La nostra storia 1993-2002

Ai tempi della pallavolo tu e Francesca eravate semplicemente "due ragazze stupende". Non sapevo se foste impegnate, in che termini... Ero anche molto timido e non avrei mai mosso un dito non dico x provarci ma nemmeno x conoscervi "in separata sede". Ad ogni modo avevo una mia compagnia. E poi ero appena entrato nella maledizione, anche se non lo sapevo ancora.

Quando abbiamo cominciato a uscire alla Salle, credo che fossimo un po' lontani. Voi eravate + "nucleo" e le persone che frequentavo di più erano le "frange estreme", anche se la vostra presenza dava quel senso di sicurezza, di permanenza nel tempo della compagnia. Intanto vi conoscevo un po' di più, voi tutti: Mauro più da scherzi, Beppe +... Beppe!, Carlo "simpatico, perbene", te, Andrea, Bizio, Barbara e Luca e Francesca "normali, tranquilli, simpatici, stabili". Altri erano meno importanti (sicuramente dimentico qualcuno importante :-) )

Ai tempi di Irene-1 tu e Andrea (la confidenza con te non era ancora così elevata) mi dicevate tutta una serie di cose sulla timidezza, mi domandavate come andava, poi c'era chi diceva che "avevo fatto una cazzata con i fiori". Ci prendevate in giro su quelle di Volpiano (me e Mauro). Mauro e poi Marinoni li odiai così tanto, loro che pensavano a fare scherzi anche volgari... e io che volevo essere romantico e tranquillo e non ne avevo la possibilità. Ricordo poi te che dicesti "a me quei fiori sarebbero piaciuti anche senza mittente". Purtroppo ho un retrogusto molto amaro di questa frase, e non so se dovrei dirlo (il consueto "non t'arrabbiare" è ancora più imponente!!): tanto puoi immaginarlo. Non era credibile perchè tu eri "felicemente sistemata con una persona che non avrebbe mai fatto una sciocchezza simile". Ma non perchè non sia romantico, ma perchè non è timido/stupido. E anche ammesso che te parlassi con sincerità, era ancora peggio: voleva dire che tra le pochissime ragazze non inguardabili che avrebbero accettato un pensiero così stupidamente anonimo, una era già impegnata. Comunque le tue parole erano di conforto.

Il 1995 e il 1996 vorrei cancellarli dalla mia vita. Mi ricordo di voi al salone del libro e prima a casa di mia madre, col mio gatto. Quella scena al bar del salone quando una standista si è seduta a fianco a noi tre, poi mi ha chiesto qualcosa, io non l'ho considerata molto e tu ti sei girata chiedendomi "ma perché non parli con lei? Sembra quasi che ti faccia schifo..." Vedi che anche tu non mi conoscevi molto? Non capivi tutto quello che correva nella mia mente. Voi, come poi Carlo e Irene, che siete passati a trovarmi lì... eravate "persone normali". Io ho il ricordo di essere stato lì a fare il cretino con un costume addosso... magari pure cercando di dimostrare a Irene che quella cosa "faceva cultura". C'era un abisso tra me e voi, come sempre.

In Corsica le cose erano già cambiate. Tu avevi iniziato a chiedermi come stavo. Alla Salle venivo di rado, e voi mi dicevate di farmi vedere + spesso. Ricordo sempre come vi rispondevo: io vi considero degli ottimi amici, e non vedo l'ora di avere una ragazza per poter uscire con voi "da pari". Mi sto mettendo a piangere, a pensare al tempo che è passato...
In Corsica avevi il famoso vestito bianco a fiori con cui andavi a lavare i piatti... questa è l'immagine più superficiale di te che mi rimane di allora. Scusami se è solo stupendamente femminile e genuina. Per il resto... le mie serate tristi in giro da solo pensando a Irene, le mie pessime reazioni agli scherzi di Massimo, le partite con i dadi. Andrea che guida la macchina, tu a fianco e io dietro. Quella volta che io e te siamo andati al supermercato e io mi sentivo così stupidamente a disagio per venirci da solo con te.

E poi l'autunno, Irene-2. Disgraziatamente lei ritorna, io che scrivo poesie, dico che voglio morire. Andrea che mi domanda se "scrivere poesie" mi aiuta a sfogarmi. Tu che mi ascolti, mi chiedi, mi consigli. Sempre se mi è permesso, i tuoi consigli arrivavano da una ragazza "almeno apparentemente" sicura di sé, bella (quindi senza molti problemi da quel punto di vista) e in ogni caso "donna" ossia che non doveva fare il primo passo. Che poi, in quel periodo, significava prendere Irene da parte e dirle di mollare Carlo, perché c'era uno innamorato follemente di lei (così la vedo io, voglio dire. I tuoi consigli erano più vari). In pratica non servì a molto, ma la tua dolcezza da un lato e assiduità dall'altro furono da me molto ben apprezzati.

Ma chiaramente mi allontanai di nuovo da voi, perché mi sarebbe piaciuto avere una ragazza e in compagnia non ce n'erano. E così ecco Rosanna, e poi la Tunisia e l'ennesima delusione (non per la tipa in sé, ma per quell'impossibilità di essere felice, almeno ogni tanto)

Intanto avevo pure litigato con Andrea, quell'anno, per la storia del computer di Santena. Così c'eravamo persi un po' di più, e parlare con te sapendo che con lui mi ero comportato un po' male o che cmq. non avevamo mai chiarito era un po' più duro.
E, come a fagiolo, capitò la storia e poi la morte di mio padre. Quando siete venuti qui quella domenica è stato bellissimo, davvero. Non me l'aspettavo e se non vi ho ringraziati abbastanza lo faccio ora. E poi, tra una cosa e l'altra, iniziai a dirti tutte una serie di "altre cose" su di me. Consulenza psicologica gratis, come la definirei oggi. Tutti i vantaggi della vita in rosa... mi ricordo di un mucchio di stupidaggini mie, che adesso hanno finalmente trovato una spiegazione. E tutte le risposte tue, sempre gentili, a volte lontane dal "fulcro" della questione, a volte superiori a quello che io avrei potuto immaginare.
Da lì ci siamo avvicinati indubbiamente molto.
Poi, se non facevo la mia cazzata non ero io e quindi ti ho dato il racconto su di te la sera stessa in cui ti parlai delle altre cose. Così ci siamo ri-allontanati (almeno, io ho sentito quell'imbarazzo, quel "fastidio" da parte tua). Potevo anche evitarlo, ma non sarei stato io. O forse, dentro di me tu eri diventata così importante che in qualche maniera doveva venire fuori. Sempre nel modo sbagliato. Che merda che sono.

Poi stavate per sposarvi, eri molto presa... io vedevo e vedo così lontano questa "evenienza" che non riuscivo a comprenderne molti aspetti. Ma comunque eravate a posto, sicuri, non mi parlavi né io ti ho mai chiesto se vi amavate, se c'erano dubbi, se tu avevi mai pianto... non ce n'era bisogno, no? Tutto è sempre stato così perfetto... Tu mi parlavi magari della casa o della lista nozze, e io qui ascoltavo, ma non mi sembrava ci fossero cose da memorizzare.


E così arriviamo a quando mi hai chiesto di descriverti...

Se rileggi queste righe, vedi che tu "da sola" non esisti. Non arrabbiarti... E' la semplice verità. Io ti ho vista così fino a quando non ho iniziato a parlarti di me. No, per la precisione fino a quando tu hai cominciato a domandarmi come stavo (Corsica e poi Irene-2) Non e' "una facciata", è come tu mi appari.


Sempre con affetto
Dario

A ripensare in questi tempi a queste frasi, mi vengono in mente alcune cosette...
Insomma, in fondo adesso tu non mi vuoi proprio più vedere. E' comprensibile, certo. In fondo, questo è proprio l'anno in cui tu hai 38 anni! Poi hai tante cose da fare, adesso, in famiglia. Però... okay, io ho fatto l'errore primario, ossia mi sono lanciato. Ma chi si è avvicinata a uno che si lamentava sempre perché 3 anni prima una non gliel'aveva data sei stata tu: il gesto è stato molto apprezzabile, ma le conseguenze non erano difficili da immaginare! So che è un po' come dire "certo, io l'ho violentata, ma è colpa sua che si metteva la minigonna"... Non nego nulla, ma la responsabilità è un po' da entrambe le parti. Io rancore non ne ho mai portato, al massimo un pizzico di invidia: Ma tra questo e "scansare il vecchio amico" mi sembra che ci sia un abisso...
Io ho cercato di capire cosa sbagliavo, tu hai chiuso il ponte. Ma "tutto torna", a livello karmico...

2005