerikanisches Drama und Theater im 20. Jahrhundert (Göttingen: Vandenhoeck und Ruprecht, 1975), 171-189

Denisoff, R. Serge, "Content Analysis: The Achilles Heel of Popular Culture", Journal of Popular Culture, 9 (2/1975), 456/104-460/108

Dunlop, Donald, "Popular Culture and Methodology", Journal of Popular Culture, 9 (2/1975), 375/23-383/31

Edward, Mark, "Life as we (almost) know it", in: The Sunday Times (7 November 1993), Section 9 "The Culture", 8 - 11

Articolo che accompagnava la pubblicazione delle memorie di Shatner

Erben, Rudolf, "After Turner and Smith: Recent Interpretations of the American West as Symbol and Myth", Arbeiten aus Anglistik und Amerikanistik, Bd. 18/1 (1993), 23-36

Erben esamina alcuni lavori sul West come Simbolo e Mito, compreso il "Six Gun Mystique" di Cawelti

Fishwick, Marshall, "Do we need Method?", Journal of Popular Culture, 9 (2/1975), 495/143 f.

Fluck, Winfried, "Popular Culture as a Mode of Socialization: A Theory about the Social Functions of Popular Cultural Forms", Journal of Popular Culture 21 (3/1987), 31-46

Freese, Peter, "The American Dream and the American Nightmare: General Aspects and Literary Examples", Anglistik und Englischunterricht, 25 (Heidelberg, 1985)

Un saggio molto ben fatto sulle origini del sogno americano e su come divenne un incubo.

Gilbert, James B., "Popular Culture", American Quarterly, 35 (Spring/Summer 1983), 141-154

Glaser, Peter, "Allmächtige - Die unendliche Geschichte Star Trek", Tempo (Oktober 1993), 36-43

Gleason, Philip, "World War II and the Development of American Studies", American Quarterly, 36, 3/1984

Goetsch, Paul, "Jerzy Kosinskis Being There als Satire auf die amerikanische Fernsehdemokratie", Arbeiten aus Anglistik und Amerikanistik, Bd. 17/1 (1992), 83-102

Gorman, James, "Klingon: The Final Frontier", Time (April 5, 1993), 51

Hallenberger, Gerd, "Anmerkungen zur Amerikanisierung der Fernsehunterhaltung in der BRD", in: Amerikanisierung der Alltagskultur? Zur Rezeption US-amerikanischer Populärkultur in der BRD und in den NL (Hamburg: Institut für Sozialforschung, Diskussionspapier 9-90, 1990)

Huff, Laurie, "Star Trek and Secularization: A Critical Analysis", in: Irwin, Walter and G.B. Love, ed., The Best of Trek, Vol 14 (New York: Signet Books, 1988), 96-112

Holahan, Terrie, A Tour of the House of Popular Culture with Star Trek as a Guide, Senior Honors Thesis, (Northern Kentucky University, Fall 1992)

An interesting application of Geist and Nachbar's model of "The House of Popular Culture" to Star Trek. Available from "Spock's Adventure" BBS in Cincinnati, Ohio (FIDO 1:108/175). Filename is stthesis.zip. SysOp of "Spock's Adventure" is Eric Sakurai, InterNet address is sysop@spock.org

Jeffries, John W., The "Quest for National Purpose" of 1960 American Quarterly, XXX, (Fall, 1978), 451-470

Klass, Judy, "Ask Not What Your Federation Can Do For You: Kirk as a Kennedy Figure"; in: Walter, Irwin and G. B. Love, ed., The Best of Trek, Vol. 16 (New York: Signet Books, 1991), 172-177

Köhring, Klaus, "American Dream of Success in der neueren amerikakundlichen Literatur der Bundesrepublik", Englisch Amerikanische Studien, 3/1 (1979), 351-360

Kreutzner, Gabriele, "On Doing Cultural Studies in West Germany", Cultural Studies, Vol. 3/2 (May 1989), 240-249

Krugmann, Malte C., "Zur Genese und Struktur des Amerikanismus (I)", Englisch Amerikanische Studien, 1/3 (1979), 309-341

Thirty-two pages charged to the brim with meaning. Not easy to read, but full of fascinating insights into the origins of Americanism; part two was never published

Leach, Winslow, "The Monsters of Star Trek; in: Irwin, Walter and G.B. Love, ed., The Best of Trek, Vol. I (New York: Signet Books, 1978), 45-51

Maase, Kaspar, "Auf dem Weg zum zivilen Habitus", in: Amerikanisierung der Alltagskultur? Zur Rezeption US-amerikanischer Populärkultur in der BRD und in den NL (Hamburg: Institut für Sozialforschung, Diskussionspapier 9-90, 1990)

Marx, Leo, "Thoughts on the Origin and Character of the American Studies Movement", American Quarterly, 31, 1979,

Morley, Paul, "Working Out in Space", New Statesman and Society, Vol. 3 (Sept. 28, 1990), 30

Purcell, Edward, "Social Thought", American Quarterly, 35, 1/2 (Spring/Summer 1983)

Ribuffo, Leo P., "The Burdens of Contemporary History", American Quarterly, 35, ½ (Spring/Summer 1983), 3-18

Selley, April, "'I Have Been, and Ever Shall Be, Your Friend': Star Trek, The Deerslayer and the American Romance", Journal of Popular Culture, 20:1 (Spring 1986), 89-194

Turque, Bill, with Linda Wright, "Still Klingon to a Dream", Newsweek (October 29, 1990), 53

Tyrrell, Wm. Blake, "Star Trek as Myth and Television as Mythmaker", Journal of Popular Culture, 10 (Spring 1977), 711 - 719

Tyrrell, Wm. Blake, "Star Trek's Myth of Science", Journal of American Culture (Spring 1979)

Wise, Gene, "'Paradigm Dramas' in American Studies: A Cultural and Institutional History of the Movement", in: American Quarterly, 31 (Bibliography 1979), 293-337

A. Serie originale: Elenco degli episodi

Stag. = Stagione; Eps. = Episodio; P.C. = Ordine di produzione

Stag. Eps. AirDate P.C. Titolo

I 00. -PILOT- 01 The Cage

01. Sep 8, 1966 06 The Man Trap Trappola umana

02. Sep 15, 1966 08 Charlie X Il naufrago delle stelle

03. Sep 22, 1966 02 Where No Man Has Gone Before Oltre la galassia

04. Sep 29, 1966 07 The Naked Time Al di là del tempo

05. Oct 6, 1966 05 The Enemy Within Il duplicato

06. Oct 13, 1966 04 Mudd's Women Il filtro di Venere

07. Oct 20, 1966 10 What are Little Girls Made Of? Gli androidi del dr. Korby

08. Oct 27, 1966 12 Miri Miri

09. Nov 3, 1966 11 Dagger of the Mind Trasmissione di pensiero

10. Nov 10, 1966 03 The Corbomite Maneuver L'espediente delle Carbonite

11. Nov 17, 1966 16 The Menagerie (Part One) L'ammutinamento (I Parte)

12. Nov 24, 1966 16 The Menagerie (Part Two) L'ammutinamento (I Parte)

13. Dec 8, 1966 13 The Conscience of the King La magnificenza del re

14. Dec 15, 1966 09 Balance of Terror La navicella invisibile

15. Dec 29, 1966 17 Shore Leave Licenza di sbarco

16. Jan 5, 1967 14 The Galileo Seven La Galileo

17. Jan 12, 1967 18 The Squire of Gothos Il cavaliere di Gothos

18. Jan 19, 1967 19 Arena Arena

19. Jan 26, 1967 21 Tomorrow is Yesterday Domani è ieri

20. Feb 2, 1967 15 Court Martial Corte marziale

21. Feb 9, 1967 22 The Return of the Archons Il ritorno degli arconti

22. Feb 16, 1967 24 Space Seed Spazio profondo

23. Feb 23, 1967 23 A Taste of Armageddon Una guerra incredibile

24. Mar 2, 1967 25 This Side of Paradise Al di qua del paradiso

25. Mar 9, 1967 26 The Devil in the Dark Il mostro dell'oscurità

26. Mar 16, 1967 27 Errand of Mercy Missione di pace

27. Mar 23, 1967 20 The Alternative Factor L'alternativa

28. Apr 6, 1967 28 The City on the Edge of Forever Uccidere per amore

29. Apr 13, 1967 29 Operation: Annihilate Pianeta Deneva

II 30. Sep 15, 1967 34 Amok Time Il duello

31. Sep 22, 1967 33 Who Mourns for Adonais? Dominati da Apollo

32. Sep 29, 1967 37 The Changeling La sfida

33. Oct 6, 1967 39 Mirror, Mirror Specchio, specchio

34. Oct 13, 1967 38 The Apple La mela

35. Oct 20, 1967 35 The Doomsday Machine La macchina del giudizio universale

36. Oct27, 1967 30 Catspaw Il gatto nero

37. Nov 3, 1967 41 I, Mudd Io, Mudd

38. Nov 10, 1967 31 Metamorphosis Guarigione da forza cosmica

39. Nov 17, 1967 44 Journey to Babel Viaggio a Babel

40. Dec 1, 1967 32 Friday's Child

41. Dec 8, 1967 40 The Deadly Years Gli anni della morte

42. Dec 15, 1967 47 Obsession L'ossessione

43. Dec 22, 1967 36 Wolf in the Fold Fantasmi del passato

44. Dec 29, 1967 42 The Trouble with Tribbles Animaletti pericolosi

45. Jan 5, 1968 46 The Gamesters of Triskelion La posta in gioco

46. Jan 12, 1968 49 A Piece of the Action Chicago anni 20

47. Jan 19, 1968 48 The Immunity Syndrome La galassia in pericolo

48. Feb 2, 1968 45 A Private Little War Guerra privata

49. Feb 9, 1968 51 Return to Tomorrow Ritorno al domani

50. Feb 16, 1968 52 Patterns of Force Gli schemi della forza

51. Feb 23, 1968 50 By Any Other Name Con qualsiasi nome

52. Mar 1, 1968 54 The Omega Glory Le parole sacre

53. Mar 8, 1968 53 The Ultimate Computer Il computer che uccide

54. Mar 15, 1968 43 Bread and Circuses Nell'arena con i gladiatori

55. Mar 29, 1968 55 Assignment: Earth Missione: Terra

III 56. Sep 20, 1968 61 Spock's Brain Operazione cervello

57. Sep 27, 1968 59 The Enterprise Incident Incidente all'Enterprise

58. Oct 4, 1968 58 The Paradise Syndrome

59. Oct 11, 1968 60 And The Children Shall Lead Sul pianeta Triacus

60. Oct 18, 1968 62 Is There In Truth No Beauty? La bellezza è verità?

61. Oct 25, 1968 56 Spectre of the Gun Lo spettro di una pistola

62. Nov 1, 1968 66 Day of the Dove La forza dell'odio

63. Nov 8, 1968 65 For The World Is Hollow, And I Have Touched The Sky Ho toccato il cielo

64. Nov 15, 1968 64 The Tholian Web La ragnatela Tholiana

65. Nov 22, 1968 67 Plato's Stepchildren Umiliati per forza maggiore

66. Nov 29, 1968 68 Wink of an Eye Velocità luce

67. Dec 6, 1968 63 The Empath Il diritto di sopravvivere

68. Dec 20, 1968 57 Elaan of Troyius Elena di Troia

69. Jan 3, 1969 71 Whom Gods Destroy Il sogno di un folle

70. Jan 10, 1969 70 Let That Be Your Last Battlefield Sia questa l'ultima battaglia

71. Jan 17, 1969 72 The Mark Of Gideon Il marchio di Gideon

72. Jan 24, 1969 69 That Which Survives

73. Jan 31, 1969 73 The Lights of Zetar Le speranza di Zetar

74. Feb 14, 1969 76 Requiem for Methuselah Requiem per Matusalemme

75. Feb 21, 1969 75 The Way to Eden Viaggio verso Eden

76. Feb 28, 1969 74 The Cloudminders Una città tra le nuvole

77. Mar 7, 1969 77 The Savage Curtain Sfida all'ultimo sangue

78. Mar 14, 1969 78 All Our Yesterdays Un tuffo nel passato

79. Jun 3, 1969 79 Turnabout Intruder L'inversione di rotta

A. Acronyms

canon what Roddenberry/Paramount decides is "real" Trek. Roddenberry has declared every novel (including the one(s) he wrote) to be non-canon.

DS9,DSN Deep Space Nine

FTL Faster than Light (warp speeds)

IDIC Infinite Diversity in Infinite Combinations aka Philosophy of Nome

LLaP Live Long and Prosper (Vulcan Greeting)

NCC Naval Construction Contract (mentioned in "Spock's World" and elsewhere)

PaLL Peace and Long Life (answer to PaLL)

pilot usually an episode or episodes shot for the purpose of pitching a series idea to a network (like "The Cage" and "Where No Man Has Gone Before" in TOS).

SF Star Fleet or Science Fiction (depending on context)

TAS The Animated Series

teaser the short scene that comes before the opening credits.

TFF The Final Frontier (ST5)

TMP The Motion Picture (ST1)

TNG The Next Generation

TOS The Original Series (or The Old Series)

trailer previews (commercials) for the next EXCITING episode.

Trekker see page 81

Trekkie dto.

trekker (with a small "t") A person who travels vast distances.

Treknician A fan who enjoys collecting data (and debating with others) on the technical aspect of Star Trek (warp technology, transporter technology, shields, etc.).

Treknologist A fan who enjoys collecting Star Trek technical literature and trying to logically and rationally explain continuity errors in the show.

TSfS The Search for Spock (ST3)

TUC The Undiscovered Country (ST6)

TVH The Voyage Home (ST4)

TWoK The Wrath of Khan (ST2)

UFP United Federation of Planets

USS United Space Ship (according to Kirk in an early TOS episode, though The Making of Star Trek claims it stands for United States Spaceship)

VOY,VGR Voyager

YATI Yet Another Trek Inconsistency/Yet Another Technical Inconsistency

Edited excerpt from a FAQ (Frequently Asked Questions), available on the Internet from ottoh3@cfsmo.honeywell.com (Otto Heuer #3), last updated January 4, 1994